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Turismo della spesa, la guerra dell’IVA

Funzionario doganale tedesco e una consumatrice con borse della spesa.
Tasse doganali in soccorso del commercio locale. KEYSTONE/Martin Ruetschi

All'estensione delle esenzioni sugli acquisti effettuati dai consumatori stranieri decise da Roma, Berna intende rispondere riducendo la franchigia sull'IVA per la spesa effettuata oltre confine. La partita resta comunque aperta.

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Non bastavano i prezzi bassi e il cambio franco-euro favorevole, ora in Italia i consumatori e le consumatrici residenti nella Confederazione possono farsi dedurre l’IVA già a partire da 70 euro di acquisti. Fare shopping oltreconfine diventa quindi ancora più conveniente.

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Detto altrimenti per ottenere il “taxfree” in Italia bastano anche 70-80 euro di spesa alimentare e questo fa risparmiare il 10%, che prima si poteva ottenere solo spendendo almeno 155 euro. E su tutti gli altri beni, con un’IVA più elevata, il guadagno è ancora maggiore: si risparmia infatti il 22% (sempre a partire da 70 euro di spesa).

Una novità che è stata subito colta dalle numerose svizzere e svizzeri che dal primo giorno di validità delle nuove norme hanno ingrossato le file al banco taxfree del supermercato italiano di turno. Un grosso problema per i dettaglianti delle zone di confine elvetiche, alle prese col franco forte e pure i prezzi alti imposti dai fornitori. Lo stesso prodotto, come ad esempio la pasta, in Svizzera può costare il doppio rispetto all’Italia.

La contromossa di Berna

La Confederazione sta cercando di reagire all’estensione dell’area di esenzione fiscale sui prodotti acquistati nel Belpaese e in Parlamento vi sono varie proposte per abbassare da 300 a 150 franchi la soglia degli acquisti fatti all’estero gravati dalI’IVA svizzera. Soluzione adeguata secondo alcune e alcuni commercianti ticinesi ma insufficiente invece per altri.

I turisti della spesa hanno pronta la soluzione per non pagare l’IVA in Ticino: fare spesa in 2 persone per importare fino a 300 franchi di prodotti esteri oppure moltiplicare i viaggi oltre frontiera. E va sottolineato che anche il Governo ticinese si oppone al progetto poiché, a suo dire, abbassare la franchigia svizzera potrebbe ridurre il potere d’acquisto della popolazione residente.

Non è tutto oro quello che luccica

In realtà le cifre in ballo per la singola economia domestica, se passerà l’abbassamento della franchigia svizzera in discussione a Berna, sono esigue per una spesa-tipo di 200 franchi. Il discorso cambia invece per l’insieme dei distributori elvetici, confrontati con una concorrenza spietata.

Senza considerare, come indica il servizio della trasmissione Patti Chiari della RSI, che se si considerano le commissioni intascate dagli intermediari (come Global Blue) sull’IVA italiana e i costi degli spostamenti in auto oltre confine, sarebbe bene fare i conti precisi prima di mettersi al volante in direzione sud.

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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