La tredicesima AVS sarà finanziata con un aumento dell’IVA
Il Consiglio federale prevede di finanziare la tredicesima AVS con un aumento dell'imposta sul valore aggiunto (IVA), il cui ammontare, però, non è ancora stato reso noto.
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Keystone-ATS
La tredicesima AVS sarà finanziata tramite un aumento dell’IVA, il cui importo non è ancora stato deciso. Le trattenute salariali rimarranno invece invariate. Lo ha proposto mercoledì il Consiglio federale, che ha anche confermato la diminuzione del contributo della Confederazione alle uscite dell’AVS.
In una nota, il Governo afferma che durante la consultazione la maggioranza dei pareri espressi era a favore della variante che combinava il rialzo dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) e l’aumento dei contributi salariali. In base alle prospettive finanziarie rettificate, il fabbisogno di finanziamento è tuttavia inferiore al previsto.
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Per questo motivo il Consiglio federale ha ritenuto “che aumentare soltanto l’IVA sia la soluzione più adatta”. Anche rinunciando all’aumento dei prelievi salariali si potrà far fronte alle spese supplementari derivanti dalla 13a rendita in misura tale da garantire il raggiungimento di un livello del Fondo di compensazione AVS pari al 100% delle uscite dell’AVS nel 2030, precisa l’esecutivo.
I nuovi tassi IVA, indica ancora il comunicato, saranno fissati dal Governo il prossimo autunno “in base alle nuove prospettive finanziarie dell’AVS”.
Contributi federali
Nei parametri fissati mercoledì, l’Esecutivo ha anche confermato la volontà di ridurre la partecipazione della Confederazione alle uscite annue dell’AVS, e ciò, come da lui stesso ammesso, “nonostante i pareri contrari di una maggioranza dei partecipanti alla consultazione”.
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La misura, spiega il comunicato, si giustifica con l’attuale stato delle finanze federali. Nella consultazione il Governo proponeva di ridurre la sua quota dal 20,2% al 18,7%. Ora il calo è limitato al 19,5%.
Aumento delle uscite
Nel 2026 le spese derivanti dalla tredicesima AVS ammonteranno a circa 4,2 miliardi di franchi e nel 2030 raggiungeranno quasi 5 miliardi. L’annuncio dell’errore di calcolo nelle proiezioni finanziarie a lungo termine dell’AVS “si ripercuote solo leggermente su questi dati”, afferma l’Esecutivo.
Come già comunicato, con l’introduzione della nuova rendita il risultato di ripartizione dell’AVS diventerà negativo a partire dal 2026. In base ai nuovi calcoli, l’aumento del deficit negli anni successivi sarà tuttavia meno rapido del previsto.
Insomma, malgrado i nuovi dati a disposizione il Consiglio federale non intende rimandare il dibattito sul finanziamento della tredicesima AVS. A suo avviso, quest’ultima va introdotta simultaneamente alle disposizioni sul suo finanziamento.
Confermata una rendita annuale dal 2026
Nel suo annuncio, il Governo ha anche confermato che la tredicesima AVS verrà versata una volta all’anno nel mese di dicembre. L’Esecutivo ha anche ribadito che la prima rendita verrà versata nel 2026.
Iter legislativo
Per riuscire ad ancorare in tempo nella legge i parametri legati al finanziamento, il Governo ha fissato un calendario serrato: il messaggio sarà licenziato in autunno e la prima discussione in parlamento è prevista già per la sessione invernale di dicembre.
Le modifiche di legge per l’attuazione della 13a rendita di vecchiaia e quelle per il suo finanziamento verranno proposte in un pacchetto con due progetti separati. In questo modo si vuole garantire che le modifiche di legge per l’attuazione della decisione popolare possano entrare in vigore anche se quelle relative al finanziamento dovessero subire ritardi. La modifica dell’IVA sottostà infatti a referendum obbligatorio.
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