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Secondo pilastro, la situazione finanziaria migliora

L'andamento al rialzo degli investimenti ha permesso un aumento della remunerazione media degli averi di vecchiaia degli assicurati attivi, che è passata dall'1,9% a fine 2022 al 2,3% a fine 2023.
La remunerazione media degli averi di vecchiaia degli assicurati attivi, che è passata dall'1,9% a fine 2022 al 2,3% a fine 2023. KEYSTONE/GAETAN BALLY

Nel 2023, gli istituti di previdenza professionale hanno fatto registrare un rendimento patrimoniale
netto medio del 5,2% contro il -9,2% dell'anno precedente. È però prematuro parlare di un ritorno alla stabilità.

Gli istituti di previdenza professionale svizzeri hanno fatto registrare un buon 2023. La performance media ha raggiunto il +5,2%, contro il -9,2% del 2022. È però prematuro parlare di un ritorno alla stabilità, avverte la Commissione di alta vigilanza.

Dopo un 2022 caratterizzato da prestazioni estremamente negative degli investimenti e dal calo dei tassi di copertura, la situazione finanziaria degli istituti è tornata globalmente positiva l’anno scorso, si legge in un comunicatoCollegamento esterno odierno della Commissione di alta vigilanza della previdenza professionale (CAV PP).

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Il risultato è che il tasso di copertura medio ha raggiunto il 110,3% (contro il 107% dell’anno precedente) per gli istituti senza garanzia statale, e l’84,2% (81,3% nel 2022) per gli altri.

L’andamento al rialzo degli investimenti ha permesso un aumento della remunerazione media degli averi di vecchiaia degli assicurati attivi, che è passata dall’1,9% a fine 2022 al 2,3% a fine 2023. Queste cifre sono da comparare con i dati forniti dall’Ufficio federale di statistica (UST), che per l’anno scorso parla di un rincaro dal 2,1%.

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È però prematuro parlare di un ritorno alla stabilità, ha sottolineato la CAV PP. Le tensioni geopolitiche tendono ad intensificarsi ed è necessaria prudenza nelle decisioni che concernono gli investimenti. Gli istituti devono continuare a consolidare le loro riserve.

La reazione dei sindacati

Non si è fatta attendere la reazione dell’Unione sindacale svizzera (USS): “Le casse pensione navigano nelle riserve, il denaro arriva sempre meno agli assicurati. Le loro deduzioni salariali sono del 14% superiori rispetto a 15 anni fa, ma le rendite mensili sono calate in media di 300 franchi”, si legge in un comunicato. Un referendum contro la riforma LPP proprio dell’USS ha avuto successo e il popolo dovrebbe potersi esprimere in autunno.

In conferenza stampa a Berna, la presidente della CAV PP Vera Kupper Staub ha sottolineato che è tempo di ammodernare il sistema legale di controllo e sorveglianza degli istituti. Il Parlamento ha già chiesto una valutazione in tal senso.

Contrariamente a quanto avvenuto per altri organi di sorveglianza come quello delle assicurazioni malattia, gli strumenti delle autorità regionali della CAV PP non sono infatti stati adattati ai cambiamenti del II pilastro.

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