La televisione svizzera per l’Italia

“Svizzeri invadeteci: non ce la facciamo più”

Post di Frontiera, di Gino Ceschina tvsvizzera

Post di frontiera, di Gino Ceschina

L’avventura di tvsvizzera.it è partita, in sordina, con una versione beta, all’inizio di febbraio, ma è solo da un mese che siamo (quasi) a pieno regime. Presto, sicuramente, per stilare bilanci o lanciarsi in acute analisi sociologiche.

Però, i nostri account social iniziano ad avere numeri rilevanti (quasi 14’000 followers su TwitterCollegamento esterno e 40’000 fans su FacebookCollegamento esterno) e si iniziano a leggere messaggi e tendenze significativi.

Tra questi, la frase nel titolo è quella che colpisce di più ed è assolutamente frequente. Un ritornello che ci capita di leggere almeno 1-2 volte al giorno in questo o quel commento, a questo o quel post.

E colpisce, colpisce duro. Specie se chi legge è figlio di emigrati italiani ed ha mantenuto un rapporto saldo col suo paese di origine. Colpisce, anche, perché qualcuno ci aveva già pensato.

L’impressione è che gli italiani, e specialmente gli italiani del nord, non ne possano veramente più. E non è una questione politica, qui non c’entra il leghismo o il cinquestellismo. Quando leggi “cacciate i nostri politici e dateci le vostre leggi” non è più una questione politica. È una specie di resa senza condizioni; è il sintomo di una rassegnazione che deve preoccupare più della crisi, del pil, dell’emergenza profughi e della povertà.

Quando leggi un frontaliere che dice “aumentateci pure le imposte, in Svizzera le tasse io le pago volentieri” fa pensare, perché manco noi svizzeri le paghiamo volentieri, le tasse, ovviamente.

Chiaramente sono frasi provocatorie, e altrettanto chiaramente stiamo generalizzando. In una riflessione che prende spunto da alcuni fra 200 commenti giornalieri sull’arco di mesi, tocca generalizzare per forza. Riceviamo anche commenti duri: “tacete voi che riciclate i soldi dei criminali” o “la Svizzera, il paese che pensa solo a chiudersi in se stessa”, ma paradossalmente fanno quasi meno male.

Premesso che tvsvizzera.it è un portale del servizio pubblico radiotelevisivo e non rappresenta né lo stato né tantomeno le banche e le multinazionali svizzere, l’impressione, la prima impressione di questi mesi, è che molti italiani vedano la Svizzera come un esempio di ciò che potrebbe essere, come uno stato ben governato e in cui si vive bene. Il che, tutto sommato è vero, ma è anche un po’ mitizzante.

Nel villaggio globale, volenti o nolenti, tutti quanti dipenderemo sempre più gli uni dagli altri. A maggior ragione se vicini di casa, come Svizzera ed Italia. Ed allora temi –sui quali torneremo in futuro- come la registrazione e l’accoglienza dei rifugiati, gli accordi fiscali, le vie di transito, l‘ambiente, il frontalierato (e via dicendo) dovranno per forza di cose essere discussi ed affrontati insieme. E se a farlo –grazie alla meravigliosa opportunità offerta dal web- non saranno solo i governi o i funzionari governativi, ma anche i singoli cittadini, potrà essere solo un arricchimento per tutti.

Noi proveremo a offrire uno spazio in questo senso e a raccogliere gli spunti più interessanti. Spiegando come stanno le cose in Svizzera e le differenze tra i due paesi, ma senza pretendere di dare lezioni. E sicuramente senza alcuna velleità di invasione territoriale.

Segui @00spencerCollegamento esterno

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR