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Il Museo nazionale ricorda i 175 della Costituzione federale

La Costituzione federale del 1848 custodita negli archivi federali.
Nel 1848 la Confederazione era un'isola democratica attorniata da regni e imperi. Edi/bundesarchiv

Il 12 settembre del 1848 la Dieta federale promulgò la prima Costituzione federale. In occasione del 175° anniversario, il Museo nazionale di Zurigo presenta una mostra che si concentra in particolare sui diritti fondamentali. I visitatori sono confrontati con la carta fondamentale della Svizzera anche in modo ludico. Si dà così inizio ai festeggiamenti.

L’esposizione si inaugura venerdì e potrà essere visitata fino al 17 luglio. La Costituzione federale ha un’influenza maggiore di quanto si possa pensare a prima vista sulla vita quotidiana delle persone, scrivono gli organizzatori in una nota.

Suddivisa in tre parti, la mostra illustra la trasformazione della Costituzione, l’evoluzione dei diritti fondamentali e nella fase più recente, cinque importanti casi giudiziari che ne hanno determinato l’evoluzione.

Diritto di voto solo per maschi e cristiani

La prima sezione ha per tema lo sviluppo della Costituzione federale dal 1848 al 1891 e mostra il passaggio della Svizzera dalla democrazia rappresentativa a una democrazia semi diretta a suffragio maschile.

Due urne storiche ricordano il diritto di voto che nel 1848 fu inizialmente riconosciuto soltanto agli individui di sesso maschile e di religione cristiana, escludendo donne ed ebrei. Altri principi introdotti in questo periodo furono la libertà di stampa, che portò ad uno sviluppo massiccio del numero di pubblicazioni, e la responsabilità della sicurezza attribuita alla Confederazione.

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Nella seconda parte vengono presentati dei giochi interattivi, attraverso i quali i visitatori possono ad esempio esplorare il percorso per l’ottenimento della cittadinanza, i limiti della libertà di espressione, la protezione della privacy o il diritto a un giusto processo.

Schedature e affidamenti coatti

Diverse installazioni si occupano infine dei diritti civili e dei diritti fondamentali nella fase più recente, dal 1971 al 1999. Fra i temi affrontati, la protezione dei dati, con lo “scandalo delle schedature” del 1989, la libertà di espressione e artistica o la libertà di religione, estesa nel 1874 a tutte le fedi ma che ancora occupa i tribunali, come mostra il caso di un’insegnante ginevrina che ha lottato per veder riconosciuto il diritto di insegnare con il velo.

Un’ultima istallazione è dedicata a diritti procedurali introdotti di recente. Il riferimento è in particolare alle vittime di misure coercitivo a scopo assistenziale che fino agli anni ’80 non avevano diritto ad una procedura equa. Soltanto la revisione totale della Costituzione del 1999 ha introdotto il diritto di impugnare davanti a un tribunale le decisioni di internamento amministrativo.
 

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