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Gli accordi commerciali e le rivalità strategiche tra India e Cina

carta di Laura Canali

di Giorgio Cuscito (Limes)

Xi Jinping e Narendra Modi hanno gettato le basi per migliorare la cooperazione economica tra Pechino e Delhi, ma i nuovi incidenti lungo la catena himalayana e i rispettivi progetti infrastrutturali confermano che i due paesi non possono considerarsi alleati

Cina e India intendono migliorare la collaborazione economica ma relegano solo in apparenza le loro vecchie ruggini in secondo piano. Questo emerge dal viaggio del presidente cinese Xi Jinping nella democrazia più popolosa del mondo per il primo incontro bilaterale con il premier indiano Narendra Modi, eletto lo scorso maggio.

Il clima del meeting, infatti, è stato parzialmente guastato dalla notizia di un nuovo episodio di tensioneCollegamento esterno lungo la Line of actual control (Lac), che separa ufficialmente Cina e India lungo la catena himalayana.

Gli accordi economici

I due leader si sono incontrati ad Ahmedabad, nello Stato del Gujarat (nell’Ovest del paese), di cui Modi è stato primo ministro tra il 2001 e il 2014. Il capo di governo indiano ha potuto mostrare a Xi le potenzialità economiche del suo paese. Secondo Forbes, nel 2010 Ahmedabad è stataCollegamento esterno la terza metropoli al mondo per rapidità di crescita economica, dopo le cinesi Chengdu e Chongqing. Mentre l’Economist ha soprannominato il Gujarat il “Guangdong indiano”, paragonandola a una delle regioni più prospere della Repubblica popolare.

Xi e Modi hanno firmato dodici accordi economici. Uno di questi prevede che Pechino investaCollegamento esterno venti miliardi di dollari in India nei prossimi cinque anni, in particolare nel settore ferroviario. Proprio nel Guajarat e nel Maharashtra, Stato al centro del paese, Pechino creerà due parchi industriali.

I due leader hanno discusso anche di come migliorare la cooperazione nel settore energetico e in quello aerospaziale.

La Cina è il più grande partner commerciale dell’India. Lo scorso anno l’interscambio è stato pari a 65.5 miliardi di dollari, ma l’obiettivoCollegamento esterno è raggiungere quota 100 nel 2015. Possibilmente riducendo il deficit commercialeCollegamento esterno (31.4 miliardi di dollari) dell’India nei confronti della Cina.

La contiguità geografica e le aspirazioni regionali segnano da sempre il rapporto tra questi due paesi.

Nuovi sconfinamenti lungo la catena himalayana

Mentre Xi e Modi facevano affari, i soldati dei rispettivi eserciti (500 unità ciascuno secondo una fonte anonima citata da BloombergCollegamento esterno) si fronteggiavano a Chumur nel Ladakh, lungo la Lac. Secondo i media indianiCollegamento esterno, i cinesi stavano costruendo delle strade provvisorie fuori da propri confini.

Dalla fine degli anni Quaranta – quando India e Pakistan ottennero l’indipendenza e la Cina divenne Repubblica Popolare – Delhi e Pechino rivendicano la sovranità di alcuni territori lungo la catena himalayana. Lì i confini tra India britannica, Cina e Tibet furono tracciati da Londra e Lhasa (senza il consenso di Pechino) con il trattato di Simla del 1938.

Quando nel 1949 Mao prese il potere, la riaffermazione della piena sovranità cinese sul Tibet divenne una priorità. L’anno successivo l’esercito cinese lo invase, eliminando l’unico Stato cuscinetto che separava la Repubblica popolare dall’India.

Dopo nove anni di repressione da parte dei cinesi, a Lhasa scoppiò una violenta rivolta che si diffuse in tutto il territorio tibetano. L’India accolse il Dalai Lama a Dharamsala, dove da allora ha sede il governo in esilio. L’ospitalità offerta da Delhi al leader tibetano è un affronto che Pechino non ha mai dimenticato.

Nel 1962, la tensione tra i due paesi si tradusse in un conflitto a fuoco di un mese che terminò con la creazione della Lac, che assegna il territorio dell’Aksai Chin alla Cina e l’Arunachal Pradesh, o Tibet meridionale, all’India.

Gli sconfinamenti dei due eserciti sono abbastanza frequenti e sono giustificati con il fatto che l’esatta posizione della Lac non è chiara.

Modi si è dettoCollegamento esterno “profondamente preoccupato per i ripetuti incidenti lungo il confine”. Il primo ministro indiano ha poi invitato Xi ha rimettere in moto il dialogo arenato da tempo per chiarire la demarcazione della Lac. “Dovremmo anche cercare una soluzione rapida alla questione del confine”, ha affermato Modi. Il presidente cinese ha dettoCollegamento esterno che la Cina non è un paese bellicoso e che queste dispute si possono risolvere tramite delle consultazioni pacifiche.

Il gioco delle alleanze

Le dispute territoriali rappresentano solo una parte delle divergenze strategiche tra Cina e India. Il primo paese è alleato del Pakistan, che è antagonista di Delhi. Il secondo lo è degli UsaCollegamento esterno, che conta sul sostegno indiano nell’ambito del Pivot to Asia, ideato per contenereCollegamento esterno l’ascesa economica e militare della Cina in Estremo Oriente.

Lo scorso mese Modi si è recato in Giappone, storico avversario di PechinoCollegamento esterno e tassello fondamentale della citata strategia statunitense. Qui ha incontrato il primo ministro nipponico Shinzo Abe, che gli ha assicurato che il Paese del Sol Levante investiràCollegamento esterno in India 37 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni, 17 in più di quanto stabilito con la Cina.

Difficilmente questo gioco d’alleanze può essere rovesciato. Del resto qualora Pechino decida di avvicinarsi di più a Delhi, Islamabad potrebbe sfruttare il terrorismo di matrice uigura per farle cambiare idea.

Gli uiguri sono una minoranza etnica turcofona di religione musulmana che abita nel XinjiangCollegamento esterno (la regione più occidentale della Repubblica Popolare). Le sue frange più estremiste sono considerate responsabili del crescente numero di attentatiCollegamento esterno terroristici nel paese. Secondo Pechino, un migliaio di uiguri si addestrerebbe in Pakistan. Negli anni Novanta, Islamabad ne ha appoggiato apertamente la causa, salvo poi fare retromarcia per non compromettere i rapporti con Pechino.

Modi e Xi potrebbero approfondire in futuro proprio il tema della sicurezza. Del resto, il presidente cinese ha dettoCollegamento esterno che sosterrà l’ingresso a pieno titolo dell’India nella Organizzazione per la Cooperazione di ShanghaiCollegamento esterno (acronimo inglese Sco, impegnata nella lotta al terrorismo), dove questo paese ha per ora solo lo status di osservatore. La Sco in questo momento è impegnata nel miglioramento dei meccanismi regionali di reazione alle minacce terroristiche, quanto mai urgente considerata l’ascesa dello Stato IslamicoCollegamento esterno (Is, ex Islamic State of Iraq and Syria) organizzazione jihadista operante in Siria e in Iraq. Anche IndiaCollegamento esterno e CinaCollegamento esterno rientrerebbero tra i potenziali bersagli di Is.

“Vie della seta” a confronto

Pechino e Delhi, inoltre, stanno sviluppando progetti infrastrutturali concorrenti.

La prima è impegnata nello sviluppo della Silk road economic belt. La nuova via della setaCollegamento esterno segue le orme delle rotte commerciali che anticamente collegavano la Cina all’Europa e si compone di un percorso terrestre e uno marittimo. Il secondo, che parte dalle coste cinesi e approda nel Mar Mediterraneo, toccherebbe anche l’India [vedi cartaCollegamento esterno].

Delhi, invece, sta sviluppando il progetto MausamCollegamento esterno, che dovrebbe fare dell’India il fulcro del commercio marittimo nell’Oceano Indiano, coinvolgendo i paesi dell’Africa Orientale, la penisola arabica e il Sud Est Asiatico. Storicamente, per percorrere più rapidamente questa rotta, i marinai salpavano durante i periodi dei monsoni (mausam significaCollegamento esterno tempo, stagione), facendo sosta in India tra la fine di uno e l’inizio dell’altro. I dettagli del progetto non sono ancora chiari, ma sembra che l’India voglia espandere la sua presenza in queste acque non solo per questioni economiche, ma per guadagnarsi un ruolo di rilievo al livello regionale.

L’integrazione economica tra Cina e India è destinata a crescere, e le due potenze asiatiche potranno a volte prendere posizioni comuni a livello multilaterale (nei Brics, nel G-20 eccetera). Ma difficilmente il loro antagonismo strategico verrà meno.

Per approfondire: Narendra Modi può rilanciare l’India e piacere alla CinaCollegamento esterno

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