Processo schianto caccia militare, il pilota leader si dichiara innocente
Il velivolo con il quale si è schiantato il giovane pilota che ha perso la vita.
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Nel secondo giorno del processo militare relativo allo schianto mortale di un F/A-18 avvenuto nel 2016 nella regione del Susten si sono espressi entrambi gli imputati, il controllore del traffico aereo e il pilota leader, accusati di omicidio colposo. Nell'incidente perse la vita un giovane pilota.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
SI è tenuto venerdì il secondo giorno del processo che vede sul banco degli imputati un pilota dell’esercito svizzero e un controllore di Skyguide. Il primo si è dichiarato innocente, mentre il secondo ha ammesso il suo errore, dichiarando di aver realizzato troppo tardi il suo “lapsus”. “Il livello di stress era elevato”, ha detto. Il controllore di Skyguide, l’autorità responsabile della sorveglianza del traffico aereo civile e militare, quel 29 agosto ha ordinato per errore un’altezza minima troppo bassa al pilota vittima dello schianto.Lapsus di cui si è reso conto solo parlando con la centrale d’intervento, ha aggiunto. “Ma era già troppo tardi per reagire”.
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Il pilota leader, ossia quello che guidava l’addestramento, anche lui accusato, non ha rispettato la procedura di decollo prescritta, ragione per la quale il suo compagno di volo non aveva potuto collegarsi sullo stesso radar.
A causa di questo mancato collegamento radar, il controllore ha fornito istruzioni di volo separate per impedire lo scontro fra i due velivoli. “Se non l’avessi fatto, i due aerei sarebbero forse entrati in collisione”, ha sottolineato l’imputato. Evitare un tale avvenimento “è la mia missione principale”, ha ricordato.
I due imputati, ricordiamo, sono entrambi accusati di omicidio colposo, inosservanza per negligenza di prescrizioni di servizio, perturbamento della circolazione pubblica nonché abuso e sperpero di materiali. Per il controllore l’accusa ha chiesto 12 mesi di carcere con la condizionale, per il pilota nove.
“Sono innocente”
Il pilota leader, come detto, è accusato di non aver rispettato le procedure di decollo. In particolare, la distanza fra i due aerei non sarebbe stata sufficiente. Il diretto interessato respinge però la sua responsabilità: “Non sono d’accordo. Non viaggiavo a una velocità troppo bassa”, ha detto dichiarandosi innocente.
Ha poi spiegato di aver sentito entrambi in segnali di Break-Lock, ovvero la mancanza di collegamento radar tra i due velivoli. Questo però non comporta una situazione critica alla quale bisogna reagire con urgenza. Era inoltre impossibile intervenire, poiché non poteva modificare a distanza l’andamento dell’altro velivolo.
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