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Verso una stretta sui 30 km/h nelle città svizzere

Diversi cartelli stradali che indicano i 30 km/h
Keystone / Michael Buholzer

Il Consiglio federale vuole frenare la diffusione incontrollata del limite di 30 km/h nei centri urbani. Le modifiche legislative in tal senso, richieste da una mozione approvata dal Parlamento, sono ora in consultazione. La misura divide il Paese tra chi invoca maggiore sicurezza e chi difende la fluidità del traffico. 

Il dibattito sull’introduzione del limite di velocità di 30 km/h nei centri urbani svizzeri si riaccende. A rilanciarlo ci ha pensato la mozioneCollegamento esternoGarantire la gerarchia della rete stradale nei centri abitati e fuori” presentata dal consigliere nazionale liberale radicale lucernese Peter Schilliger, membro anche del consiglio d’amministrazione del Touring Club Svizzero. Associazione che da sempre si oppone alla diffusione del limite di 30 km/h su tutte le strade urbane. 

Approvata dal Parlamento nel marzo 2024 con il voto di entrambe le Camere, la mozione chiede di modificare le disposizioni della legge federaleCollegamento esterno sulla circolazione stradale per preservare la gerarchia e le funzioni della rete viaria svizzera. 

Il testo della mozione è chiaro e dettagliato: le strade a prevalenza motorizzata nei centri abitati, destinate a “dirigere, collegare e convogliare il traffico”, devono mantenere “la velocità massima uniforme di 50 km/h”, salvo poche eccezioni. La riduzione a 30 km/h dovrebbe essere riservata alle strade residenziali, che hanno “la funzione di convogliamento del traffico nei quartieri abitativi e di servizio ai residenti”, e solo “su richiesta degli abitanti interessati e delle autorità”. 

Secondo Schilliger, “attualmente in molti comuni e città si sta diffondendo in maniera caotica il limite di 30 km/h nei centri abitati, anche su strade a prevalenza motorizzata, a discapito della funzionalità della rete”. Il parlamentare lucernese denuncia come “molti comuni cerchino di aggirare la legge e di creare zone 30 anche dove non sarebbero necessarie”, generando confusione tra gli utenti della strada e compromettendo l’efficienza del sistema viario. 

>>La mozione accolta dai due rami del parlamento:

Altri sviluppi

La mozione evidenzia inoltre un problema di leggibilità: “la regolamentazione vigente su un determinato segmento stradale (limite generale di 50 km/h, tratto con limite di 30 km/h, zona 30) non è facilmente riconoscibile dagli utenti, il che è problematico anche in considerazione del rigoroso sistema sanzionatorio svizzero”. 

La risposta articolata del Consiglio Federale

Il Consiglio federale, seppur contrario, ha dovuto dar seguito alla mozione Schillinger. Il 3 settembre ha avviato la consultazione sulle modifiche all’ordinanza sulla segnaletica stradale (OSStrCollegamento esterno) e all’ordinanza contro l’inquinamento fonico (OIFCollegamento esterno). La risposta del Governo cerca di bilanciare le diverse esigenze emerse dal dibattito. 

Le modifiche proposte prevedono che la perizia tecnica, già oggi richiesta per ridurre il limite di velocità su assi viari principali, debba in futuro dimostrare specificamente che il provvedimento “non causa lo spostamento indesiderato del traffico verso strade residenziali”. Si precisa inoltre che nelle zone 30 su strade a prevalenza motorizzata “non può essere introdotto l’obbligo di precedenza da destra”, mentre rimangono “consentiti gli attraversamenti pedonali segnalati”. 

Il Consiglio federale ha chiarito che “il progetto non prevede alcun divieto generale del limite di 30 km/h sulle strade a prevalenza motorizzata”. Per le strade particolarmente trafficate, l’esecutivo prevede l’obbligo di pavimentazioni fonoassorbenti, ma “è possibile ridurre temporaneamente il limite di velocità per ragioni di protezione fonica fintantoché non saranno posati rivestimenti antirumore”. 

Significativamente, il Governo ha precisato che “rimane invariata la possibilità di istituire zone 30 su strade residenziali”. Dal 1° gennaio 2023, questa opzione – ricorda l’esecutivo federaleCollegamento esterno – è semplificata e “non è vincolata a una perizia tecnica: il limite di 30 km/h può essere introdotto anche esclusivamente allo scopo di migliorare la qualità della vita”. 

La resistenza crescente dei Cantoni

La spinta per limitare i 30 km/h si manifesta con crescente intensità a livello cantonale. Come riporta SRFCollegamento esterno, le città sono generalmente favorevoli, mentre cresce la resistenza da parte dei Cantoni. 

Particolarmente significativo il caso di San GalloCollegamento esterno, dove il parlamento cantonale ha deciso che la città non potrà più introdurre autonomamente un limite di 30 km/h e che sarà il Cantone a decidere. Controversie simili si registrano nei cantoni di Lucerna, Berna, Basilea e Ginevra. 

Nel Canton Argovia l’elettorato deve sempre avere l’ultima parola sui limiti di velocità a 30 km/h. A Zurigo, il parlamento cantonale ha adottato un’iniziativa del Partito liberale radicale (PLR) e dell’Unione democratica di centro (UDC) per rendere più difficile l’introduzione di 30 km/h da parte delle città di Zurigo e Winterthur. 

Le ragioni scientifiche dei 30 km/h

Le ragioni a favore dei 30 km/h trovano fondamento nei dati dell’Ufficio prevenzione infortuni (UPI). Nel novembre 2023, l’UPI ha fornito cifre preciseCollegamento esterno: in Svizzera sulle strade urbane con limite di 50 km/h muoiono ogni anno 80 persone e 1’900 rimangono gravemente ferite. 

Secondo l’UPI, l’introduzione del limite di 30 km/h ovunque la sicurezza lo richieda consentirebbe di evitare almeno un terzo degli incidenti gravi. L’Ufficio propone un “modello 30/50″ con limiti più bassi laddove una strada sia circondata da edifici e frequentata da pedoni e ciclisti. 

Il caso emblematico di Losanna

L’esperienza di Losanna rappresenta il laboratorio più avanzato sui 30 km/h. Da settembre 2021, il capoluogo vodese è la prima città della Confederazione a generalizzare il limite di 30 km/h, inizialmente solo notturno (22-6), su 120 strade per quasi 60 chilometri di rete urbana. 

Florence Germond, municipale responsabile della mobilità, ha stilato a suo tempo un bilancio positivo con tvsvizzera.it: “La stragrande maggioranza della cittadinanza sostiene la misura e continua a ringraziarci. Dai controlli risulta che l’85% degli automobilisti rispetta la limitazione”. 

I benefici misurati sono significativi. Germond spiegava: “Diminuire la velocità da 50 a 30 km/h significa ridurre il rumore del traffico della metà. Inoltre, di notte i rumori molesti sono scesi dell’80%”. 

>>30 km/h, ecco come è stata accolta la misura a Losanna:

Altri sviluppi

A fine novembre 2022 il Consiglio comunale ha approvato “il principio della generalizzazione del limite di 30 km/h in città, giorno e notte”, con applicazione entro il 2030. Germond motivava anche con la sicurezza: “Se si viene investiti a 30 km/h si ha il 90% di possibilità di sopravvivere. Percentuale che scende al 30% se si viene investiti a 50 km/h”. 

Le opposizioni politiche ed economiche

Non tutti condividono l’entusiasmo per i 30 km/h. Sempre a Losanna Mathilde Maillard, presidente del Partito liberale radicale locale, è stata critica parlando con tvsvizzera.it: “Losanna è un centro economico, la capitale del Canton Vaud. La città deve essere facilmente accessibile a tutti, soprattutto a coloro che non vivono a Losanna ma che devono venire in città per lavoro, affari, commercio e divertimento”. 

Critico anche il senatore ticinese del Centro Fabio Regazzi, presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri, che al momento della presentazione della mozione nel marzo 2024 ha contestato l’introduzione dei 30 km/h, ritenendo che la misura ostacoli le PMI attive nella distribuzione, dove i tempi di consegna sono sempre più importanti con gli acquisti online. Regazzi ha ricordato che la popolazione ha dimostrato più volte alle urne di essere contraria alla generalizzazione del limite dei 30 km/h nei centri. (L’ultima volta nel 2001, quando il 79,7% degli elettori svizzeri respinse l’iniziativa “Strade per tutti”Collegamento esterno che proponeva i 30 km/h generalizzati). 

Lo stesso consigliere federale Albert Rösti, responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATECCollegamento esterno), al momento della discussione in Parlamento ha definito la mozione “inutile, dal momento che già ora è necessaria una perizia motivata per introdurre il limite di 30 km/h su alcune tratte stradali”. 

La consultazione sulle modifiche normative durerà fino al 5 dicembre 2025. 

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