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Un nuovo polo di ricerca in biomedicina a Bellinzona

Davide Robbiani il direttore dell IRB di Bellinzona
Davide Robbiani (a destra) è il direttore dell'Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona. Keystone / Pablo Gianinazzi

L'Istituto di ricerca in biomedicina e l'Istituto oncologico di ricerca uniscono le forze e danno origine a Bios+ (Bellinzona Institutes of Science), un'associazione nata e presentata mercoledì a Bellinzona. E presto avranno una casa in comune.

Il fidanzamento tra questi due istituti verrà seguito presto anche dalla convivenza, sotto il tetto del nuovo stabile in costruzione a Bellinzona. Non ci sarà però un matrimonio, perché non si andrà intaccare l’indipendenza scientifica delle due strutture, una specializzata nell’immunologia e l’altra nello studio da un lato dei linfomi e tumori ematologici e dall’altro sui tumori solidi come il cancro alla prostata e quello al seno.

Si tratta, con sinergie e progetti comuni, “di consolidare e far crescere due realtà già molto presenti sul campo e riconosciuti dalla comunità nazionale e internazionale”, ha spiegato il presidente Gendotti. In totale, Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) e l’Istituto oncologico di ricerca (IOR) contano 21 gruppi di ricerca. Entrambi gli istituti sono affiliati all’Università della Svizzera italiana: il nuovo passo “va nella direzione giusta, nel senso del consolidamento di una costruzione come quella della facoltà in scienze biomediche”, ha sottolineato dal canto suo il rettore dell’ateneo ticinese, Boas Erez.

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Un mini politecnico

“Questa associazione sarà un grosso motore di promozione e lancia un messaggio a Berna: abbiamo un centro di ricerche biomediche di valenza nazionale ed è ora che sia riconosciuto quasi come un mini politecnico della Svizzera italiana”, afferma il professor Franco Cavalli, vicepresidente della nuova entità. “Negli ultimi anni”, afferma ancora l’oncologo, “i rispettivi temi di ricerca si sono molto avvicinati: l’immunologia, tema fondamentale dell’IRB, non giocava prima un ruolo importante nel settore dei tumori”, mentre oggi le cose sono radicalmente cambiate. Quindi “delle collaborazioni saltuarie e un po’ anarchiche ci sono già state. Ora noi vogliamo pianificare questo”.

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