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Scambio di dati salariali con l’Italia, arriva la legge d’applicazione

Dossier di carta
Keystone / Gaetan Bally

Per dare attuazione ai nuovi accordi tra la Svizzera e l’Italia in materia di imposizione fiscale dei frontalieri e con la Francia in ambito di telelavoro, il Consiglio federale ha approvato una nuova legge federale che disciplina lo scambio automatico di dati salariali.  

La legge d’attuazione giunge a seguito del primo storico scambio di dati tra la Svizzera e l’Italia, avvenuto nel marzo 2025. L’accordo con Roma introduce infatti un meccanismo di scambio automatico e reciproco delle informazioni fiscali necessarie per l’imposizione delle persone frontaliere nello Stato di residenza.  

Analogamente, l’intesa con la Francia introduce uno scambio di dati per lavoratori e lavoratrici dipendenti residenti in uno dei due Paesi e occupati presso un datore di lavoro situato nell’altro Stato. In entrambi i casi, l’obiettivo è garantire una corretta e trasparente imposizione fiscale. 

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Questa nuova cornice normativa prevede l’introduzione di una base legale che regola le modalità tecniche di trasmissione dei dati tra le autorità fiscali cantonali e l’Amministrazione federale delle contribuzioni. L’obiettivo è rafforzare la trasparenza e l’equità fiscale, evitando la doppia imposizione e favorendo la cooperazione internazionale in ambito tributario. 

Frontalieri italiani

Nel caso specifico dei frontalieri e delle frontaliere in Italia, la nuova normativa rappresenta un cambiamento significativo. Finora, le informazioni fiscali erano trasmesse in modo limitato e non sistematico. Con l’entrata in vigore del nuovo accordo, le autorità svizzere sono ora tenute a trasmettere automaticamente i dati retributivi dei “nuovi frontalieri” – una categoria introdotta con l’accordo del 2023 – alle autorità italiane, che li utilizzeranno per fini fiscali nel Paese di residenza. 

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Una frontaliera presenta il suo permesso di lavoro G a un controllo doganale.

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I dati sui frontalieri inviati in Italia grazie al nuovo accordo fiscale

Questo contenuto è stato pubblicato al Per la prima volta nella storia, il Canton Ticino ha trasmesso all’Italia i dati completi delle buste paga dei nuovi frontalieri, inclusi nome, cognome, stipendio e codice fiscale. Un passo fondamentale che consente anche all’Italia di conoscere e tassare i suoi cittadini che lavorano quotidianamente in Ticino.

Di più I dati sui frontalieri inviati in Italia grazie al nuovo accordo fiscale

A marzo 2025, il Canton Ticino ha effettuato per la prima volta l’invio dei dati completi delle buste paga dei nuovi frontalieri italiani, inclusi nome, cognome, stipendio e codice fiscale. In totale, sono stati trasmessi i dati relativi a circa 10’000 casi di nuovi frontalieri, oltre a quelli di altre 11’000 persone di nazionalità italiana che lavorano in Ticino ma non rientrano nella definizione di frontaliere secondo i nuovi criteri.  

Secondo il direttore della Divisione delle contribuzioni, Giordano Macchi, si è trattato di un passaggio “storico”, in quanto per la prima volta le autorità italiane hanno ricevuto informazioni nominative e dettagliate su lavoratori e lavoratrici precedentemente conosciuti solo per numero. 

Scambio dati con l’Italia

Il nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia, entrato in vigore il 17 luglio 2023, ha ridefinito il concetto di lavoratore frontaliere e introdotto nuove modalità di imposizione. Dal primo gennaio 2024, i nuovi frontalieri sono soggetti a una tassazione mista: l’80% dell’imposta è prelevato alla fonte in Svizzera, mentre la tassazione ordinaria avviene in Italia, dove viene applicato un credito d’imposta pari all’imposta già versata in Svizzera. 

>>Il nostro dossier sul nuovo accordo fiscale sui frontalieri:

L’accordo prevede inoltre che le informazioni fiscali siano trasmesse entro il 20 marzo dell’anno successivo a quello d’imposta, permettendo così all’Italia di procedere con l’imposizione secondo le proprie norme. La reciprocità dell’intesa impone anche all’Italia di fornire alla Svizzera i dati relativi alle persone residenti nel Canton Ticino che si recano quotidianamente in Italia per lavorare. Sebbene i numeri siano limitati, anche questi “pendolari al contrario” sono ora soggetti a tassazione in Svizzera. 

Accordo sul telelavoro con la Francia, cosa cambia

Parallelamente all’accordo con l’Italia, anche quello con la Francia introduce importanti novità, soprattutto in risposta all’evoluzione del mercato del lavoro post-pandemia. Il telelavoro transfrontaliero, una realtà sempre più diffusa, è stato oggetto di una regolamentazione specifica che permette ai lavoratori residenti in Francia e impiegati in Svizzera di svolgere parte della loro attività da remoto (fino al 40% del tempo di lavoro) senza perdere lo status fiscale di frontalieri.

Anche in questo caso è previsto uno scambio automatico e reciproco di dati salariali, indispensabile per stabilire con precisione i giorni di lavoro svolti in ciascun Paese e assicurare un’imposizione corretta.  

Impatto burocratico

L’introduzione di questi nuovi obblighi comporta un aumento del carico amministrativo per i datori di lavoro, in particolare per quelli che permettono il telelavoro al personale residente in Francia. Le piccole e medie imprese (PMI) sono particolarmente toccate da questi adempimenti, poiché – come ha spiegato il Consiglio federale – non sono previste esenzioni o misure di semplificazione specifiche a loro favore. 

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