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Una ricca vendemmia.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

sarete d'accordo con me nell'affermare che a nessuno piace pagare le multe. A volte, però, soprattutto quando la guida diventa valvola di sfogo e arroganza, sono più che necessarie. Altre volte, oltre a incoraggiare a guidare con maggiore consapevolezza, servono anche a rimpinguare le casse cantonali.

È stato questo il caso nella Langstrasse di Zurigo, la zona della vita notturna della città. Sono solo 60 metri di asfalto. Ma in questa via, la chiusura diurna al traffico motorizzato è valsa, attraverso il pagamento di contravvenzioni, ben 1,7 milioni di franchi di entrate extra in un solo mese. Il rilevatore automatico piazzato dalla polizia cittadina a partire dall'8 gennaio ha infatti emesso 17'000 multe da 100 franchi. Augurandovi una guida accorta, vi lascio ora alle altre notizie del giorno.

Buona lettura!

Libretto per stranieri
Libretto per stranieri © KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

La popolazione straniera in Svizzera è in continua crescita: a fine 2023 le persone residenti che non disponevano di un passaporto svizzero erano quasi 100’000 in più rispetto all’anno prima, attestandosi a 2’313’217 unità.

Lo scorso anno, indica oggi Segreteria di Stato della migrazione (SEM), sono immigrate in Svizzera 181’553 persone, la stragrande maggioranza delle quali (71,9%) da un Paese membro dell’Unione europea o dell’AELS. Tale dato è superiore dell’11,8% rispetto a quello del 2022. Parallelamente, 75’291 persone straniere hanno lasciato la Svizzera. Anche in questo caso la maggioranza (circa i due terzi) era cittadino dell’UE/AELS. Ne consegue che nel 2023 l’immigrazione netta (ossia la differenza tra immigrazione ed emigrazione, comprese alcune correzioni statistiche) è ammontata a 98’851 unità, pari a un aumento del 17,7%.

Tale incremento, precisa la SEM, è riconducibile principalmente alla domanda persistente sul mercato del lavoro. Stranieri e straniere, infatti, “contribuiscono fortemente a ridurre la penuria di manodopera e di competenze”, indica ancora la Segreteria di Stato della migrazione. La SEM fa poi notare che il ricongiungimento familiare ha costituito il 25,5% dell’immigrazione a lungo termine. Ciò riguardava 46’281 persone (+7,6% rispetto al 2022). Di questi, il 15% concerneva famigliari stranieri di un cittadino svizzero.

Più in generale, la SEM indica che alla fine dello scorso anno vivevano in modo permanente nella Confederazione 1’540’798 cittadini provenienti dall’UE/AELS e 772’419 persone di Stati terzi. Il gruppo più numeroso ha la cittadinanza italiana (342’454 persone), seguito da quella tedesca (326’033), portoghese (260’462) e francese (165’684). Nell’anno in rassegna sono state naturalizzate 41’073 persone.

La bandiera svizzera tra quelle di altri Paesi.
La bandiera svizzera tra quelle di altri Paesi. © KEYSTONE / ALESSANDRO DELLA VALLE

La Svizzera, oltre agli stereotipi su formaggio e cioccolato, è conosciuta a livello globale anche per la sua neutralità e i buoni uffici. Ma quali sono le origini di questa neutralità e come viene definita? 

Da quando è stata riconosciuta dal Congresso di Vienna nel 1815, la neutralità svizzera è stata al centro di molte discussioni su come debba essere definita e quale ruolo debba giocare. Lo scoppio della guerra in Ucraina due anni fa e, in particolare, la decisione di applicare le sanzioni nei confronti della Russia hanno riacceso il dibattito.

Nel 2022, l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) ha lanciato l’iniziativa sulla neutralità, che mira a proibire l’adesione della Svizzera ad alleanze militari e le sanzioni nei confronti di altri Paesi. Altri spingono invece verso un approccio più aperto alla politica internazionale e alle alleanze.

Voi cosa pensate, la neutralità ha ancora senso? Oppure rappresenta un freno alla prosperità del Paese? Ditecelo rispondendo alle domande che trovate nel link qui sotto.

  • Condividete la vostra opinione attraverso “dialogoCollegamento esterno“.
  • Un videoCollegamento esterno che spiega nel dettaglio cos’è “dialogo”.
  • Il dossier di SWI swissinfo.ch su “Quanto è neutrale davvero la Svizzera?”.
  • Il ruolo della Svizzera in quanto potenza diplomatica ed economica in un recente articolo della collega Sara Ibrahim.
Turiste asiatiche in Svizzera
Turiste asiatiche in Svizzera (KEYSTONE/Alessandro Della Bella)

In Svizzera, l’attività turistica ha raggiunto livelli record nel 2023: sono stati registrati 41,8 milioni di pernottamenti, un livello mai raggiunto in precedenza. Ticino e Grigioni sono però in contro tendenza.

Rispetto all’anno prima l’aumento a livello nazionale è del 9,2%, una crescita che è da attribuire interamente alle persone straniere, con 20,9 milioni di notti, in progressione del 21,8%. La domanda svizzera ha invece subito un calo dell’1,1% a 20,8 milioni, pur rimanendo elevata: solo nel 2021 e nel 2022 erano stati contabilizzati numeri più alti, sulla scia delle restrizioni legate alla pandemia che avevano convinto la popolazione della Confederazione a trascorrere le vacanze in patria.

Riguardo alla domanda estera (che rimane peraltro ancora inferiore ai primati del 2018 e 2019) la crescita è stata trainata dall’Asia (+56%) e in particolare dalla Cina (+314%); va comunque sottolineato che il numero di turiste e turisti cinesi è ancora del 65% più basso di quello del 2019. Sono saliti anche nettamente i pernottamenti dagli Stati Uniti (+33%) e dall’Unione europea (+9%).

Quasi tutte le regioni turistiche elvetiche rilevano numeri in aumento. Le due importanti eccezioni sono rappresentate dal Ticino (-3,8% a 2,5 milioni rispetto al 2022, ma comunque +6,4% rispetto a prima della crisi pandemica) e dai Grigioni (-2,5% a 5,4 milioni).

Una ricca vendemmia.
Una ricca vendemmia. © KEYSTONE / NOEMI CINELLI

Grazie a temperature elevate e precipitazioni scarse in fase di maturazione, l’annata 2023 per i vini svizzeri si preannuncia eccellente. I tenori di zucchero negli acini risultano superiori alla media.

Dalla vendemmia sono stati ottenuti 101 milioni di litri di vino, ovvero 2 milioni in più (+2%) rispetto al 2022 e 11 milioni in più (+12%) rispetto alla media degli ultimi 10 anni, sottolinea una nota odierna dell’Ufficio federale dell’agricoltura. 

L’estate calda e secca è stata propizia per la vite, in termini sia di lotta alle malattie sia di maturazione dell’uva. A inizio giugno, si sono registrati localmente i primi casi di peronospora e in alcune regioni, a seconda della sensibilità delle varietà, anche l’oidio – malattia fungina che sottrae nutrimento alle piante – è stato virulento. Tuttavia, le buone condizioni meteo registrate successivamente hanno favorito la crescita di viti sane. L’anno passato, precisa il comunicato, è stato fra l’altro caratterizzato da una quasi totale assenza di gelate primaverili. 

Nella Svizzera francese l’incremento è stato dell’1,5%, con una produzione totale di 79,5 milioni di litri. Segue la Svizzera tedesca, dove si sono registrati il 4% in più rispetto al 2022 e una produzione pari a 16,5 milioni di litri. In Ticino e Mesolcina, invece, la produzione ha subito un leggero calo dell’1%, attestandosi a 4,9 milioni di litri.

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