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Una linea d'alta tensione.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero,

le rive del lago di Lugano, meta gettonata non solo d'estate ai due lati della frontiera, sono accessibili solo in parte. Quasi la metà delle sponde, indica la rivista di architettura Hochparterre, sono in mano a privati.

E in questa speciale classifica il Ceresio, con il 48,5% delle rive di proprietà privata, supera il Lago di Zurigo (46%) e il Lemano (43%). In fondo alla lista c'è lo specchio d'acqua su cui si affaccia Neuchâtel, con solo il 16,1% di sponde private.

Ma la configurazione giuridica delle rive non corrisponde necessariamente alla loro accessibilità: in quest'ottica il Lago di Lugano, con il 34,7% delle sponde aperte al pubblico è superato (in negativo) dal Lago di Sempach, che ha solo il 27,2% delle sponde agibili. Per le altre notizie odierne vi invito a proseguire nella lettura.

Bastone e mano di un anziano.
KEYSTONE/© KEYSTONE / GAETAN BALLY

Una persona anziana su cinque subisce violenze, spesso tra le mura domestiche, ma sono poche quelle che chiedono aiuto.

Solo 359 individui infatti, fa sapere l’organizzazione Vecchiaia senza violenza, hanno fatto ricorso ai suoi servizi l’anno passato, nonostante il fenomeno sia estremamente diffuso. E i soggetti più a rischio, aggiunge, sono quelli più fragili dal profilo psicologico, motorio o economico.

Non sono risparmiati neanche gli istituti specializzati, dove in alcuni casi, documentati dalla cronaca, viene fatto uso non giustificato dei sedativi. Gli abusi sono spesso di natura psicologica (40%) e fisica (30%) ma non mancano irregolarità finanziarie ai danni di anziane e anziani (17%), perpetrate in genere da truffatori seriali.  

Proprio oggi la Camera alta ha approvato una mozione, già votata dal Consiglio nazionale, che prevede l’adozione di un programma per prevenire le violenze sulle persone anziane, attraverso specifiche misure che vanno dalla formazione del personale all’erogazione di servizi assistenziali.

Schermata del social media X.
KEYSTONE

Le e i protagonisti della politica sono sempre più destinatari di messaggi di odio, secondo quanto rende noto una ricerca condotta dal Dipartimento di giustizia del Canton Zurigo.

Un terzo degli eletti ed elette a livello comunale e cantonale che sono stati contattati nell’ambito della ricerca, ha affermato di essere stato confrontato con propositi di odio, uno su cinque nel corso dell’ultimo anno e un terzo degli stessi ha espresso l’intenzione di lasciare la politica. Spesso i messaggi si concretizzano in denigrazioni o insulti ma un interpellato/a su quattro ha rivelato di aver subito minacce di violenza fisica, estese spesso anche ai famigliari.

In genere, indica lo studio, gli attacchi fanno riferimento a prese di posizione pubbliche, all’educazione, alle retribuzioni, alla professione, al sesso o identità di genere delle persone coinvolte. I più toccati sono i soggetti alle estremità del panorama politico (destra e sinistra).

In genere gli “haters” privilegiano le reti sociali: 1’468 messaggi sono stati infatti indirizzati a 33 eletti. Ma hanno un certo “successo” anche i servizi di posta elettronica (63 politici hanno ricevuto 494 email di questo tipo). In 221 casi le invettive sono state recapitate personalmente a 60 eletti.

Centro d'asilo a Glaubenberg.
KEYSTONE

Allarme bomba in un centro federale d’asilo nel canton Obvaldo, che è stato completamente evacuato lunedì sera dalle forze di polizia.

A far scattare l’allerta è stato un messaggio minatorio in cui si riferiva della presenza di un ordigno nella struttura d’accoglienza per stranieri/e di Glaubenberg. Le circa 240 persone ospitate sono state subito trasferite in pullman in due altri alloggi di proprietà della Confederazione.

Le ricerche da parte della polizia cantonale, coadiuvata da specialisti/e di altri corpi, si sono protratte fino ad oggi ma non è stata rinvenuta alcuna traccia di esplosivo.

Gli autori del messaggio minatorio sono sconosciuti e la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha fatto sapere che sporgerà denuncia contro ignoti. 

Una linea d'alta tensione.
KEYSTONE/© KEYSTONE / JEAN-CHRISTOPHE BOTT

Swisscom, proprietaria di Fastweb, sta meditando di entrare nel mercato italiano dell’energia attraverso la sua controllata.

Un fenomeno non nuovo, soprattutto nel Belpaese dove il settore è completamente liberalizzato e gli operatori telecom, come hanno fatto ad esempio TIM e WindTre, sono interessati ad espandersi in mercati adiacenti.

Si sta infatti affermando sempre più, osserva Andrea Cacciatore su tvsvizzera.it, il modello delle “multiservice company”, aziende che offrono più sevizi in un unico pacchetto (gas, luce, telefonia, internet, assicurazioni e altro ancora) allo scopo di fidelizzare la clientela, il 15% della quale ogni anno cambia operatore.

Nella giungla del mercato energetico liberalizzato italiano, dove sono attivi 697 fornitori di gas e 800 di elettricità, la società di proprietà della Confederazione intende quindi giocare un ruolo da protagonista.  

  • L’articolo pubblicato oggi su tvsvizzera.it sulle mire in ambito energetico di Swisscom.
  • Le ultime cifre pubblicate dall’operatore telecom svizzero in un articolo di tvsvizzera.it.

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