Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all'estero,
un recente rapporto indica che la Svizzera fa parte dei Paesi più felici al mondo, ma… c'è un ma. Le e i giovani sembrano essere sempre meno soddisfatti della vita nella Confederazione. Colpa soprattutto della salute mentale, che, in questa fascia della popolazione, sembra essere peggiorata in seguito alla pandemia. In questo articolo di SWI Swissinfo.ch, il professore di economia Mathias Binswanger spiega perché è una situazione che accomuna molti Paesi ricchi.
Insomma, storpiando il titolo di un celebre film del 2007 dei fratelli Coen, la Svizzera… "Non è un Paese per giovani".
La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha condannato la Svizzera per violazione dei diritti umani in ambito ambientale, dando così ragione all’associazione “Anziane per il Clima”. Il gruppo aveva presentato un ricorso denunciando quella che considera l’inazione della Confederazione di fronte ai cambiamenti climatici.
È la prima volta che la CEDU, che applica la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, condanna uno Stato dopo questo tipo di denuncia, legando la tutela dei diritti umani al rispetto degli obblighi ambientali. La Svizzera, ha stabilito la Corte, ha violato l’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, ovvero il diritto al rispetto della vita privata e familiare, non avendo fatto abbastanza per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
La Confederazione, ha fatto sapere il rappresentante del Consiglio federale presso la CEDU Alain Chablais, prende atto della decisione: “Si tratta di una sentenza importante e accuratamente dettagliata, che obbliga la Svizzera a prendere provvedimenti. Il verdetto costituirà un precedente. Spetta alle varie autorità del Paese analizzarlo e delineare i modi” per rispettarlo.
Il Partito socialista svizzero (PS) ha dal canto suo definito la sentenza “uno schiaffo al Consiglio federale e alla sua incapacità di agire sul cambiamento climatico”, ha dichiarato la co-presidente Mattea Mayer, citata in un comunicato. Anche i Verdi liberali l’hanno accolta favorevolmente: non si tratta di una sorpresa, “sappiamo che non stiamo facendo abbastanza per il clima” ha detto il consigliere nazionale bernese Jürg Grossen. Per l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), si tratta invece di una decisione “ridicola”, secondo quanto dichiarato dal consigliere nazionale sangallese Mike Egger. A suo dire è sempre pericoloso quando i tribunali fanno politica.
- Su questa sentenza storica, l’articolo del mio collega Luigi Jorio.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Il testo della sentenza sul sito della CEDUCollegamento esterno (in francese e inglese).
Secondo lo Smart City Index 2024, Zurigo è la città più smart al mondo. La lista stilata dall’Istituto internazionale per lo sviluppo manageriale (IMD) include nella Top 10 anche Ginevra e Losanna, collocate rispettivamente in quarta e in settima posizione. Sul podio, al secondo e terzo posto, figurano la capitale norvegese Oslo e quella australiana Canberra.
Per stilare la classifica, il team che si è occupato della ricerca ha combinato dati concreti e risposte a sondaggi condotti tra i cittadini e le cittadine di 142 città di tutto il mondo. L’obiettivo è mostrare come la tecnologia consenta alle città di migliorare la qualità della vita dei loro abitanti.
Secondo l’edizione 2024 dello Smart City Index, l’Europa e l’Asia ospitano le “città più intelligenti del mondo”. I e le residenti delle città nordamericane si dicono invece insoddisfatti dei servizi offerti e, per la prima volta da quando l’indice è stato creato nel 2019, nessuna città statunitense o canadese figura nella top 20.
La città sulla Limmat è in cima alla classifica sin dalla sua creazione, mentre Oslo è fissa in seconda. Canberra, invece, ha fatto la sua entrata nel 2023, spodestando Copenhagen.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Lo Smart City Index 2024Collegamento esterno e, a titolo di paragone, quello del 2023.Collegamento esterno
- La strategia Smart City ZurichCollegamento esterno (in tedesco).
La produzione di alluminio in Svizzera è calata nel 2023 a causa, in particolare, della crisi del comparto automobilistico in Germania e in Francia. Le tonnellate uscite dagli impianti di laminazione e di pressatura sono state 206’767, ossia il 2% in meno dell’anno precedente.
In un comunicato odierno l’associazione di categoria Alu.ch parla di un esercizio estremamente impegnativo: “Ad eccezione del fiorente settore edile in Svizzera, tutti i nostri principali mercati in Europa sono risultati sotto pressione a partire dall’estate”, spiega il presidente dell’organizzazione Roland Hörzer, citato nella nota.
Secondo Alu.ch le politiche di sovvenzione internazionali stanno ulteriormente peggiorando la situazione: in Europa, la Germania in particolare è costretta a competere con gli Stati Uniti e la Cina in termini di sussidi per evitare che le aziende si spostino. “Con il cosiddetto ‘Green Deal europeo’, la politica sta distorcendo le condizioni di concorrenza e le strutture dei prezzi a nostro svantaggio”, argomenta Hörzer. “Un Paese piccolo come la Svizzera ha solo possibilità limitate di tenere il passo”.
Il 2024 si presenta ancora volatile, ma secondo l’associazione dei produttori la domanda a lungo termine di strutture leggere in alluminio Made in Switzerland è assicurata. Il settore è anche un importante datore di lavoro nella Confederazione: si parla di 8’000 dipendenti.
- La notizia riportata dal portale online del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Il lungo viaggio dell’alu”.
- Il comunicato di Alu.chCollegamento esterno (in tedesco).
Aumenta il numero di città svizzere che vogliono testare la vendita controllata di cannabis a scopo ricreativo. L’ultima ad averlo fatto è Lucerna dove, da oggi, è possibile registrarsi per parteciparvi.
Lo studio è condotto dalle Università di Berna e di Lucerna e si svolge proprio in queste due città, oltre che a Bienne, nel canton Berna. Simili ricerche sono in corso anche a Zurigo, Ginevra, Basilea e Losanna.
La ricerca coinvolge un totale di 1’000 partecipanti, di cui 250 residenti nella città. Il progetto prende il nome di SCRIPT Collegamento esterno(acronimo che indica la ricerca sulle vendite controllate in farmacia per una promozione della cannabis più sicura, ndr) e ha lo scopo di dimostrare l’impatto sanitario e sociale della vendita regolamentata della marijuana.
SCRIPT è indirizzato a un pubblico adulto di consumatori e consumatrici regolari di canapa. Ai e alle partecipanti è richiesta la residenza nella città di Lucerna da almeno un anno, si legge in una nota delle autorità cittadine. La vendita presso le farmacie autorizzate è prevista a partire dall’estate 2024.
- “In Svizzera le città sperimentano la distribuzione controllata di cannabis”: un articolo della mia collega Serena Tinari.
- “Cannabis, la rinascita di un farmaco proibito”Collegamento esterno: il longform di SWI Swissinfo.ch dedicato alla marijuana.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Canapa più accessibile per 100’000 pazienti in Svizzera”.
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