Vignetta autostradale a 80 franchi, la proposta penalizza gli stranieri

Quarant'anni dopo la sua introduzione, il contrassegno autostradale svizzero torna al centro del dibattito politico. Una mozione propone di raddoppiare il prezzo del contrassegno per tutti, svizzeri e stranieri, portandolo dagli attuali 40 franchi a 80 franchi con l'obiettivo dichiarato di far pagare di più gli automobilisti stranieri senza gravare sulle tasche della popolazione svizzera che usufruirebbe di una compensazione sul prezzo della benzina.
La proposta del consigliere nazionale grigionese Martin Candinas del Centro ha già sollevato un acceso dibattito e minacce di referendum. In Italia c’è già chi ha scrittoCollegamento esterno che l’aumento della vignetta autostradale riguarda solo gli italiani e in generale i turisti. L’obiettivo della mozione sarebbe infatti quello di far pagare meno gli svizzeri e di più gli stranieri.
Non è proprio così. Tutti – svizzeri e non – pagherebbero infatti 80 franchi. L’idea di CandinasCollegamento esterno propone però un meccanismo di compensazione: l’aumento della cosiddetta vignetta sarebbe compensato in Svizzera da una riduzione di circa 5 centesimi al litro del prezzo della benzina, diminuendo l’imposta dell’imposta sugli oli mineraliCollegamento esterno. “Questa soluzione – spiega il politico grigionese – non comporterebbe costi aggiuntivi per gli svizzeri, ma permetterebbe di aumentare le tariffe per i turisti e per gli stranieri che transitano soltanto dalla Svizzera senza fermarsi”.
Un contrassegno fermo al 1995
La vignetta autostradale svizzera ha una storia particolare. Introdotta nel 1985 al costo di 30 franchi, è stata aumentata a 40 franchi nel 1995 e da allora non ha mai subito adeguamenti all’inflazione. Un tentativo di portarla a 100 franchi nel 2013, proposto dall’allora ministra dei trasporti Doris Leuthard, fu bocciato dal popolo svizzero con il 60,5% dei voti contrari.

Altri sviluppi
La vignetta autostradale incollata ai parabrezza da 40 anni
Oggi, a quasi trent’anni dall’ultimo aumento, la vignetta rappresenta un caso unico in Europa per la sua stabilità di prezzo. Nel frattempo, il sistema si è modernizzato: dal 2023 è disponibile anche in formato elettronico, opzione che ha conquistato il 35% degli 11 milioni di contrassegni venduti annualmente.
La strategia del “chi inquina paga”
La proposta di Candinas si inserisce in una logica di tassazione del traffico di transito secondo il principio “chi inquina paga”. Circa un terzo delle vignette autostradali viene venduto a titolari stranieri, e questo traffico – come sostiene Candinas – contribuisce significativamente agli ingorghi al San Gottardo e al San Bernardino. “Le misure che rendono meno attraente il transito di turisti stranieri sulle nostre autostrade dovrebbero essere particolarmente sostenute”, argomenta il consigliere nazionale.
L’aumento genererebbe ulteriori entrate per il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRACollegamento esterno), permettendo al traffico di transito estero di contribuire maggiormente al finanziamento delle autostrade. La proposta prevede inoltre che, una volta aumentato a 80 franchi, il prezzo della vignetta venga regolarmente adeguato all’inflazione.
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Le critiche: “Calcoli fuorvianti”
L’entusiasmo di Candinas si è però scontrato con una ferma opposizione. Walter Wobmann, ex consigliere nazionale dell’Unione democratica di centro (in carica dal 2003 al 2023) che aveva già guidato la battaglia contro l’aumento del 2013, si è dichiarato “chiaramente contrario” alla proposta. “I calcoli di Candinas sono fuorvianti”, ha dichiarato al BlickCollegamento esterno. “Non si può affermare che per gli svizzeri non ci sarà un aumento dei costi. Anzi, succederà il contrario: pagheremo tutti di più”.
Le critiche di Wobmann si concentrano su diversi aspetti tecnici della proposta. In primo luogo, la riduzione delle imposte sulla benzina sarebbe “una tantum”, mentre la vignetta dovrebbe essere “regolarmente adeguata all’inflazione”. Questo significa che il prezzo del contrassegno potrebbe aumentare automaticamente negli anni successivi, erodendo il beneficio iniziale per gli automobilisti svizzeri.
Il meccanismo nascosto degli aumenti futuri
L’analisi di Wobmann rivela un meccanismo poco evidente ma cruciale. Se il patrimonio del Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato dovesse scendere sotto i 500 milioni di franchi, il Consiglio federale è autorizzato ad aumentare la sovrattassa sui carburanti di 4 centesimi al litro. Si tratta di una clausola automatica prevista nel compromesso che ha portato alla creazione della FOSTRA stessa.

“Tra due o tre anni, questo aumento potrebbe diventare realtà, annullando così gli effetti della riduzione temporanea”, avverte l’ex parlamentare UDC. In questo scenario, gli svizzeri si troverebbero a pagare sia una vignetta più cara che una benzina tornata ai prezzi precedenti, o addirittura superiori.
Gli ostacoli degli accordi bilaterali
Eppure Wobmann non sarebbe contrario alla possibilità di applicare tariffe differenziate tra automobilisti svizzeri e stranieri, come richiestoCollegamento esterno dal deputato ticinese Simone Gianini (mozione Collegamento esternorespinta dal Consiglio federale), ma riconosce che “questa misura non sarebbe possibile perché si scontrerebbe con gli accordi bilaterali presi con l’UE”.
Gli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione Europea prevedono infatti il principio di non discriminazione, che impedisce di applicare tariffe diverse basate sulla nazionalità o sulla residenza. Questo vincolo legale rappresenta un ostacolo significativo per qualsiasi tentativo di far pagare di più solo agli stranieri.
Quando il popolo disse “no”
La memoria del referendum del 2013 pesa ancora sul dibattito attuale. Allora, la proposta di aumentare la vignetta a 100 franchi fu respintaCollegamento esterno con una maggioranza netta del 60,5%. Il no popolare comportò anche il blocco dell’ampliamento della rete delle strade nazionali, che prevedeva la ripresa di circa 400 chilometri di tratti cantonali.
Quel risultato dimostrò la sensibilità degli svizzeri verso gli aumenti delle tasse sui trasporti, anche quando giustificati da necessità infrastrutturali. La proposta attuale di Candinas, pur essendo più moderata (80 franchi invece di 100), deve fare i conti con questo precedente.
La minaccia del referendum
Wobmann non nasconde le sue intenzioni: se la proposta di Candinas dovesse ottenere il via libera dal Consiglio nazionale, è pronto a organizzare l’opposizione ed eventualmente a lanciare un referendum. .
Le sfide del futuro
Indipendentemente dal destino della proposta Candinas, il tema del finanziamento delle infrastrutture stradali rimane aperto. La vignetta a 40 franchi, invariata dal 1995, ha perso potere d’acquisto a causa dell’inflazione. Nel frattempo, i costi di manutenzione e sviluppo della rete autostradale continuano a crescere.

Altri sviluppi
La rete autostradale svizzera non sarà ampliata
Il traffico di transito rappresenta effettivamente una sfida per le infrastrutture svizzere. Trovare un modo per far contribuire maggiormente questo traffico al finanziamento delle strade, senza violare gli accordi internazionali, rimane una questione aperta.
La proposta di Martin Candinas per l’aumento della vignetta autostradale a 80 franchi riapre un dibattito che sembrava chiuso dal referendum del 2013. Pur presentando elementi di novità, come il meccanismo di compensazione attraverso la riduzione delle imposte sui carburanti, la proposta deve fare i conti con le stesse resistenze che avevano portato al no di dodici anni fa.
Il dibattito è appena iniziato, ma già si profilano le linee di una possibile battaglia referendaria. Come nel 2013, sarà eventualmente il popolo svizzero ad avere l’ultima parola su una questione che tocca direttamente milioni di automobilisti.

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