Nel 1993 Israele e Organizzazione per la liberazione della Palestina stupirono il mondo firmando il cosiddetto accordo di Oslo. Per la prima volta si tenne un dialogo diretto tra i due paesi. Negli anni successivi ci sono stati diversi altri incontri e accordi così come c'è stato anche un aumento della violenza.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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I nemici storici, cioè il premier israeliano Yithzak Rabin e il leader palestinese Yasser Arafat- firmarono gli accordi di Oslo raggiunti solo poche settimane prima dopo mesi di negoziati. Una stretta di mano che pare a tutti una promessa di pace, gli sguardi che non si sfidano ma si incontrano.
Concetti cardine di quest’intesa sono: il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania e il diritto palestinese all’autogoverno; il mutuo riconoscimento tra i contendenti e l’impegno, da parte dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, a rinunciare a violenze ed azioni terroristiche.
Un accordo che valse il Nobel
Il mondo accogli favorevolmente l’accordo tanto che a suggellare il momento storico arriva anche il Premio Nobel per la pace assegnato ai principali attori dell’accordo: Rabin, Peres e Arafat.
…Non tutti sono però contenti
L’accordo non piace però a tutti. Non piace soprattutto ad Hamas e al Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Non piace alla destra israeliana.
Due anni e due mesi dopo la firma di Oslo, al termine di una manifestazione che vuole essere di supporto a quegli stessi accordi, Yitzahk Rabin viene ucciso da uno studente israeliano di estrema destra.
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