Lo Zoo di Basilea festeggia 150 anni: tutto era iniziato il 3 luglio 1874 con la presentazione di animali indigeni. Oggi lo "Zolli" è una sorta di salvagente per le specie minacciate.
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Keystone-ATS
Nel libro pubblicato in occasione dell’anniversario, il direttore Olivier Pagan descrive lo Zoo di Basilea come “un’oasi nel mezzo della città”, vantando il valore ricreativo per la popolazione e insistendo sulle nozioni di educazione, ricerca e protezione della natura.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, lo zoo non fa sempre l’unanimità: nel 2019 la popolazione del cantone ha respinto alle urne un nuovo piano urbanistico approvato a larga maggioranza dal Gran Consiglio che avrebbe permesso la costruzione dell'”oceanario”, un enorme acquario dedicato agli oceani, nelle vicinanze dello zoo. Diverse organizzazioni ambientaliste avevano lanciato il referendum, adducendo argomenti ecologici e legati alla protezione degli animali che vi avrebbero dovuto essere ospitati.
Nonostante i problemi legati alla detenzione di animali in cattività, il parco faunistico può contare su un pubblico fedele: ogni anno attira circa 1,2 milioni di visitatori. La popolazione si mostra anche molto generosa in termine di lasciti e donazioni.
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Le condizioni di vita degli animali nello “Zolli” sono migliorate nel corso degli ultimi decenni. Fino alla fine degli anni ’90 i leoni vivevano ancora dietro a delle sbarre; oggi dispongono di un vasto recinto e di una tana in cui possono ritirarsi lontano dagli sguardi dei visitatori. Anche gli elefanti africani e le grandi specie grandi di primati sono ospitate in spazi più ampi.
Un po’ di storia
Nel 1959 la nascita del primo gorilla in uno zoo europeo aveva portato alla ribalta il parco basilese a livello internazionale. Goma è nato nella gabbia delle scimmie ed è stato allevato con il biberon e fasciato dal direttore dell’epoca. Il primate è deceduto nel 2018 all’età di 58 anni. Ma non era stato il primo grande successo per lo zoo: nel 1956 si era già messo in vista con la nascita in cattività di un rinoceronte indiano, una prima mondiale.
Nel 1874 lo “Zolli” non presentava ancora specie esotiche: si potevano ammirare cinghiali, stambecchi, cervi e uccelli. L’interesse iniziale è sfumato velocemente. Dal 1879 ha cominciato a esibire popoli esotici, in particolare nubiani e marocchini, attirando un grande successo ed evitando così il fallimento. Le esibizioni sono terminate soltanto nel 1935, non per motivi etici ma a causa della diminuzione dell’interesse del pubblico che preferiva vedere animali esotici come leoni ed elefanti.
Problemi di spazio
Situato non lontano dalla stazione, il parco faunistico è confrontato a problemi di spazio. Attualmente occupa solo una superficie di 110’000 m2, a fronte dei 270’000 dello Zoo di Zurigo, il più importante del paese. Nonostante le dimensioni, oggi presenta circa 630 specie, contro le 375 ospitate sullo Zürichberg.
Lo “Zolli” dispone ancora di una piccola riserva di terreno a sud, in territorio di Basilea Campagna, e a nordest, dove si trova il parcheggio. A termine il direttore e il presidente del consiglio d’amministrazione Martin Lenz contano di sfruttare queste superfici per costruire strutture per l’accoglienza di animali esotici.
Lo Zoo di Basilea è il più vecchio giardino zoologico della Svizzera, anche se va precisato che il parco faunistico di Lange Erlen, sempre a Basilea, che ospita solo animali indigeni, era stato aperto tre anni prima, nel 1871. Oggi, in occasione dell’anniversario, il biglietto d’ingresso costa 50 centesimi, come 150 anni fa.
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