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“Il Nutri-Score rimanga marginale”

etichetta nutriscore
La Camera alta del Parlamento elvetico ha affrontato la questione del marchio Nutri-Score. Keystone / Christophe Gateau

Il Consiglio degli Stati elvetico accoglie una mozione che punta a evitare gli effetti negativi dell'utilizzo del sistema di classificazione del valore nutrizionale degli alimenti creato in Francia. 

Il Consiglio degli Stati (la Camera alta del Parlamento elvetico) ha accolto martedì una mozione della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura che chiede di prendere in considerazione i potenziali effetti negativi dell’utilizzo del Nutri-Score (una caratterizzazione degli alimenti, su iniziativa dei produttori, che ne indica in etichetta  il contenuto di zuccheri, grassi e sale).  Il Consiglio federale deve ora dunque definire il quadro giuridico per il suo utilizzo in Svizzera, includendo gli eventuali effetti problematici di una tale novità. 

Secondo i e le parlamentari, la tendenza ad attribuire punteggi porta con sé il rischio di implementare dei  sistemi riduttivi. Perché “Il modo di stabilire i punteggi – si legge nella mozione – è un aspetto fondamentale che viene normalmente demandato a ‘specialisti’ e amministrazioni. È così che sono nati gli ‘standard riconosciuti’. Per la salute è tuttavia determinante un’alimentazione equilibrata e non certo una visione isolata di un singolo prodotto. Per questa ragione la piramide alimentare svizzera è ancora oggi lo strumento più importante per l’informazione dei consumatori”. Precisazione, questa, che è d’altronde già disponibile  sul sito dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria, dove si precisa: “Nutri-Score non è una raccomandazione nutrizionale e non sostituisce la piramide alimentare svizzeraCollegamento esterno“. 

Con il sistema a punteggi si viene in effetti talvolta a creare una situazione paradossale:  prodotti molto lavorati e trasformati e pieni di additivi finiscono per ottenere un punteggio migliore di altri alimenti 100% naturali. Questo perché, secondo chi non lo vede come la “soluzione miracolo”, il Nutri-Score è un sistema eccessivamente semplificato che non tiene conto di molti fattori. Per esempio, questo sistema di punteggio non considera il grado di lavorazione, né le sostanze aggiunte al prodotto finale, e tanto meno  la sostenibilità, il metodo di produzione o ancora l’origine, “o quantomeno non abbastanza”, argomenta la mozione.  

+ Sinergia tra paesi per favorire il Nutri-Score

Come se non bastasse, il Nutri-Score non rappresenta certo tutti gli aspetti nutrizionali, come il valore proteico, il contenuto di vitamine e di acidi grassi saturi e insaturi. “In definitiva, tutto questo conduce a effetti problematici sul mercato. Ed è anche per questo che sono necessari chiarimenti a livello legislativo”. 

Ma quindi, di cosa tiene conto questo indicatore voluto dai produttori? C’è da dire innanzitutto che il Nutri-Score è stato creato proprio per “alimenti difficili da valutare perché di composizione complessa da un punto di vista nutritivo”, spiegava nel 2020 a TVS Tvsvizzera.it la nutrizionista e presidente dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI) Evelyne Battaglia-Richi. Per prodotti industriali, dunque, e non per alimenti non lavorati.  

Come funziona Nutri-Score? 

Il marchio Nutri-Score è stato creato e introdotto per la prima volta nel 2016 in Francia, per poi diffondersi in diversi Paesi dell’UE. Il punteggio (dal verde A, il migliore, al rosso E, il peggiore) è assegnato in base alla presenza (misurata in 100 grammi di prodotto) di nutrienti o ingredienti considerati positivi per l’alimentazione, così come di elementi da limitare. Questi ultimi sono sale, grassi saturi, zuccheri e calorie. A far guadagnare punti sono invece fibre, proteine, frutta, verdura, leguminose, frutti a guscio e oli di colza, di noci e di oliva. Gli algoritmi che consentono di assegnare ipunteggi sono stati recentemente adattati per consentire, tra le altre cose, una classificazione degli alimenti e delle bevande più in linea con le principali raccomandazioni nutrizionali. (fonti: USAVCollegamento esterno, ACSICollegamento esterno

Con un sistema di punteggio così limitato, l’olio d’oliva, che è parte integrante della dieta mediterranea universalmente considerata  la più sana ed equilibrata, è classificato come C, mentre la Coca-Cola zero è classificata come B.  Secondo Benedikt Würth (Centro), che ha parlato in aula a Berna a nome della Commissione, il sistema finisce dunque per produrre un effetto nefasto sul mercato nazionale, poiché penalizza molti prodotti rossocrociati, che grazie al meccanismo di valutazione di Nutri-Score risultano meno “sani” rispetto ad alimenti importati e altamente lavorati. Un esempio? Il formaggio, che contiene molti grassi.  

Stando alla Commissione, l’uso del Nutri-Score sui singoli prodotti dovrebbe rimanere facoltativo, essere compatibile con la legge sulla concorrenza e i parametri che utilizza per la classificazione dovrebbero essere resi pubblici. 

Alain Berset: “Molte delle richieste della Commissione sono già nella legge” 

Il Consigliere federale Alain Berset, direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica, ha dal canto suo replicato che tali parametri sarebbero già pubblici, ma che il governo federale può d’altronde fare ben poco, visto che il marchio appartiene alla Francia. Se la Svizzera dovesse adottare una normativa diversa, inoltre, il Nutri-Score non potrebbe più essere applicato nella Confederazione. Tra l’altro, ha aggiunto, questo sistema non è una raccomandazione nutrizionale, ma solo uno strumento per orientare i consumatori nelle loro scelte di acquisto.  

Il Consiglio federale aveva quindi raccomandato di respingere la mozione, anche perché, ha sottolineato Berset, molte delle richieste sarebbero già soddisfatte dalla legislazione in vigoreCollegamento esterno.  


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