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La Svizzera deve combattere i matrimoni tra minori

Due sposi dodicenni in India.
La revisione riguarda i matrimoni effettuati all'estero, visto che in Svizzera non sono più ammessi dal 2013. KEYSTONE

Per combattere i matrimoni con minori e proteggere le vittime straniere di violenza domestica il Consiglio nazionale ha compiuto alcuni passi verso l'adozione di revisioni legislative.

Attualmente, la causa di nullità dei matrimoni con minorenni decade quando il coniuge minore compie 18 anni. Per l’Esecutivo questo lasso di tempo è troppo breve e propone di posticipare il termine della sanatoria al compimento dei 25 anni, per rafforzare i diritti delle persone interessate. L’estensione del periodo si applicherà anche alle autorità che devono intentare un’azione di annullamento del matrimonio d’ufficio.

La revisione riguarda i matrimoni effettuati all’estero, visto che in Svizzera non sono più ammessi dal 2013. Una delle disposizioni è relativa a quelli giovanili. Se entrambi i coniugi non hanno compiuto 16 anni quando il matrimonio viene esaminato da un’autorità elvetica, questo non sarà riconosciuto in Svizzera.

Una seconda norma riguarda i matrimoni con minori quando uno dei coniugi è residente in Svizzera. Mira in particolare a prevenire quelli in cui i minori residenti nella Confederazione si sposano nel Paese d’origine della famiglia, ad esempio durante le vacanze estive.

Il Consiglio federale ha previsto delle eccezioni. Se il coniuge, minorenne al momento del matrimonio e maggiorenne al momento del procedimento di annullamento, dichiara volontariamente di voler continuare il matrimonio, il giudice potrà accogliere la richiesta.

Nei casi in cui l’interessato sia ancora minorenne al momento del procedimento di annullamento, il Governo ha proposto che il giudice possa effettuare una “ponderazione degli interessi”: il matrimonio può essere mantenuto se esiste un interesse prevalente per l’interessato.

Vittime straniere di violenza domestica

Le due camere del Parlamento sono d’accordo sul fatto che dopo un divorzio una donna straniera può rimanere in Svizzera e prolungare il suo permesso di soggiorno solo a certe condizioni, ossia se l’unione è durata almeno tre anni e la persona interessata è ben integrata. Inoltre, è richiesta la prova di una violenza di una certa intensità e durata.

Le camere continuano invece a essere divise sul peso da dare all’assistenza alla vittima da parte di un servizio specializzato in violenza domestica. Oggi il Nazionale ha proposto una soluzione di compromesso: le autorità competenti dovranno tenere conto del parere di un centro di assistenza alle vittime in grado di confermare il bisogno di protezione di una persona.

Gli Stati, che in un primo tempo erano contrari a questa precisazione, dovranno tornare ad esprimersi sulla questione.

La modifica della legge riguarda i titolari di un permesso di soggiorno (permesso B) o di un permesso di breve durata (permesso L) e le persone ammesse a titolo temporaneo (permesso F). È previsto che il concetto di “violenza coniugale” sia sostituito da quello di “violenza domestica”. Ciò significa che la nuova legge si applicherà non solo alle persone che vivono in un’unione coniugale, ma anche ai figli nati da tali unioni, ai partner registrati e ai conviventi.

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