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Traffico di droga camorrista, legami anche in Svizzera

due carabinieri
Immagine d'archivio Keystone / Ciro Fusco

Un 45enne italiano residente in Svizzera è stato arrestato in Italia a causa del suo coinvolgimento in un traffico di stupefacenti in odore di Camorra smantellato l'anno scorso nel porto di Salerno: vennero sequestrate 17 tonnellate di droga, tra anfetamine e hashish. L'uomo, residente nel Luganese, è finito in manette martedì. 

Si confermano così gli stretti legami tra il Ticino a l’organizzazione mafiosa: la Guardia di finanza salernitana ha arrestato l’uomo, titolare di un’azienda di servizi, che ora è rinchiuso nel carcere di Rebibbia. Insieme a uno spedizioniere doganale 49enne (ora ai domiciliari)  si sarebbe adoperato per modificare, sulla carta, il luogo di provenienza dei container. Lo spedizioniere, dal canto suo, emetteva altre polizze di carico. 

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Il “modus operandi” e il sistema di pagamenti, sempre effettuati estero su estero dalla società di trasporto elvetica, sono stati smascherati attraverso un’intensa attività investigativa (intercettazioni telefoniche, intercettazioni ambientali, accertamenti bancari).

Il maxi-sequestro

Le autorità italiane avevano parlato dell’operazione un anno fa – il 1. luglio per la precisione – annunciando che si trattava del più grande sequestro di anfetamine al mondo: il carico, intestato a una società di Lugano, era partito dalla Siria e, formalmente, era destinato alla Libia. 

In quei container gli agenti avevano trovato 84 milioni di pastiglie, nascoste soprattutto in cilindri di carta ad uso industriale: 14 tonnellate di droga, da aggiungere alle 3 della spedizione intercettata nei giorni precedenti. Con le stesse modalità, in mezzo a una partita di vestiti contraffatti erano stati inviati 2’800 chili di hashish e 190 chili di captagon. Quest’ultima è la cosiddetta “droga dell’IS”, utilizzata dai combattenti del sedicente Stato islamico per inibire paura e dolore.

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