Hotel convertibili per alta e bassa stagione

Tra chiudere del tutto in bassa stagione, e tenere aperto nonostante le entrate non siano sufficienti a coprire i costi, per gli alberghi delle regioni turistiche esiste una terzia via: mantenere un'offerta ridotta. È quel che sta tentando, tra gli altri, un hotel in Engadina, al quale ha fatto visita la Radiotelevisione svizzera.
Da inizio dicembre, l’Hotel S. tornerà a chiamarsi Saratz (per esteso) e a essere un quattro stelle superior. Ma al momento di stelle ne ha soltanto tre, il che significa niente zona wellness e un buffet della colazione meno sontuoso, ma anche un prezzo di un terzo inferiore, e dunque accessibile a un pubblico più ampio.

Nel primo fine settimana di apertura, a ottobre, le 40 camere (su 93) per le quali era prevista l’apertura sono state tutte occupate, conferma il co-direttore della struttura Martin Scherer: è stato necessario prepararne una decina in più.
Può funzionare, ma…
L’idea è buona, conferma il docente esperto di management alberghiero Norbert Hofburger. Lo riconosce anche il presidente di Hotelleriesuisse Grigioni, Ernst Wyrsch, secondo il quale, tuttavia, può funzionare solo se circoscritta a poche strutture.
“Bisogna disporre di certe dimensioni e di una certa flessibilità”, spiega Wyrsch. “Inoltre, credo sia un’idea praticabile per uno o due hotel per destinazione turistica, non per tutti”.
Quanto ai rischi per la reputazione dell’hotel, ovvero che un ospite rimanga deluso poiché non trova ciò a cui era abituato o che gli è stato riferito?
È proprio questa la ragione del diverso nome durante la “pre-apertura”. “Ci differenziamo in modo chiaro”, sottolinea Scherer. “Secondo me è un’opportunità, per l’hotel certo, ma anche per il nostro personale e per la regione.”

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