Destinato a custodire le scorie radioattive per migliaia di anni, e tenuto conto dei pericoli per la popolazione e per l'ambiente, il progetto di un deposito geologico profondo a Stadel (canton Zurigo) dovrebbe essere sottoposto anche al giudizio del popolo.
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Keystone-ATS
Un comitato, formato da studiosi e politici, chiede che un progetto di deposito di scorie radioattive venga sottoposto a votazione popolare. Questo in vista della presentazione al Consiglio federale da parte della Nagra (Società cooperativa nazionale per l’immagazzinamento delle scorie radioattive) della richiesta di autorizzazione per la costruzione del deposito in questione. Una decisione del Governo e del Parlamento sul progetto, sottoposto per il momento a referendum facoltativo, è prevista per il 2029.
Dall’autunno 2022 è noto che il deposito definitivo di scorie nucleari sarà realizzato nel comune zurighese di Stadel, più precisamente nella Haberstal. L’inizio della costruzione è previsto per il 2045. I primi rifiuti a bassa e media attività dovrebbero essere stoccati intorno al 2050. L’area per i rifiuti altamente radioattivi dovrebbe entrare in funzione intorno al 2060.
Impatto ambientale per un milione di anni
“Faremo tutto il possibile per garantire che il popolo svizzero abbia la possibilità di esprimere la propria opinione alle urne”, secondo la commissione. Il motivo? Il progetto impatterà sull’ambiente per un milione di anni.
Per il comitato, su una questione così complessa il popolo dovrebbe avere l’ultima parola. Abbiamo infatti a che fare, stando alla documentazione, con un sito per scorie nucleari altamente tossiche situato nel mezzo dell’agglomerato urbano di Zurigo, lungo i corridoi di avvicinamento all’aeroporto di Kloten e nelle immediate vicinanze sia del Reno che del confine con la Germania. Una decisione del solo parlamento non è insomma sufficiente.
Il comitato, che comprende organizzazioni che si occupano del deposito dal punto di vista scientifico e politico e che include anche la consigliera nazionale socialista sciaffusana Martina Munz, è fondamentalmente contrario ai piani della Nagra e alla sua “comunicazione unilaterale”. La Nagra, inoltre, non formula alternative qualora il progetto dovesse essere abbandonato.
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Gli oppositori ritengono che una discarica per rifiuti radioattivi rappresenti un rischio per le generazioni future, per le persone e per l’ambiente. Inoltre, mancano anche rassicurazioni sufficienti in merito alla possibilità che gli elementi radioattivi possano essere recuperati facilmente se qualcosa dovesse andare storto.
Con questo deposito ci illudiamo di risolvere il problema per le generazioni future, affermato il comitato, secondo cui invece capiterà proprio il contrario. Le scorie nucleari dovrebbero essere custodite e studiate ulteriormente, invece di investire miliardi di franchi in un deposito che potrebbe diventare un enorme problema in caso di fuoriuscita di materiale tossico.
Documentazione di 30’000 pagine
Come accennato, martedì prossimo la Nagra presenterà all’Ufficio federale dell’energia (UFE) le domande di autorizzazione generale per il deposito geologico profondo di scorie radioattive. In totale, la documentazione consta di circa 30 mila pagine fra documenti e rapporti.
Entro la primavera del 2025, le autorità federali competenti verificheranno se tutti i documenti richiesti dalla legge sono stati presentati. Solo allora verranno pubblicate le domande di autorizzazione. A partire da quel momento, il contenuto delle richieste verrà sottoposto a esame dettagliato.
Contemporaneamente, a Stadel si proseguirà con la pianificazione. Quest’anno inizieranno le trattative con i comuni interessati per gli indennizzi. Oltre ai Comuni, alla Confederazione e ai Cantoni, saranno coinvolti anche i gestori delle centrali nucleari; quest’ultimi sono responsabili della maggior parte degli indennizzi. Tuttavia, non è ancora chiaro quanti milioni dovrebbero venir versati ai Comuni di Zurigo, Argovia, Sciaffusa e della vicina Germania.
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