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La Confederazione investe sulla Ginevra internazionale

Il Palazzo dell'ONU a Ginevra.
Il Palazzo dell'ONU a Ginevra. KEYSTONE/Martial Trezzini

Consolidare il ruolo di Ginevra come centro del multilateralismo e polo di innovazione per le nuove tecnologie: a questo scopo il Consiglio federale ha stanziato oggi 269 milioni di franchi per rafforzare la Ginevra internazionale, approvando un pacchetto di misure urgenti e un messaggio per il periodo 2026-2029.

L’idea è da un lato di dare una spinta alla tradizione umanitaria di Ginevra, specialmente nella difesa del diritto internazionale, dall’altro di far diventare la città un punto di riferimento per trovare soluzioni alle sfide della governance delle nuove tecnologie, ha affermato Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), parlando alla stampa.

Il consigliere federale ha sottolineato la cultura del dialogo tanto privilegiata dalla Svizzera. Oggi questo multelateralismo attraversa una crisi, indebolito dalle crisi mondiali. La decisione di alcuni Stati, tra cui gli USA, di ridurre i fondi si ripercuote anche sulla Ginevra internazionale.

Difficoltà legate a calo contributi

Il governo constata che le riduzioni dei contributi hanno provocato gravi tensioni all’interno di importanti organizzazioni internazionali. Diverse istituzioni con sede a Ginevra sono state costrette a rivedere al ribasso i loro bilanci, a ridurre il personale e persino a prendere in considerazione un trasferimento fuori dalla Svizzera, verso mete meno costose. Allo stesso tempo, la concorrenza internazionale per ospitare queste organizzazioni si è notevolmente intensificata.

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La sede ONU di Ginevra.

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Per preservare l’attrattiva e la sostenibilità della piazza ginevrina è necessaria una risposta rapida e determinata. Il Consiglio federale – che condivide le preoccupazioni della Città e del Canton Ginevra – ha quindi deciso di rispondere all’urgenza delle esigenze finanziarie sostenendo al contempo riforme strutturali a medio termine. La Svizzera assume così la sua responsabilità di Stato ospitante affidabile, ha detto Cassis.

Nel messaggio al parlamento, il Governo sottolinea che la politica di Stato ospite della Confederazione viene così adeguata “al contesto di incertezza attuale. Esso definisce quattro campi d’azione, vale a dire accoglienza, infrastrutture (soprattutto immobiliari), partenariati e governance delle nuove tecnologie”.

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Il Consiglio federale ha quindi oggi stanziato complessivamente 269 milioni di franchi per la Ginevra internazionale. Negli ultimi quattro anni il contributo del Dipartimento degli affari esteri è stato di quasi 2 miliardi di franchi.

Per l’anno in corso, il Consiglio federale ha approvato un credito aggiuntivo di 21,5 milioni di franchi per misure urgenti a favore delle organizzazioni internazionali con sede a Ginevra. Per il periodo dal 2026 al 2029, chiede al Parlamento un credito di 130,4 milioni di franchi, compresi 21,5 milioni di franchi per il proseguimento delle misure urgenti nel 2026.

Il pacchetto di misure di risparmio della Confederazione prevedeva tagli del 20%. Ora il Consiglio federale ha invece deciso un aumento del 5%, ha sottolineato Cassis: questo aumento viene completamente assorbito dal DFAE.

Le misure proposte dal governo includono pure la sospensione dei rimborsi di mutui alla Fondazione per gli immobili delle organizzazioni internazionali (FIPOI) per il 2025 e 2026 (19,3 e 19,4 milioni di franchi) e un mutuo a interesse zero di 78 milioni per l’ammodernamento urgente di un terzo dei suoi edifici.

Approccio coordinato

Il Consiglio federale risponde in questo modo alla concorrenza internazionale sempre “più agguerrita” presentando un un approccio coordinato insieme al Cantone e alla Città di Ginevra. Il Cantone stanzierà 10 milioni per le ONG, la Città contribuirà con 2 milioni, e la nuova fondazione Hans Wilsdorf, con un budget di 50 milioni in cinque anni, completerà le misure federali per preservare l’attrattiva di Ginevra.

Ginevra, sede di 43 organizzazioni internazionali, centinaia di ONG e rappresentanze di 183 Stati, è un pilastro della diplomazia multilaterale, e contribuisce all’elaborazione di norme internazionali e allo sviluppo di soluzioni innovative in settori come diritti umani, salute e ambiente, con un indotto economico annuo di circa 4 miliardi di franchi per la Svizzera.

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