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Sulle vie di "Captagon", nuovo blitz per il traffico di droga che tocca l'Italia e il Ticino

Il sequestro avvenuto a Salerno nel 2020. Keystone / Ciro Fusco

L'inchiesta "Càptagon" portò l'anno scorso al sequestro di 14 tonnellate di anfetamine al porto di Salerno. A curarne il trasporto un 45enne italiano di Barbengo. Stamane oltre confine è scattato un nuovo blitz, che ha portato al fermo di tre suoi sodali, un di questi residente a Biasca. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 novembre 2021 - 20:09
tvsvizzera.it/MaMi

Lo si potrebbe definire un “tour operator” della droga che, dal centro di Lugano, garantiva la logistica per il trasporto di qualsiasi tipo di stupefacente. E per conto di chiunque glielo chiedesse: dall’Isis alle organizzazioni criminali albanesi.

Lui è il 45enne italiano residente a Barbengo arrestato in Italia con l’operazione “Captagon”. Quella che nella prima metà del 2020 garantì il sequestro, nel porto di Salerno, di qualcosa come oltre 17 tonnellate di sostanza: tre di hashish e 14 di anfetamine (il Captagon appunto). La maggior parte delle pastiglie era stata nascosta nella seconda delle due spedizioni effettuate via mare, in una quarantina di grossi cilindri di carta ad uso industriale.

Il carico, partito dalla Siria e diretto in Libia, era formalmente intestato a una società riconducibile al faccendiere 45enne con sede in una fiduciaria luganese. Il maxi-sequestro di anfetamine – il più importante della storia – non bloccò però le attività dell'uomo. Oggi si è appreso infatti che successivamente tentò (senza successo) di orchestrare, per conto di una banda di cittadini albanesi, altre due spedizioni. Una dal Sud America, di 600 chili di cocaina. L’altra dal Nord Africa, di un quantitativo ancora più ingente di hashish. Trasporti previsti stavolta con voli privati, che sarebbero dovuti atterrare in aeroporti italiani.

Il 45enne e lo spedizioniere salernitano a cui si era appoggiato per le anfetamine sono in carcere dal mese di agosto. Stamane c'è stato il nuovo blitz, che nella penisola ha interessato le procure di Napoli e Palermo. Sul fronte partenopeo è stato disposto il fermo di otto persone, tre delle quali sono sodali dell’imprenditore. Compreso un 56enne italiano residente a Biasca, preso in giornata oltre confine. 

Per condurre le indagini è stata creata una squadra investigativa comune, che ha visto coinvolta l’antenna luganese della procura e della polizia federali. Impossibile, però, avere dettagli sul lavoro svolto dalle autorità elvetiche. Già nei mesi scorsi il ministero pubblico della Confederazione aveva preferito non rilasciare dichiarazioni.

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