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persone in un supermercato

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero,

può suscitare una certa sorpresa sapere che le microplastiche che ci assediano sono originate in buona parte dai nostri comportamenti quotidiani.

Ce lo dice uno studio condotto dal Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (EMPA) secondo cui buona parte delle plastiche sottili che si diffondono nell’ambiente sono originate dai pneumatici.

La sollecitazione delle gomme attraverso improvvise accelerazioni o frenate, cosi come una pressione inadeguata dei pneumatici, costituiscono uno dei fattori rilevanti di inquinamento. L’invito è quindi quello di guidare in modo fluido e moderato, non solo per l’incolumità nostra e dell’utenza stradale,

buona lettura.

persone in un supermercato
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L’inflazione è scesa più del previsto a gennaio in Svizzera. In un mese è infatti passata dall’1,7% all’1,3%.

Si tratta di livelli, ha spiegato l’Ufficio federale di statistica (UST), che non si osservavano dall’autunno del 2021 e perfettamente in linea con l’obiettivo della Banca nazionale svizzera (BNS) che mira a un’inflazione non superiore al 2%.

L’evoluzione positiva ha sorpreso le analiste e gli analisti che si attendevano un rincaro tra l’1,5% e il 2,2%. I prezzi erano infatti tornati a salire a dicembre, dopo un calo che si protraeva dall’agosto 2022, quando fu toccato il picco di 3,5%. Un incremento – su cui hanno indubbiamente pesato fattori geopolitici – che aveva fatto temere che potessero tornare le temute pressioni inflazionistiche.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo (ICP) è invece aumentato dello 0,2% a 106,4 punti a gennaio rispetto al mese precedente, per lo più a causa dei costi dell’elettricità, degli alberghi, delle assicurazioni dei veicoli e della ristorazione. Da notare che, in ragione della forza del franco, i valori dei beni nazionali sono saliti complessivamente dello 0,6% mentre quelli dei prodotti esteri è sceso dell’1,3%.

Le poltrone dei giudici europei.
Svizzera condannata a risarcire i familiari di una vittima dell’Eternit. KEYSTONE/© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

La Svizzera è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo a risarcire la vedova e il figlio di una vittima dell’amianto.

L’uomo, che prima di morire nel 2006 a causa di un tumore alla pleura aveva intentato un procedimento penale per lesioni gravi contro la Eternit SA, aveva trascorso l’infanzia nei pressi di uno stabilimento della multinazionale elvetica a Niederurnen, nel Canton Glarona.

I familiari avevano quindi avviato a loro volta un’azione civile di risarcimento – contro l’Eternit, i due figli di Max Schmidheiny, l’ex proprietario dell’azienda, e le FFS – che il Tribunale federale (TF) ha però rigettato nel 2018 per avvenuta prescrizione.

Ora però la corte europea, cui si sono rivolti i congiunti della vittima, ha imposto a Berna un risarcimento di 20’800 euro (19’600 franchi) per torto morale. Per la CEDU la giustizia elvetica ha violato il diritto a un processo equo.

auto polizia
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Un cane è stato ucciso da un cacciatore mentre la proprietaria lo stava portando a passeggio a Sedrun, nel Canton Grigioni.

Secondo quanto riferisce la polizia cantonale nella tarda serata di sabato scorso l’animale domestico, legato al guinzaglio, si trovava nei pressi di un pendio su una strada del paese della Surselva quando è stato raggiunto da un proiettile sparato da un 79enne.

Gli inquirenti stanno effettuando approfondimenti sull’incidente che ha sicuramente creato uno choc alla donna, che ha raccontato di aver sentito uno sparo.

Da parte sua il cacciatore ha ammesso di aver esploso un colpo per errore ma sarà comunque tenuto a fornire ulteriori spiegazioni per un comportamento che, oltre a uccidere il cane, ha messo in pericolo l’incolumità delle persone della località retica.

autobus con persone
KEYSTONE/© KEYSTONE / TI-PRESS / FRANCESCA AGOSTA

L’anno scorso si è assistito a un sensibile incremento, pari a quasi il 20% (19,6%), dei rimpatri di richiedenti asilo.

Sono state infatti 5’742 le persone che hanno lasciato la Svizzera, su base volontaria (35,2%) o coatta (64,8%), secondo quanto ha fatto sapere oggi la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) sulla base di una decisione di allontanamento.

Nella maggior parte dei casi si tratta di richiedenti la cui domanda d’asilo è stata respinta o che non hanno ottenuto un’ammissione provvisoria o per i quali sono competenti le autorità di un altro paese europeo. In proposito c’è da sottolineare che le partenze dalla Confederazione di cittadine e cittadini stranieri coinvolti in una procedura regolata dal Patto di Dublino sono state il triplo degli arrivi, nonostante la decisione del Governo italiano di non riammettere profughi e profughe che hanno fatto domanda di protezione a Roma.   

Alle oltre 5’700 partenze di richiedenti asilo si devono però aggiungere 10’978 persone beneficiarie dello statuto S che tornate spontaneamente in Ucraina. La somma complessiva delle persone che hanno lasciato la Svizzera l’anno scorso è quindi di 16’720 unità.

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