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Settore della vendita svizzero in difficoltà a causa del forte aumento del turismo acquisti

persone su passaggio pedonale
Keystone-SDA

Il commercio al dettaglio svizzero ha chiuso un primo semestre 2025 difficile, con vendite in calo dell’1,9% a causa del ritorno del turismo degli acquisti e della debole domanda interna, secondo Swiss Retail Federation.

Per il commercio al dettaglio svizzero il primo semestre 2024 è stato difficile, sulla scia del turismo degli acquisti, che è tornato fortemente ad aumentare. Lo dicono i dati provvisori delle carte di credito e di debito analizzatati da Swiss Retail Federation (SRF), associazione del ramo.

Le incertezze politiche ed economiche, dovute in particolare ai conflitti armati e alle dispute commerciali geopolitiche, stanno pesando sulla fiducia dei consumatori e incidono sulla domanda interna, si rammaricano i vertici di SRF in un comunicato odierno. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso la contrazione del fatturato, per i primi sei mesi, viene stimata all’1,9%.

All’origine del calo vi è la diminuzione dei ricavi nel comparto stazionario, che ha raggiunto il 2,2%: il secondo trimestre si è comunque rivelato migliore del primo, che si era chiuso con un -3,4%. A soffrire sono stati segmenti quali quelli dei vestiti, degli orologi, dei giocattoli e degli articoli per il tempo libero; in controtendenza è risultato invece il ramo alimentare, che segna +1,4%. Da parte sua il settore online mette a referto un +0,8%: SRF parla di un consolidamento, dopo che nel 2024 il commercio attraverso il web aveva subito in pieno l’impatto della concorrenza di portali cinesi quali Temu.

Anche il turismo dello shopping, agli occhi dei commercianti elvetici, rimane un problema, in via peraltro di espansione. Se nella seconda parte del 2024 gli acquisti nei paesi limitrofi avevano perso slancio, rimanendo però ad alti livelli, gli indicatori attuali testimoniano di nuovo di una crescita: si parla di +6% nel primo semestre, su base annua.

“L’andamento delle vendite al dettaglio e del turismo degli acquisti mostra una forte pressione concorrenziale e una battaglia competitiva che non sempre viene combattuta ad armi pari, soprattutto nei confronti dei concorrenti stranieri”, argomenta SRF nella nota. “È quindi ancora più importante che le aziende elvetiche del commercio al dettaglio non siano ulteriormente gravate da ulteriori normative e da maggiori contributi sociali. È al contrario necessaria un’offensiva in favore di sgravi efficaci e duraturi”.

Swiss Retail Federation rappresenta gli interessi del settore del commercio al dettaglio, senza i grandi distributori: concretamente dà voce a 1’900 aziende con 6’800 sedi in Svizzera, per un fatturato annuo di oltre 26 miliardi di franchi e un organico complessivo di circa 60’000 dipendenti.

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