Due anni fa il parlamento aveva rigettato un progetto simile per proteggere i whistleblower. Chissà che questa sia la volta buona.
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I “whistleblower” devono essere meglio protetti nel settore privato. È quanto prevede una mozione diel liberale zurighese Ruedi Noser approvata dal Consiglio degli Stati a due anni dal fallimento in parlamento di un progetto in tal senso. Il dossier passa ora al Consiglio nazionale.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
In Svizzera va rafforzata nel settore privato la protezione dei “whistleblower”, ossia coloro che denunciano atteggiamenti o azioni illegali.
La Svizzera è infatti nel mirino dell’OCSE da anni per le misure anticorruzione, giudicate poco incisive. In particolare, si vorrebbe che la Svizzera attuasse due raccomandazioni: proteggere gli informatori nel settore privato e innalzare la pena massima prevista dalla legge in caso di corruzione.
La Confederazione non ha un quadro giuridico vincolante ed è particolarmente isolata in Europa sul tema della corruzione. “Tuttavia, anche nell’economia svizzera ci sono casi di corruzione e un whistleblower potrebbe aiutare a scoprirli prima”, ha detto lo zurighese. La Svizzera, secondo Noser, ha quindi bisogno di regole più severe per evitare che la pressione internazionale aumenti ulteriormente. Con la sua mozione, l’imprenditore zurighese auspica non solo una migliore protezione per i whistleblower, ma anche un inasprimento della pena massima per le aziende.
Prendendo la parola, la Consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha dato ragione a Noser: la Svizzera ha un problema. Un quadro giuridico specifico sarebbe l’approccio migliore, ma oggi non c’è alcun segnale che si stia coagulando un consenso politico sull’argomento, ha affermato la “ministra” di giustizia e polizia. Due anni fa, il Parlamento ha affossato una proposta del Consiglio federale sugli informatori. Il Consiglio nazionale riteneva che non avrebbe garantito una reale protezione ai lavoratori interessati.
Il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha dichiarato che la Svizzera dovrà presentare entro la fine del 2024 un rapporto sui progressi legislativi concreti compiuti nella lotta alla corruzione. In assenza di progressi, il gruppo di lavoro dell’OCSE potrebbe decidere di inviare una missione di alto livello in Svizzera. “Siamo osservati da parte europea”, ha concluso Elisabeth Baume-Schneider.
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