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"Troppe donne sono ancora vittime di reati violenti"

In Svizzera i femminicidi nel 2021 sono aumentati di un terzo rispetto al 2020 Copyright 2021 The Associated Press. All Rights Reserved

Ogni anno in Svizzera vengono denunciati 20'000 reati violenti avvenuti a livello domestico e la maggioranza delle vittime è donna.

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 novembre 2021 - 08:00
tvsvizzera.it/mrj

Troppi, secondo gli addetti ai lavori che martedì alla Conferenza nazionale sulla violenza hanno discusso di strategie per ridurre casi e femminicidi. Femminicidi che quest’anno sono aumentati di un terzo rispetto al 2020 (ne sono già stati commessi 23, stando a stopfemizid.chLink esterno).

Le leggi per proteggere le vittime ci sono, afferma la direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter, ma si può migliorare la prassi: “Con la sola legge non si possono evitare i reati e la violenza. Servono miglioramenti nella collaborazione tra le autorità, nel riconoscimento tempestivo della minaccia e nella sua gestione.”

Un modo per farlo è dato dalla revisione del Codice penale - in vigore dal luglio 2020 - che consente di sospendere il procedimento contro gli autori di violenza che si impegnano in un programma di prevenzione.

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Una via scelta, per esempio, dal canton Zurigo, dove il numero dei partecipanti a questi corsi è quadruplicato. “Questi programmi hanno successo. Lo vediamo nel calo del rischio di recidiva, la cui quota è nettamente inferiore negli autori di violenza che seguono questi corsi di prevenzione”, spiega Jacqueline Fehr, direttrice del Dipartimento di giustizia del cantone. “Lo vediamo anche a livello finanziario: ogni franco investito nella formazione ci permette di risparmiarne cinque che dovremmo pagare se il reato venisse ripetuto”.

Secondo la copresidente della Conferenza contro la violenza domestica, “il parere della vittima dovrebbe essere considerato di più nel lavoro delle forze dell'ordine. Occorrerebbe chiedersi maggiormente cosa pensa, se ha paura e ascoltarla, sia lei che le associazioni di aiuto”.

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