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Svizzera-Ue, la Francia tende una mano

Il presidente François Hollande interverrà personalmente con l'Unione europea per trovare una soluzione alle questioni bilaterali con la Svizzera

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Nei giorni del Forum economico mondiale di Davos, la priorità del Consiglio federale era di avanzare nei rapporti con l’Unione europea, di spiegare la posizione della Svizzera sui molti dossier aperti, a cominciare da quello della libera circolazione.

Se la strategia era ottenere il sostegno dei Paesi vicini, l’obbiettivo è stato raggiunto: il presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann ha ottenuto l’appoggio del presidente francese François Hollande, volando sabato da Davos a Colmar, per l’inaugurazione del museo Unterlinden.

“Sono dalla vostra parte per facilitare le relazioni con l’Unione europea perché dobbiamo trovare delle soluzioni”, ha detto Hollande. “So che sul tavolo ci sono delle proposte e so che bisogna fare in fretta. Interverrò presso la Commissione europea per favorire una soluzione”.

Le parole di Hollande sono musica per le orecchie di Schneider-Ammann, che già durante il forum di Davos ha incontrato ministri, capi di Stato e di Governo europei per promuovere la clausola di salvaguardia.

“Abbiamo fatto molti colloqui, alcuni molto importanti”, ha spiegato il presidente della Confederazione. “Incontri che ci hanno permesso di spiegare perché vogliamo far rispettare la volontà popolare e introdurre delle limitazioni alla libera circolazione. E perché in tale senso la clausola di salvaguardia potrebbe essere una soluzione. I paesi vicini possono aiutarci. Se i paesi vicini sono d’accordo con la nostra proposta, sarà’ più facile convincere anche gli altri”.

Ad aver convinto sono sicuramente i buoni uffici della diplomazia elvetica. Per questo a Davos il ministro degli esteri Didier Burkhalter ha ricevuto le lodi del Segretario di Stato statunitense John Kerry per aver contribuito al ritorno in patria di 5 suoi concittadini.

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