La televisione svizzera per l’Italia
Una banconota da 1 000 franchi e monete da cinque.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

forse state leggendo le nostre notizie del giorno sul telefono portatile, durante le meritate vacanze. La tecnologia ormai ci accompagna ovunque, anche in ferie. Gioia e dolore della vita contemporanea, ci consente di essere sempre raggiungibili e coltivare anche a distanza relazioni professionali e personali. I servizi di messaggistica sono allora diventati compagni di strada quotidiani e indispensabili. Con i soliti dubbi sul rispetto della privacy. Ora uno studio svizzero è giunto alla conclusione che il più popolare, WhatsApp, sarebbe effettivamente migliorato.

Senza computer e telefono "intelligente", ammetto che il mio lavoro sarebbe più complicato. Ma per gli affari della vita privata, seguo il consiglio di esperti ed esperte di sicurezza informatica: se vuoi essere certa che un'informazione resti confidenziale, la regola aurea è non comunicarla su mezzi digitali.


Logo delle banche Credit Suisse e UBS su un edificio.
Continua la saga di Credit Suisse e UBS. © Keystone / Ennio Leanza

Licenziamenti in arrivo nel caso Credit Suisse-UBS. Secondo il giornale svizzero specializzato in finanza Handelszeitung (HaZ), entro fine mese centinaia di dipendenti del comparto “investment banking” riceveranno una lettera di rescissione del contratto.

Se ne parla dall’inizio della crisi del colosso bancario svizzero. Ma secondo le indiscrezioni pubblicate oggi dalla HaZ, sarebbe ormai questione di giorni per lo scioglimento dei contratti di migliaia di dipendenti del Credit Suisse (CS).

Il settimanale finanziario elvetico ha pubblicato la notizia in base a due fonti confidenziali e ad un articolo di Financial NewsCollegamento esterno, secondo il quale 80 persone che lavoravano per CS da Londra avrebbero già ricevuto una lettera di licenziamento. UBS non ha voluto commentare.

Il settore interessato consiste in ben 17’000 persone, molte delle quali sarebbero comunque da settimane impegnate nella ricerca di un nuovo posto di lavoro. Finora UBS non ha reso pubblici dettagli sui piani di inevitabile riduzione del personale, dopo l’acquisizione annunciata il 19 marzo e avvenuta il 12 giugno.

Diversi media, in Svizzera e all’estero, hanno ipotizzato che i tagli possano in tutto il mondo interessare fra le 20’000 e le 35’000 persone. UBS ha 72’600 dipendenti in tutto il mondo, ma saranno i 50’000 dipendenti di Credit Suisse, di cui 16’000 in Svizzera, ad affrontare le maggiori incertezze. 

Ci si aspetta che UBS fornisca più informazioni entro la fine di agosto, quando presenterà i dati del secondo trimestre 2023.

L interno della cineteca nazionale svizzera, nel Canton Vaud.
Le “pizze” di film svizzeri e internazionali sono conservate nel Canton Vaud. Roger Frei. OFCL.

Buon compleanno! Nel 2023 la Cinémathèque Suisse ha compiuto 75 anni. Considerata una delle dieci cineteche più importanti al mondo, è un prezioso archivio storico del cinema svizzero e di molte perle di quello internazionale.

Nel 1943, fu un piccolo gruppo di appassionati e appassionate del genere a dare vita alla “banca del cinema” svizzera. In principio si chiamava “Archivio Cinematografico Svizzero” ed era sostenuta dal Museo delle Belle Arti di Basilea.

La missione della cineteca nazionale è di conservare, restaurare e valorizzare il patrimonio cinematografico svizzero e mondiale. Riconosciuta dalla Federazione internazionale degli archivi cinematografici (FIAF) come uno dei dieci archivi cinematografici più importanti al mondo per ampiezza, varietà e qualità delle sue collezioni, la Cinémathèque SuisseCollegamento esterno è ormai un indiscutibile gioiello nazionale.

Grazie al generoso contributo della Confederazione, oggi può contare su 100 collaboratori e collaboratrici, 75 a tempo pieno, che sono impegnati nel restauro di una media di 15-20 film l’anno e nella progressiva digitalizzazione del patrimonio filmico conservato.

Oltre alla vasta collezione già presente nella sede di Penthaz, nel Canton Vaud, registi e registe, case di distribuzione e collezionisti e collezioniste donano alla Cinémathèque una media di 400 film all’anno. La priorità è data alle produzioni elvetiche, ma nel corso degli anni la cineteca svizzera è diventata casa per film e archivi di molti grandi nomi del cinema internazionale. 

Icone di diverse App sullo schermo di un telefono intelligente.
L’App di messaggistica di Facebook (oggi Meta) domina il mercato. © Keystone / Christian Beutler

Sicurezza informatica, secondo uno studio finanziato dal Fondo svizzero per la ricerca scientifica (FNS), la nuova modalità di salvataggio dei contenuti che è stata introdotta da WhatsApp sarebbe sicura.

Il gruppo di ricerca ha visto collaborare specialisti e specialiste del Politecnico federale di Zurigo (ETH) e dell’Università di Wuppertal (Germania), con l’Istituto di ricerca IBM di Rüschlikon, nel Canton Zurigo. L’obiettivo dello studio era verificare se la nuova modalità di salvataggio dei dati introdotta dalla piattaforma garantisca effettivamente maggiore rispetto della privacy di chi la usa.

Il risultato? Rispetto al passato, oggi la piattaforma di messaggistica che appartiene a Meta, come si chiama oggi Facebook, garantirebbe la protezione dei dati di chi la utilizza, perché non sarebbero più accessibili al gestore della piattaforma.

Il condizionale è d’obbligo, visto che il settore viene periodicamente scosso da scandali più o meno gravi su fughe di dati e scoperte di vulnerabilità che possono mettere a repentaglio la sicurezza dei dati.

Ogni giorno tramite WhatsApp vengono inviati in tutto il mondo oltre cento miliardi di messaggi. Nonostante la concorrenza di Telegram, Signal e Threema, la piattaforma di Meta sarebbe la più diffusa in Svizzera.

Una banconota da 1 000 franchi e monete da cinque.
Un popolo di risparmiatori e risparmiatrici. Keystone / Gaetan Bally

Il popolo svizzero ama risparmiare. Secondo un’analisi della piattaforma di confronti finanziari HelloSafe, la Confederazione ha il tasso di risparmio più alto del continente Europa: nel 2021 era pari al 21,9%, a fronte di una media UE del 10,3%.

Al secondo posto si trova l’Irlanda (20,2%), seguono Paesi Bassi (17,5%) e Repubblica ceca (+14,8%). La Francia è al 12,8%, la Germania all’11,4% e l’Italia al 2,1%. La classifica è chiusa da due Paesi con valori negativi, la Grecia (-3,1%) e il Portogallo (-5,4%). Per questa analisiCollegamento esterno sono stati utilizzati i dati degli anni 2021 e 2022 dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OCSE).

Ha commentato Alexandre Desoutter di HelloSafe: “La Svizzera si distingue per l’elevato tasso di risparmio delle famiglie, che riflette la sua forte cultura finanziaria e il suo impegno per la stabilità economica. In effetti, la popolazione elvetica dà maggiore priorità alla costituzione di riserve finanziarie per far fronte agli alti e bassi della vita “.

Una vera e propria “cultura del risparmio“, insomma, che sarebbe molto diffusa nella Confederazione. Ovviamente, fra chi se lo può permettere. Secondo L’Ufficio federale di statistica (UST), infatti, circa un quinto di svizzeri e svizzere farebbe fatica a pagare spese impreviste e l’8,7% della popolazione, ovvero 745’000 persone, rientrerebbe in quella che in Svizzera è definita povertà.

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