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Alain Berset al WEF parla di “democrazia indebolita”

Alain Berset parla. DIetro di lui parete con scritta World Economic Forum
Il presidente della Confederazione Alain Berset ha dato il via al WEF. © Keystone / Gian Ehrenzeller

In occasione del suo discorso di apertura del Forum economico mondiale (WEF) di Davos, il presidente della Confederazione Alain Berset ha parlato del cambiamento che stanno vivendo le democrazie mondiali.

Le democrazie sono a un “punto di svolta”. Lo ha rilevato martedì a Davos il presidente della Confederazione Alain Berset nel suo discorso di apertura del Forum economico mondiale (WEF).

“Le istituzioni democratiche sono indebolite”, ha proseguito, sottolineando che “lo Stato di diritto è minacciato” e che la percentuale di popolazione che vive in una democrazia si è ridotta di oltre la metà in pochi anni. L’ascesa del populismo è una reazione alle crescenti disparità, ha proseguito il consigliere federale, chiedendo maggiore “equità sociale”, anche nelle discussioni del WEF.

Berset ha poi parlato anche della guerra in Ucraina, ribadendo la condanna svizzera dell’offensiva russa. Davanti alla “First Lady” ucraina Olena Zelenska, giunta lunedì a Davos, ha denunciato il “brutale attacco” della Russia nei confronti non solo dell’Ucraina, ma anche del diritto internazionale e del multilateralismo. Ha inoltre aggiunto che la Confederazione farà “tutto il possibile” per rafforzare questi valori in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU, di cui fa parte da pochi giorni.

Il presidente della Confederazione si è detto anche preoccupato per la crescente insicurezza alimentare. Oggi sono complessivamente 350 milioni le persone a rischio di malnutrizione acuta, contro le circa 150 milioni prima della pandemia e della guerra in Ucraina, ha fatto notare, aggiungendo che gli effetti del conflitto sui Paesi africani “sono drammatici”. L’accordo sulle esportazioni di grano ucraino, mediato dall’ONU tra Mosca e Kiev, ha contribuito a far scendere i prezzi negli ultimi mesi, ma quelli dei fertilizzanti sono una preoccupazione sia per l’ONU che per la Svizzera.

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Anche la moglie del presidente ucraino si è rivolta ai presenti: “Stiamo affrontando una minaccia globale e solo se siamo uniti possiamo vincere”, ha detto. “L’aggressione della Russia non è limitata solo al nostro Paese. Potrebbe andare oltre i nostri confini se non viene fermata”. “Nei territori occupati – ha proseguito – migliaia di ucraini attendono di essere liberati e nel frattempo subiscono la repressione dei russi. Nel nostro paese nessuno è al sicuro, si rischia la vita ogni giorno perché non ci sono luoghi off-limits per il nemico”. 

Infine, c’è anche stato un intervento della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha assicurato che l’UE continuerà a sostenere Kiev: “L’Europa sarà sempre con voi, per tutto il tempo che sarà necessario”, riferendosi con queste parole alla prima tranche di nuovi aiuti da 3 miliardi di euro all’Ucraina, parte di un pacchetto da 18 miliardi per il 2023.

50 incontri per il Consiglio federale

Sono quasi una cinquantina i capi di Stato e di Governo attesi a Davos fino a venerdì per discutere delle grandi sfide che la comunità internazionale deve affrontare (inflazione, crisi energetica e guerra in Ucraina in primis). Molti, però, anche gli assenti. Fra i leader del G20, parteciperanno solo il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol.

Tour de force anche per consigliere e consiglieri federali, per i quali sono previsti non meno di 50 incontri, compreso quello tra la ministra delle finanze elvetica Karin Keller-Sutter e il responsabile dell’economia della Commissione europea Paolo Gentiloni. Si tratta dell’unico incontro tra Berna e Bruxelles, un chiaro segnale del fatto che la situazione tra i due è ancora bloccata. Un nuovo round esplorativo per far progredire le relazioni è in programma venerdì a Bruxelles, nell’ultimo giorno del WEF.

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