Il piano del Governo elvetico per la riapertura dei negoziati con l’Unione Europea trova un vasto sostegno, anche se diversi gruppi di interesse chiedono dei miglioramenti. Solo l’Unione democratica di centro si oppone fermamente alle trattative.
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Un mandato negoziale elaborato dopo lunghi colloqui esplorativi con l’UE avviati dopo il “no” elvetico del 2021 all’accordo istituzionale.
La Conferenza dei governi cantonali, le commissioni parlamentari, le associazioni economiche, le parti sociali, l’Unione delle città svizzere e la maggior parte dei partiti politici sostengono il piano per negoziare con l’Unione Europea un pacchetto completo con accordi in diversi settori.
Da più parti vengono però richiesti dei miglioramenti. Ad esempio, per quanto riguarda la tutela dei salari, tutti concordano sul principio della “parità di retribuzione a parità di lavoro nello stesso cantiere”. Ma i sindacati, in particolare, e l’Unione svizzera degli imprenditori chiedono ulteriori garanzie in termini di regolamentazione dei costi e delle spese.
I costi dei lavoratori distaccati dovrebbero essere allineati agli standard svizzeri, altrimenti si rischia il dumping salariale. L’Unione Sindacale Svizzera (USS) chiede inoltre di non ridurre il periodo di pre-registrazione dei lavoratori distaccati.
Elettricità: si teme la liberalizzazione
Il pacchetto negoziale comprende anche un accordo sull’elettricità con l’UE. Tale accordo dovrebbe garantire la stabilità della rete e la sicurezza dell’approvvigionamento. Durante la procedura di consultazione, alcune parti hanno espresso il timore che il mercato dell’elettricità nel suo complesso venga liberalizzato.
Le parti sociali e le commissioni parlamentari chiedono che il servizio universale sia garantito alle famiglie e alle piccole e medie imprese anche in caso di liberalizzazione del mercato. L’Associazione delle aziende elettriche svizzere, invece, chiede meno interventi normativi.
Per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, la Conferenza dei Cantoni non vuole che questo principio porti ad abusi del sistema sociale svizzero. Una commissione parlamentare vorrebbe impedire il percepimento illegale di prestazioni sociali in Svizzera.
L’accordo sui trasporti è stato oggetto di critiche anche nel settore ferroviario. I Cantoni chiedono il mantenimento dell’orario fisso e dell’integrazione delle tariffe ferroviarie. L’USS teme inoltre che il servizio pubblico venga smantellato.
Le associazioni imprenditoriali, da parte loro, sottolineano l’importanza di un accesso il più possibile libero al mercato interno dell’UE. Ciò richiede il riconoscimento reciproco delle valutazioni di conformità, in modo che i prodotti svizzeri possano essere esportati liberamente nell’UE. Inoltre, la libera circolazione delle persone è essenziale in un momento in cui alcuni settori stanno affrontando una carenza di manodopera qualificata.
Per l’UDC la prosperità svizzera è in pericolo
L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) descrive invece i negoziati come un “trattato di sottomissione all’UE”. In base all’accordo proposto, la Svizzera adotterebbe “automaticamente” il diritto comunitario e accetterebbe i giudici stranieri e la Corte di giustizia europea. Il partito ritiene che la prosperità della Svizzera sia a rischio.
È probabile che il Consiglio federale adotti il mandato negoziale finale a marzo. Gli Stati membri dell’UE devono ancora approvarlo.
Da parte dell’UE, la Commissione sarà responsabile dei negoziati con il Consiglio federale. Ha già annunciato di voler giungere a una conclusione prima della fine della legislatura, nell’autunno 2024.
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