La televisione svizzera per l’Italia

Contanti o carta? La Svizzera preferisce lasciare la libera scelta

Metodi di pagamento possibili elencati sulla porta di un esercizio.
In molte realtà stanno diventando molto diffuse anche forma alternative e senza contatto, come quelle con i cellulari. © Keystone / Christian Beutler

Il nuovo Governo italiano ha tentato senza successo di annullare la misura che obbliga i e le commercianti ad accettare il pagamento elettronico. Un problema che in molti altri Paesi, Confederazione compresa, non si pone.  

In Italia per mesi ha imperversato la polemica sulla necessità di poter o non poter pagare la merce o i servizi con la carta invece che con i contanti. Una vertenza che, come molti ricorderanno, è  stata risolta appena prima di Natale confermando l’obbligo di dar la possibilità di pagare elettronicamente. Un problema che in Svizzera e in altri Paesi sembra non essere pervenuto, anche se se ne è parlato.

Recentemente, il Consiglio federale si è infatti espressoCollegamento esterno in merito confermando che non ci sarà in futuro nessun obbligo di accettare il denaro contante in Svizzera. Una misura che, secondo il Governo elvetico, rappresenterebbe “una grave ingerenza nella libertà contrattuale e nel diritto fondamentale della libertà economica”.

Svizzera senza obblighi

Se, da una parte, non c’è stato bisogno di prevedere una normativa per l’accettazione del contante; dall’altra parte, non si è nemmeno verificata la necessità – come accaduto appunto in Italia – di introdurre obblighi alla possibilità di pagamento con POS (sigla che sta per “point of sale”, letteralmente “punto di vendita” e viene utilizzato per indicare la macchinetta per pagamenti elettronici).

Altri sviluppi
Una commessa di panetteria guarda lo schermo del computer mentre una cliente rimette in borsa il portafogli

Altri sviluppi

A Zurigo la panetteria che non accetta contanti

Questo contenuto è stato pubblicato al Non è la prima attività commerciale in Svizzera, ad accettare unicamente carte di credito o debito e applicazioni per smartphone. Ma fa notizia, perché la panetteria è quel genere di commercio al minuto dove, per l’entità degli acquisti, ci si aspetta di poter pagare con gli spiccioli. Invece no. Per un anno, a decorrere dallo…

Di più A Zurigo la panetteria che non accetta contanti

Nel documento elaborato dal GovernoCollegamento esterno, si evidenzia come nella Confederazione il contante svolga “una funzione di rilievo nel confronto internazionale, anche se tende a perdere importanza rispetto ai mezzi di pagamento alternativi. La pandemia da coronavirus ha poi accelerato i cambiamenti. Cionondimeno, il denaro contante svolge funzioni importanti per l’economia e la società. Assicura ad esempio alla collettività l’accesso alla moneta della banca centrale, rafforza la resilienza alle crisi in caso di interruzione del sistema di pagamento elettronico, tutela la sfera privata e consente alle persone che non dispongono di un conto bancario di partecipare alla vita economica”.

Riguardo alle abitudini di pagamento delle svizzere e degli svizzeri, in base a una recente ricercaCollegamento esterno della BNS (la Banca Nazionale Svizzera) risulta che l’importo da saldare influenza la scelta del mezzo di pagamento.

La quota di pagamenti in contanti diminuisce infatti all’aumentare dell’importo. A titolo di paragone, si legge nello studio BNS, i pagamenti fino a 50 franchi, nel 2017, venivano effettuati principalmente in contanti. Nel 2020, la soglia che fa propendere per i contanti è scesa a 20 franchi. Con l’avvento della pandemia da coronavirus, questo dato potrebbe essere ulteriormente evoluto a favore dei pagamenti digitali.

Sempre stando ai dati del 2020, la maggior parte delle transazioni tra i 50 e i 200 franchi vengono effettuate con carte. I pagamenti con carta di credito stanno diventando sempre più importanti per gli importi più elevati e in particolare sopra i 1000 franchi.

L’utilizzo di applicazioni di pagamento, come ad esempio Twint, è invece simile sia per i piccoli che per i medi importi (fino a 100 franchi) ed è quindi meno dipendente dall’importo da pagare.

Per il momento, quindi, una scomparsa generalizzata del denaro contante “dovrebbe essere evitata”. Detto ciò, il Governo “non vuole trasformare in obbligo la possibilità oggi esistente di escludere per contratto i pagamenti in contanti”. Tra l’altro, afferma il Consiglio federale, se tale norma dovesse venir introdotta occorrerebbe fare un’eccezione per il commercio online.

Gli altri Paesi: poche norme ma consuetudini diverse

Nel resto dell’Europa, l’obbligo come quello introdotto in Italia di accettare i pagamenti con carta per qualsiasi cifra non è affatto la norma. Ma c’è anche da dire che, rispetto all’Italia, negli altri Stati del continente, l’abitudine di pagare con mezzi digitali è ben più radicata e, in alcuni casi, l’attuazione di misure a contrasto dell’evasione fiscale è meno necessaria.

Altri sviluppi
Telefono con app Twint

Altri sviluppi

Coronavirus, boom dei pagamenti senza contanti

Questo contenuto è stato pubblicato al La pandemia di coronavirus ha dato una spinta al pagamento senza contanti, utilizzato in sempre più situazioni.

Di più Coronavirus, boom dei pagamenti senza contanti

Secondo il più recente dei rapporti CashlessCollegamento esterno, stilato da The European House-Ambrosetti, il Paese si trova infatti al terzultimo posto (dopo Bulgaria e Romania) per il numero di transazioni pro-capite (il totale suddiviso per numero di cittadini che vivono in un determinato Paese) effettuate con strumenti di pagamento elettronici. In base ai dati presi in considerazione (quelli del 2020), l’Italia si piazza quindi al 25esimo posto su 27.

Per avere un quadro completo della reale situazione italiana, a queste informazioni bisogna inoltre aggiungere che, nel Paese, circa il 7% della popolazione non ha accesso a una banca nel proprio comune di residenza dove poter prelevare contanti.

Premesso che bancomat e apparecchi ATM non sono sempre tracciabili ed è quindi difficile stabilirne l’effettiva presenza sul territorio, secondo una ricerca della Federazione Autonoma Bancari ItalianiCollegamento esterno (FABI), in Italia ci sono più 3’000 comuni (il 38% del totale) in cui non sono più presenti filiali di istituti bancari cui rivolgersi per il prelievo del contante.

Un limite, questo, che concerne più di 4 milioni di persone, ma con significative differenze geografiche. Tra le grandi regioni, quella che contempla una minore capillarità di banche è la Calabria. Qui, il 28,8% delle persone residenti non ha nessun istituto nelle vicinanze. Seguono il Piemonte (13,8%), l’Abruzzo (12,6%) e la Campania (12,5%). Fra le regioni più piccole, la situazione peggiore è in Molise, con il 37,3%, e in Valle D’Aosta (33,4%). Emilia-Romagna e Toscana sono invece le regioni con una maggiore diffusione di sportelli bancari con solo l’1,2% e l’1,5% delle persone lontane dagli stessi.

Per quanto riguarda il valore medio per il quale viene preferita una transazione con carta ai contanti, l’Italia rimane il Paese con il valore più elevato d’Europa (in media 57,5 euro), insieme a Lussemburgo (55 euro) e Portogallo (49,4 euro); distante da Stati come Polonia (15,1 euro), Estonia (19 euro) e Lituania (20,2 euro). Un ulteriore elemento a conferma di come il cashless (ossia “senza contanti”) faccia ancora fatica a insediarsi tra i comportamenti quotidiani delle italiane e degli italiani. Una questione che, in base ai fatti, sembra quindi più culturale che pratica. 

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Partecipa alla discussione!

I contributi devono rispettare le nostre condizioni di utilizzazione. Se avete domande o volete suggerire altre idee per i dibattiti, contattateci!

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR