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Erdogan vince, l’opposizione non ci sta

Recep Tayyip Erdogan festeggia l'ennesimo trionfo nelle elezioni anticipate in Turchia. La Commissione elettorale suprema ha infatti confermato la sua vittoria. Venerdì dei dati ufficiali. Il capo dello stato uscente avrà in mano larghissimi poteri attributi dal nuovo sistema presidenziale.


“Una vittoria della democrazia”, l’ha definita, rivendicando il successo in un breve discorso. Ma il suo 52,55% (26 milioni di voti) non placa le proteste delle opposizioni, che denunciano una “manipolazione” dei dati da parte dell’agenzia statale Anadolu e gridano ai brogli, dopo aver chiesto ai suoi sostenitori di non lasciare incustodite le urne.

Ancora ieri in tarda serata, il Chp parlava di “alta probabilità di un secondo turno” in base alle cifre reali. Ma nel centro di Istanbul i sostenitori del Sultano sono sfilati con caroselli di auto inneggiando ad Allah, ormai certi della vittoria.

Potere quasi assoluto

Anche la coalizione che sostiene Erdogan mantiene la maggioranza assoluta in Parlamento, grazie al risultato sopra le attese dei nazionalisti dell’Mhp, veri vincitori di questo voto. Senza di loro, l’esito sarebbe stato rovesciato. Ora, per il Sultano si profila un mandato di cinque anni con poteri quasi assoluti, ma in un Paese sempre spaccato a metà. Per il nuovo esecutivo la priorità sarà l’economia, dopo il crollo della lira turca che negli ultimi due mesi ha perso il 20%.

L’aiuto dei nazionalisti

Per il Parlamento, la coalizione del Popolo Akp-Mhp si assicura circa 340 dei 600 seggi con il 53,5% complessivo. Ma il partito di Erdogan perde molti consensi e senza i nazionalisti, che con l’11% ottengono una cinquantina di seggi e si rilanciano al centro della scena politica, non sarebbe riuscito a tenere la maggioranza assoluta. Ora, è probabile che l’agenda di governo ne risulti fortemente influenzata. L’alleanza della Nazione del Chp con il Buon Partito di Akesener e gli islamisti del Sp si ferma a 191 seggi con il 34%. In Parlamento entrano ancora i filo-curdi dell’Hdp, superando la soglia di sbarramento del 10% e conquistando 67 deputati.

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