Matrimonio e fisco: quarant’anni di battaglia per l’equità

La battaglia politica per non penalizzare le coppie sposate davanti al fisco ha vissuto mercoledì un nuovo capitolo. L'iniziativa del Centro "Sì a imposte federali eque anche per i coniugi" è stata respinta dal Consiglio nazionale con 99 voti contro 92, dopo una discussione maratona con 45 oratori. Ora il dossier passa al Consiglio degli Stati.
Sposarsi in Svizzera può costare caro. Non per l’abito bianco o il ricevimento, ma per le tasse. Le coppie sposate pagano quasi sempre più imposte federali dirette rispetto ai conviventi con gli stessi redditi. Una discriminazione che ha attraversato generazioni di politici, sentenze di tribunali e iniziative popolari.
La situazione attuale
La cosiddetta “penalizzazione del matrimonio” nasce da un meccanismo semplice ma dalle conseguenze complesse. In Svizzera, a differenza dell’Italia, le coppie sposate vengono tassate congiuntamente: i redditi dei due partner vengono sommati e considerati come un unico reddito familiare. Le persone singole e le coppie non sposate, invece, sono tassate individualmente.
Il problema sorge con la progressione fiscaleCollegamento esterno: più alto è il reddito, più alta è l’aliquota applicata. Così, una coppia sposata con due redditi da 60’000 franchi ciascuno viene tassata su 120’000 franchi complessivi, finendo in uno scaglione fiscale più alto rispetto a due conviventi che pagano le tasse separatamente sui loro 60’000 franchi individuali.
Per esempio, per quanto riguarda l’imposta federale diretta, una coppia non sposata, in cui ciascuno dichiara un imponibile di 60’000 franchi, versa due volte l’importo di 671 franchi, per un totale di 1’342 franchi. Se la stessa coppia fosse sposata, pagherebbe 2’930 franchi. (Calcolate le vostre imposteCollegamento esterno).
Gli ultimi sviluppi nel servizio del TG 20.00 della RSI del 17 settembre 2025:
Un sistema con 26 varianti cantonali
Il sistema fiscale svizzero per le famiglie è in realtà un mosaico di soluzioni diverseCollegamento esterno. A livello federale, l’articolo 9 della Legge sull’imposta federale direttaCollegamento esterno stabilisce l’imposizione congiunta per i coniugi, considerando il matrimonio come una “comunione economica”. Per attenuare gli effetti della progressione, esistono alcuni correttivi: una deduzione per coniugi di 2’800 franchi e una deduzione per doppio reddito che può arrivare al massimo fino a 13’900 franchi.
In Svizzera, le imposte sono riscosse da Confederazione (livello federale), Cantoni (26 in totale) e Comuni (oltre 2’000).
Imposte federali
La Confederazione può riscuotere solo le imposte previste dalla Costituzione, tra cui, l’imposta federale diretta (sul reddito delle persone fisiche e giuridiche) e l’IVA (Imposta sul valore aggiunto).
Imposte cantonali
Ogni Cantone ha autonomia fiscale e una propria legge tributaria. I Cantoni tassano il reddito, la sostanza, le successioni e gli utili immobiliari e altri oggetti fiscali. Le aliquote e le deduzioni variano da Cantone a Cantone.
Imposte comunali
I Comuni riscuotono imposte solo se autorizzati dal Cantone. Di solito prelevano un supplemento sull’imposta cantonale (moltiplicatore comunale), oppure ricevono una quota del gettito cantonale.
Ma è a livello cantonaleCollegamento esterno che il panorama diventa davvero variegato. I 26 Cantoni hanno adottato soluzioni molto diverse per correggere la penalizzazione del matrimonio: otto Cantoni (tra cui Zurigo, Berna e TicinoCollegamento esterno) applicano un sistema a tariffa doppia (significa che il Cantone ha due scale fiscali diverse, più alta per i single, più bassa per le coppie sposate), sette hanno introdotto lo splitting integrale dove il reddito familiare viene diviso per due prima di calcolare l’imposta (come Basilea Campagna e Ginevra), altri sette utilizzano lo splitting parziale con divisori diversi. Il Vallese applica una tariffa unitaria, Uri e Obvaldo hanno una flat tax, mentre Vaud ha un sistema di quozienti per famiglia unico in Svizzera, sul modello francese. (Il quoziente familiare è un coefficiente che varia in base alla composizione del nucleo familiare. In pratica, più grande è la famiglia, più basso sarà il tasso d’imposizione applicato al reddito complessivo).
Questa frammentazione crea un paradosso: mentre le coppie sposate subiscono trattamenti fiscali diversi a seconda del Cantone di residenza, le coppie non sposate sono sempre tassate individualmente ovunque.
La sentenza che ha cambiato tutto
Il punto di svolta arriva nel 1984, quando il Tribunale federale emette una sentenza storica: la tassazione congiunta delle coppie sposate viola il principio costituzionale di uguaglianza. Da quel momento, il tema diventa una priorità politica, ma le soluzioni si arenano tra divergenze ideologiche e timori di perdite fiscali per Confederazione e Cantoni.
Per decenni, il problema resta irrisolto. Le coppie sposate continuano a pagare il “prezzo” della loro scelta di vita, mentre il dibattito politico si accende e si spegne senza trovare una soluzione condivisa.
L’iniziativa delle Donne PLR
L’impulso decisivo arriva nel 2021 con l’IniziativaCollegamento esterno per imposte eque lanciata dalle Donne PLR (Partito liberale radicale). La proposta è radicale: tassazione individuale per tutti, indipendentemente dallo stato civile. “Chi lavora di più non deve essere punito dal fisco solo perché è sposato”, affermano le promotrici, che vedono nel sistema attuale non solo un’ingiustizia fiscale, ma anche un freno alla parità di genere e alla partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Il dibattito parlamentare è stato serrato e le votazioni risicate. Il Consiglio nazionale ha approvato l’iniziativa con una maggioranza di soli otto voti (101 a 93), mentre il Consiglio degli Stati ha dato il via libera con 23 voti contro 22, grazie al voto decisivo del presidente della Camera, Andrea Caroni (PLR). In parallelo, è stato elaborato un controprogetto indiretto che traduce il principio dell’imposizione individuale in legge ordinaria, evitando una modifica costituzionale.
Un controprogetto indiretto Collegamento esternoè uno strumento del sistema politico svizzero. Si tratta della reazione da parte del Consiglio federale o del Parlamento in relazione ad un’iniziativa popolare. Un’iniziativa popolare vuole modificare la Costituzione. Con un controprogetto indiretto, il Parlamento può proporre in alternativa una modifica della legge. Il comitato d’iniziativa in conseguenza può decidere se desidera ritirare la propria iniziativa o meno.
Se l’iniziativa viene ritirata, la legge entra in vigore. Se l’iniziativa non viene ritirata, avrà luogo una votazione popolare sull’iniziativa. In caso di approvazione dell’iniziativa, quest’ultima entra in vigore. Nel caso contrario, è la legge proposta che entra in vigore. Ciò succede a condizione che non venga lanciato un referendum contro la legge proposta.
Nel caso dell’iniziativa per imposte eque, il Parlamento ha approvato un controprogetto indiretto che introduce la tassazione individuale tramite una modifica legislativa. Questo permette di realizzare l’obiettivo dell’iniziativa senza cambiare la Costituzione, e offre la possibilità al PLR di ritirare l’iniziativa se il controprogetto entra in vigore.
Il 20 giugno 2025, il Parlamento ha dato il via libera all’introduzione dell’imposizione individuale. La riforma dovrebbe entrare in vigore nei prossimi anni, ponendo fine a quattro decenni di incostituzionalità.
Ma la questione non è ancora completamente chiusa: come prevede la democrazia svizzera, la legge può essere sottoposta a referendum facoltativo se vengono raccolte 50’000 firme entro 100 giorni. Economiesuisse ha annunciatoCollegamento esterno che “è prevedibile un referendum contro il controprogetto, che darebbe l’ultima parola al popolo”. Per questo motivo, le Donne PLR non hanno ancora ritirato la loro iniziativa, mantenendo aperta una doppia strategia in vista di un possibile voto popolare.
L’iniziativa del Centro: riparare invece che rivoluzionare
Mentre il Parlamento ha già scelto la strada della tassazione individuale, il Centro (partito di centro-destra) ha tentato un approccio diverso. L’iniziativa popolare discussa mercoledì “Sì a imposte federali eque anche per i coniugi – Basta con la discriminazione del matrimonio!” propone una filosofia diversa: mantenere il principio della tassazione congiunta, ma iscrivendo nella Costituzione il divieto assoluto di svantaggiare le coppie sposate.

Altri sviluppi
Depositate a Berna oltre 200’000 firme per mettere fine alla discriminazione delle coppie sposate
La proposta del Centro è più conservatrice: invece di abbandonare il modello del nucleo familiare tassato come un’unica entità, si chiede di “ripararlo” con correttivi tecnici come lo splitting (divisione fittizia del reddito) o un calcolo d’imposta alternativo. In pratica, l’amministrazione fiscale calcolerebbe l’imposta per le coppie sposate sia secondo il sistema attuale sia come se fossero due persone non sposate, applicando poi automaticamente la tassazione più vantaggiosa.
Lo scontro di visioni
L’Esecutivo federale ha chiesto al Parlamento di respingere seccamente l’iniziativa del Centro, senza nemmeno presentare un controprogetto. La ragione è semplice: il Governo sta già lavorando, su mandato dello stesso Parlamento, all’introduzione dell’imposizione individuale come nuovo standard per tutti.
Secondo il Consiglio federale, l’iniziativa del Centro non solo è superata, ma rema nella direzione sbagliata. Mantenere la tassazione congiunta, anche se corretta, continuerebbe a frenare la parità e il potenziale del mercato del lavoro.
L’epilogo di una lunga storia
Il voto di mercoledì (99 contro 92) ha confermato la linea governativa, ma la battaglia non è finita. Il Consiglio degli Stati, tradizionalmente più conservatore e attento agli equilibri federali, potrebbe riservare sorprese.
Se anche la Camera alta respingesse l’iniziativa del Centro, la strada sarebbe spianata per la tassazione individuale. Ma resta l’incognita del referendum popolare: sarà probabilmente il popolo svizzero ad avere l’ultima parola su come tassare le famiglie del futuro.

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