Dopo due mesi in calo, in agosto le esportazioni sono cresciute del 7%
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Tvsvizzera.it/tins con Keystone-ATS
Nell’ottavo mese dell’anno la Svizzera ha esportato merci per 22 miliardi di franchi, pari ad aumento del 6,6% rispetto al mese di luglio. Anche le importazioni sono cresciute, attestandosi a 18,8 miliardi (+3,8%). Il periodo in rassegna si chiude così con un’eccedenza di 3,2 miliardi. È quanto emerge dai dati pubblicati martedì dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (cioè corrette rispetto alle oscillazioni dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a +5,9% (export) e +1,5% (import).
Interessati tutti i settori
Rispetto al mese di luglio, si è registrato un incremento in tutti i settori dell’export. Il ramo di gran lunga più importante, l’industria chimica-farmaceutica, segna (a livello nominale) +10,5% (pari a 11,4 miliardi di franchi); seguono le macchine e l’elettronica (+0,4%, per 2,7 miliardi), l’orologeria (+2,2%, ovvero 2,2 miliardi), gli strumenti di precisione (+1,9%, per 1,4 miliardi) e i metalli (+2,3%, pari a 1,2 miliardi).
A livello geografico, il continente più interessante per i prodotti elvetici rimane l’Europa (+10,5% – 13,1 miliardi), con un contributo importante della Germania (+3,4% a 3,7 miliardi) e Italia (+7,4% a 1,9 miliardi). In forte progressione è il Nordamerica (+9,5% a 4,4 miliardi), con gli Stati Uniti (+12,4% a 4,1 miliardi) che mantengono il primato di maggiore importatore di merci dalla Confederazione (un primato che da qualche tempo viene disputato costantemente con la Germania). Marcia per contro sul posto l’Asia (-0,3% a 4,4 miliardi), sulla scia dello scarso dinamismo della Cina (-1,9% a 1,2 miliardi).
Importazioni in lieve crescita
Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante rimane quello chimico-farmaceutico (+5,8% a 5,6 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (+2,4% a 3,0 miliardi), veicoli (+0,9% a 1,8 miliardi), metalli (-2,5% a 1,3 miliardi) e alimentari (+0,5% a 1,1 miliardi). Quanto alle regioni, indicano l’Europa in progressione (+8,3% a 14,0 miliardi), mentre in flessione sono sia l’Asia (-6,4% a 3,3 miliardi) che il Nordamerica (-3,9% a 1,2 miliardi).
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