Anche il Controllo federale delle finanze analizzerà il caso Credit Suisse
I prossimi mesi saranno pregni di impegni per il Controllo federale delle finanze.
Keystone / Martin Ruetschi
Anche il Controllo federale delle finanze (CDF) si occuperà di verificare che il salvataggio di Credit Suisse da parte della Confederazione sia stato fatto correttamente.
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tvsvizzera.it/mrj
Si allunga la lista di chi vuole far luce sulle dinamiche che hanno portato Credit Suisse nelle mani di UBS. L’organo superiore di vigilanza finanziaria della Confederazione (Controllo federale delle finanze, CDF) ha infatti annunciato che prossimamente aprirà un’inchiesta.
Lavoro aggiuntivo per l’istituto che nei prossimi mesi sarà particolarmente sotto pressione perché in vista delle elezioni federali di ottobre dovrà anche occuparsi per la prima volta della trasparenza del finanziamento ai partiti.
“Esamineremo soprattutto l’area di competenza della Confederazione, ad esempio il prestito di oltre 100 miliardi e la garanzia contro le possibili perdite di 9 miliardi. L’obiettivo è quello di garantire che le disposizioni contrattuali vengano rispettate e che il denaro della Confederazione venga concesso secondo la legge. Il nostro controllo sarà minuzioso”, ha dichiarato il direttore del CDF Pascal Stirnimann.
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Anche il ruolo della FINMA sarà sottoposto a un esame approfondito, ma questo, hanno assicurato i vertici del CDF, non intralcerà il lavoro della commissione parlamentare d’inchiesta, che il Parlamento deciderà se istituire nelle prossime settimane.
“La commissione parlamentare d’inchiesta e il CDF sono due organi autonomi. Vedremo quali saranno gli obiettivi della commissione per non sovrapporci e fare due volte lo stesso lavoro. Questo è nell’interesse di tutti. Altrimenti non saremmo efficienti”, ha aggiunto Stirnimann.
Controllare i finanziamenti dei partiti: una strada piena d’insidie
Il CDF è chiamato anche a verificare come vengono finanziati i partiti che si presentano con i e le loro rappresentanti alle elezioni federali. Un lavoro tutt’altro che facile, come spiega Stirnimann: “C’è sicuramente il rischio che le sovvenzioni superiori a 15’000, ossia quelle che dovrebbero essere rese pubbliche, vengano suddivise in sovvenzioni più piccole (passando così attraverso le maglie della legge, ndr). Una persona che vuole versare 30’000 franchi, per esempio, potrebbe fare tre donazioni da 10’000per camuffarne l’origine”.
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