Dopo un primo volo domenica, che li ha portati a Gibuti grazie alla collaborazione con la Francia, martedì mattina il personale dell'ambasciata elvetica di Khartoum, in Sudan, è rientrato in Svizzera.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
All’aeroporto di Berna-Belp c’era il consigliere federale e capo della diplomazia svizzera Ignazio Cassis che ha accolto l’ambasciatore Christian Winter e i suoi collaboratori con le rispettive famiglie.
Tutto il personale dell’ambasciata è al sicuro e la maggior parte si trova in Svizzera, ha dichiarato Cassis durante una conferenza stampa allo scalo. L’aereo è atterrato a Berna-Belp alle 06.05, dopo una sosta di rifornimento a Luxor, in Egitto.
Il personale diplomatico, dieci persone in tutto, è stato trasferito a Gibuti domenica con l’aiuto della Francia. Altre due persone sono state accolte in Etiopia dal Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), come aveva reso noto lunedì mattina il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
L’evacuazione del personale dell’ambasciata è stata particolarmente difficoltosa, ha dichiarato l’ambasciatore Winter. Un gruppo composto da sei funzionari e tre familiari ha dovuto recarsi all’ambasciata francese. Da lì hanno proseguito con un convoglio di autobus che è stato scortato prima dai paramilitari delle Rfs (Forze di supporto rapido) e poi da un carro armato militare fino a una base aerea. È stato un viaggio difficile con molti controlli, ha affermato Winter. L’ambasciatore ha anche riferito che i francesi hanno avuto difficoltà a negoziare l’uso della base aerea.
La Confederazione ha chiuso l’ambasciata domenica per motivi di sicurezza. Come altre sedi diplomatiche, la rappresentanza svizzera si trovava al centro dei combattimenti e la residenza dell’ambasciatore è rimasta danneggiata. Non ci sono stati però saccheggi, ha dichiarato Winter. Il diplomatico ha descritto il rapido deterioramento della situazione nel Paese negli ultimi giorni.
Da parte sua Ignazio Cassis ha ringraziato i Paesi che si sono resi disponibili per l’evacuazione, in testa la Francia, ma anche l’Italia, la Svezia e i Paesi Bassi.
Nel fine settimana sono stati oltre un migliaio i cittadini europei che sono riusciti a lasciare il Sudan. Un’operazione “quasi completata”, ha riferito l’Alto Rappresentante Josep Borrell, aggiungendo che in due giorni sono partiti 21 voli di Paesi Ue, per “mettere in salvo oltre 1200” persone.
Cessate il fuoco in Sudan
Lunedì sera (ora di Washington) il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato che le forze armate sudanesi (Saf) e le forze di supporto rapido (Rsf) hanno concordato un cessate il fuoco di tre giorni a partire dalla mezzanotte del 24 aprile, dopo che le precedenti offerte per sospendere il conflitto sono rapidamente fallite.
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