Un anno dopo il tracollo di Credit Suisse, la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha presentato alla Banca Mondiale e ai ministri delle finanze del G20 il rapporto "Too Big To Fail", che è stato sostenuto dal Fondo monetario internazionale (FMI).
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tvsvizzera.it/mrj con agenzie
A un anno dalla crisi di Credit Suisse (CS), la consigliera federale Karin Keller Sutter si è recata venerdì a Washington per tranquillizzare Banca Mondiale e ministri delle finanze del G20 sulla solidità della piazza finanziaria elvetica. La Consigliera federale ha presentato il lavoro svolto quest’anno e in particolare il rapporto, già presentato al Parlamento, “Too Big to Fail”.
“Il rapporto del Consiglio federale – ha dichiarato la responsabile del Dipartimento delle finanze – è stato accolto molto bene. Le misure sono state considerate valide e proporzionate. Tanto che alcuni Paesi hanno dichiarato che si tratta di un rapporto che permette di riconoscere lacune nelle loro legislazioni”, che ora possono essere colmate.
“Si vuole imparare da questo caso, perché dopo le esperienze che abbiamo avuto noi, è necessario esaminare nuovamente in modo critico alcuni degli standard internazionali”. Non bisogna dimenticare che il “regime Too Big to Fail” è internazionale, non solo una normativa svizzera. “Questo significa che dobbiamo collaborare a livello internazionale; e ho percepito questa volontà molto chiaramente”, ha detto Keller-Sutter.
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L’analisi di 339 pagine, pubblicata pochi giorni fa ed elaborata in seguito alla crisi di CS, arriva alla conclusione che “molte delle misure già introdotte a livello nazionale e internazionale per aumentare la stabilità finanziaria hanno sostanzialmente dimostrato la loro validità”.
Preoccupa il debito
Uno dei temi principali affrontati dall’FMI è il crescente indebitamento statale, a fronte dell’aumento dei tassi di interesse e del rapido incremento delle spese militari, ha dichiarato Keller-Sutter. “Non si è riusciti ad attuare le necessarie riforme strutturali in tempi di tassi di interesse negativi o nulli”, ha osservato la ministra delle finanze.
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L’elevato indebitamento e gli alti tassi di interesse rappresentano un rischio per la stabilità finanziaria. Il fatto che la Svizzera sia già riuscita a ridurre il tasso di riferimento è anche merito “del nostro status di Sonderfall”. “Abbiamo altri prerequisiti, un basso livello di indebitamento, un alto livello di stabilità finanziaria e la nostra moneta”, ha detto Keller-Sutter.
Situazione mondiale peggiore di quella elvetica
L’economia mondiale, però, continua a dover fare i conti con gli effetti dei conflitti in Ucraina e a Gaza. La stessa direttrice del Fondo Monetario Kristalina Georgieva si è detta sorpresa: “Nonostante questi molteplici shock e le condizioni finanziarie difficili, la crescita economica è costantemente positiva tanto che abbiamo aggiornato leggermente le nostre previsioni per quest’anno al 2,2%. Tuttavia, c’è ancora molto di cui preoccuparsi”. L’aumento dei debiti pubblici, per esempio, o, soprattutto, il perdurare dell’inflazione, come negli Stati Uniti.
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