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Manteniamo vivi i negozi di paese

La Bottega di Gandria
La Bottega di Gandria ha ottenuto il riconoscimento Slow Food 2023. @tvsvizzera.it

I negozi di paese sono un elemento centrale per la vitalità e l'attrattiva turistica delle località di montagna. Queste botteghe giocano un ruolo che va ben al di là del mero approvvigionamento locale, costituendo in particolare privilegiati luoghi di incontro. Oggi però questi commerci rischiano di scomparire. Con l’iniziativa “Manteniamo vivi i negozi di paese” il Luganese cerca di resistere.

Nel Luganese ci sono una cinquantina di negozi di paese. Tutti più o meno minacciati dalla grande distribuzione. Per cercare di prevenire la scomparsa di queste botteghe l’Ente regionale per lo sviluppo del LuganeseCollegamento esterno (ERSL) ha promosso già diversi anni fa l’iniziativa “Manteniamo vivi i negozi di paese”. E ora, nel 2023 vuole rilanciare questo progetto con nuove idee e misure concrete.

Un passo indietro

“Abbiamo deciso di assegnare un mandato al Gruppo svizzero per le regioni di montagnaCollegamento esterno (SAB) chiedendo di svolgere un’analisi di quella che era all’epoca la situazione dei negozi di paese nella nostra regione, con l’obiettivo di individuare delle misure concrete per aiutare questi negozi a restare in vita”. Così la direttrice dell’ERSL Roberta Angotti Pellegatta ricordando gli albori dell’iniziativa.

“Per noi – continua Angotti Pelegatta – i negozi di paese sono una risorsa importante non solo come punto di vendita, ma anche come punto di ritrovo, d’incontro”.

Nel 2020 viene consegnato il rapporto che contiene diverse proposte di misure da attuare, individuate anche grazie al coinvolgimento diretto dei negozi e di alcuni esperti di settore, che hanno contribuito a definire le priorità delle diverse misure.

Sono cinque gli ambiti di intervento individuati dallo studio: l’assortimento di prodotti e servizi; le infrastrutture (locali, arredi); possibili collaborazioni e sinergie; comunicazione e promozione e infine gli aspetti legali e regolamenti.

Due anni fa si è così iniziato il lavoro con l’obiettivo di mantenere vivi i negozi, accrescendo la loro visibilità, essenzialmente invitandoli ad aderire all’iniziativa “Ticino a te” dell’associazione Centro di competenze agroalimentari TicinoCollegamento esterno. Un altro cardine del primo anno di attività è stata la promozione delle nuove tecnologie, con un corso teorico e pratico di marketing digitale, ma anche con la sensibilizzazione a metodi di pagamento elettronico.

Tutte riflessioni che l’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese ha fatto con ottimi risultati pratici con la Bottega di Gandria.

Nuovo slancio al progetto

Quest’anno l’ERSL rilancia il progetto su vari fronti. “Ora vorremmo intervenire in tre di questi cinque ambiti citati prima – aggiunge Angotti Pellegatta – dando la priorità iin paricolare alle tematiche prodotti e servizi, sinergie e collaborazioni e comunicazione”.

L’idea è di organizzare delle serate informative con i negozi di paese verso la fine del 2023 e poi partire con l’adozione delle misure concrete a partire dall’anno prossimo. “In questi mesi stiamo incontrando alcuni attori del territorio per capire le possibilità di collaborazione. Abbiamo ad esempio in programma un incontro con il Centro di competenza agroalimentari, per favorire l’aumento o l’introduzione di prodotti locali ed aumentare la visibilità dei negozi”, sottolinea ancora Angotti Pellegatta.

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Cosa significa tutto ciò? Si intende ad esempio puntare su un’estensione dei prodotti in vendita, sempre favorendo l’alimentare locale e valutare la possibilità di collaborazione con l’artigianato. Andrebbero idealmente potenziati anche i servizi offerti nei negozi, ad esempio con la consulenza turistica o la piccola ristorazione. Sempre la direttrice Angotti Pellegatta: “Per i negozi di paese, e alcuni già lo fanno, è fondamentale riuscire a distinguersi dalla grande distribuzione, puntando ad esempio sulla varietà dei prodotti locali offerta e sui servizi, che devono essere personalizzati in base al contesto in cui si situa il negozio. Stiamo pure vagliando le possibilità di collaborazione con l’ente turistico, soprattutto per quelle botteghe che si trovano in comuni turistici. Inoltre, vorremmo capire se gli artigiani possano essere interessati a vendere i loro prodotti in alcune di queste botteghe di paese”.

Il 2023/24 sarà anche l’anno in cui procedere alla messa in rete dei negozi tra loro e con altri attori. L’intento è quello di facilitare la collaborazione fra negozi e favorire lo scambio di informazioni, di conoscenze, di esperienze. Ad oggi non ci immaginiamo un’associazione di settore, ma piuttosto delle iniziative condivise. Un esempio potrebbe essere quello degli acquisti per avere anche dei vantaggi in termini di costi, senza dimenticare l’organizzazione della logistica

Sensibilizzare i clienti

Non tutto è così semplice. Anche la miglior comunicazione e promozione si scontra con la sensibilità del potenziale cliente e la sua cronica mancanza di tempo. Spesso il cliente cerca la praticità, e in un negozio di paese si rischia di non trovare tutto ciò che si cerca e i prezzi sono pure leggermente più alti. Per questo il negozio di paese deve sempre più andare incontro alle esigenze del cliente, magari tenendo aperto in orari diversi. Insomma. Solo se si riesce a mettere in atto tutta una serie di condizioni allora si riuscirà a vincere la sfida. Da qui l’importanza del ‘raccontare’ cosa ci sta dietro a un prodotto magari attraverso delle degustazioni e degli incontri con i produttori locali.

È vero che le botteghe di paese sono state riscoperte durante la prima fase della pandemia. “La sfida adesso è mantenere questa clientela e trovare nuovi utenti. Si deve pensare a iniziative di sensibilizzazione ma anche iniziative di comunicazione congiunta”, conclude Angotti Pellegatta.

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