In Svizzera meno di un quinto delle donne ritiene che la questione del linguaggio inclusivo sia importante e ammette di prestarvi attenzione durante la stesura di testi scritti o nel parlato. Gli uomini attenti a tale tematica sono circa il 5%. Lo indica un sondaggio dell'editore Tamedia e del giornale gratuito 20 Minuten.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Pubblicato lunedì, il sondaggio mostra come la questione dell’uguaglianza di genere nel linugaggio interessa solo a una piccola minoranza in Svizzera. La maggior parte di essi – l’ottanta per cento circa – ritiene che la parità di genere nel linguaggio sia ben distante dall’essere un problema urgente: preoccupano piuttosto i costi della salute, le pensioni e il cambiamento climatico.
Sono le donne le più propense a porre attenzione all’inclusione sul piano linguistico quando scrivono o parlano: queste rappresentano solo il 18% che, nonostante sia meno di un quinto dei partecipanti, è una quota tripla rispetto a quella dei maschi. La fascia d’età che si è mostrata più aperta verso l’uso del linguaggio inclusivo è quella degli intervistati tra i 18 e i 34 anni d’età, quella più restia è invece rappresentata dagli “over” 65.
Sempre nello studio legato al sondaggio si legge che negli ambienti borghesi e nelle campagne non si presta quasi alcuna attenzione al linguaggio inclusivo. I simpatizzanti dell’UDC (95%), dei liberali (88%) e del Centro (86%) non prestano quasi alcuna attenzione al linguaggio inclusivo quando formulano testi e parlano.
La situazione è diversa con i partiti posizionati più a sinistra: tra chi simpatizza con il partito socialista, il 53% ha risposto che fa attenzione al linguaggio inclusivo, mentre tra i Verdi l’utilizzo di tale linguaggio sale al 54%.
Al sondaggio hanno partecipato 30’754 persone da tutta la Svizzera ed è stato svolto in collaborazione con l’istituto lucernese di indagini politiche e sociali LeeWas.
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