La televisione svizzera per l’Italia
Sala interna del Bürgenstock.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

mentre salgono le fibrillazioni con l'avvicinarsi della Conferenza di pace sull'Ucraina che si terrà nella Confederazione a metà giugno, di cui riferiamo sotto, c'è da registrare il pesante attacco della televisione russa alla presidente della Confederazione Viola Amherd.

Durante un seguitissimo talk show trasmesso negli scorsi giorni la consigliera federale è stata definita "banchiera nera" e "assassina di bambini", in relazione ai suoi interventi in difesa del diritto di aborto.

Inutile precisare che le smodate critiche sono il riflesso del boicottaggio di Mosca al vertice internazionale previsto al Bürgenstock, il cui vero scopo non sarebbe, è stato detto, la pace in Ucraina ma la "creazione di una coalizione anti-russa attraverso l'inganno, la frode e la manipolazione".

Per le altre notizie di giornata vi invitiamo a proseguire nella lettura.

Sala interna del Bürgenstock.
Keystone / Urs Flueeler

Si profila una defezione eccellente alla Conferenza sull’Ucraina in agenda a metà giugno in Svizzera. La Cina non parteciperà infatti all’atteso vertice internazionale al Bürgenstock (Nidvaldo).

Secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa ANSA, Pechino ha fatto sapere che in sostanza mancano condizioni minime, vale a dire la partecipazione paritaria di tutte le parti e la discussione equa di tutte le proposte.

Se da un lato mancano ancora conferme ufficiali della cosa, dall’altro la portavoce del Ministero degli esteri Mao Ning ha precisato che “l’organizzazione dell’incontro non è ancora all’altezza delle esigenze della Cina e delle aspettative della comunità internazionale“: due aspetti ritenuti cruciali che “rendono difficile la nostra partecipazione”.

La decisione di Pechino costituisce un passo falso per le cancellerie occidentali che si erano adoperate per coinvolgere Pechino e un punto a favore per la Russia che ha pesantemente criticato l’appuntamento nidvaldese.

Tram a Ginevra.
Tram a Ginevra. keystone

Trasporti pubblici gratis a Ginevra per le e i giovani in formazione o con redditi bassi.

Il Parlamento cantonale, dopo due tentativi falliti, ha accettato la proposta di legge in favore delle persone con meno di 24 anni, che prevede anche uno sconto del 50% sugli abbonamenti sottoscritti da pensionate e pensionati.

Per il responsabile cantonale dei trasporti Pierre Maudet il provvedimento adottato dal Gran Consiglio ginevrino contribuirà a incrementare il potere d’acquisto delle famiglie eroso dalla crisi e a incentivare il trasferimento modale dalla mobilità privata a quella pubblica.

Secondo le stime le esenzioni e le riduzioni dei prezzi costeranno circa 32 milioni di franchi all’anno, cifra che risulta sopportabile dal profilo finanziario alla luce del forte avanzo maturato l’anno scorso dal Cantone.

Studente allontanato da agenti.
Keystone / Ennio Leanza

Continuano le agitazioni all’interno delle università svizzere a sostegno della Palestina. Questa mattina una cinquantina di studenti e studentesse hanno di nuovo occupato il Politecnico federale di Zurigo (ETH).

Con questa mobilitazione le e i giovani hanno voluto denunciare “la problematica dell’armamento dell’esercito israeliano con tecnologia di punta dell’ETH“. La nota diffusa dai promotori dell’azione dimostrativa contro Israele si riferisce in particolare alle ricerche condotte nell’ateneo elvetico sui droni, sull’intelligenza artificiale e sull’apprendimento automatico (“machine learning”).

L’occupazione, hanno fatto sapere le e gli studenti, proseguirà fino a quando non saranno soddisfatte le loro richieste di boicottaggio accademico di Israele. Nelle ultime settimane diversi altri istituti universitari elvetici, seguendo l’esempio di Losanna dello scorso 2 maggio, sono stati oggetto di analoghe dimostrazioni.

Sempre oggi le forze dell’ordine hanno sloggiato le e i manifestanti filopalestinesi che erano tornati all’interno dell’Università di Berna dopo il precedente allontanamento. Da parte del movimento studentesco si lamenta un uso eccessivo della forza da parte della polizia contro manifestazioni giudicate del tutto pacifiche.

Scansie piene di farmaci.
keystone

Si dilata sensibilmente il divario di prezzo dei farmaci in Svizzera e all’estero. In un anno, secondo quanto indica una ricerca, la differenza è aumentata dal 5,4% all’8,9%.

Lo studio pubblicato dalle organizzazioni mantello delle assicurazioni sanitarie (Santésuisse) e delle imprese farmaceutiche (Interpharma) evidenzia uno scarto ancora maggiore, pari al 45%, tra i medicinali generici, vale a dire quelli che hanno lo stesso principio attivo.

Nei casi in cui il brevetto è scaduto la discrepanza è pari al 14,3% mentre per i farmaci biosimilari, analoghi all’originale, è del 29,9%.

Secondo le due organizzazioni citate i costi della salute in costante crescita da decenni potrebbero essere ridotti di 1,3 miliardi con un’oculata e razionale politica sui farmaci, che non comporterebbe peraltro alcuna variazione nella qualità delle cure alla popolazione.

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