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I liberali puntano su un’economia forte, basata sull’innovazione

Un momento dell assemblea con sul palco Ignaio Cassis.
Davanti ai delegati il consigliere federale Ignazio Cassis ha riferito di progressi nelle relazioni con l'Unione europea. © Keystone / Michael Buholzer

I delegati del Partito liberale radicale, in assemblea sabato a Dübendorf, vicino a Zurigo, hanno approvato un documento prorgammatica sulla politica economica che punta su meno burocrazia e più innovazione. E durante l'evento, il 'ministro' degli esteri Ignazio Cassis ha rivelato che i colloqui esplorativi con l'UE sono in dirittura d'arrivo.

Il Partito liberale radicale (PLR) vuol diventare la seconda maggiore formazione politica alle elezioni federali di ottobre e nella sua campagna elettorale si concentra sulla politica economica. I delegati riuniti oggi in assemblea a Dübendorf hanno approvato un documento programmatico in materia.

In base al testo, i liberali radicali intendono – tra le altre cose – affrontare la carenza di specialisti nel mercato del lavoro riducendo la burocrazia e aumentando la digitalizzazione. Il documento chiede anche un allentamento delle norme sul lavoro serale e nei fine settimana, la rapida introduzione dell’identità elettronica per l’amministrazione digitale e un’aliquota IVA unificata.

L’introduzione della tassazione individuale e il miglioramento delle strutture di assistenza all’infanzia dovrebbero peraltro rendere più facile la conciliazione tra lavoro e famiglia.

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In materia di politica estera il PLR vuole garantire l’indipendenza della Svizzera, come pure migliorare le relazioni con l’Unione europea garantendo e ampliando la via bilaterale. Il testo esclude l’adesione all’UE o allo Spazio economico europeo (SEE). 

E proprio sul tema, davanti ai delegati, il consigliere federale Ignazio Cassis ha riferito di progressi nelle relazioni con l’Unione europea (UE): a suo dire i colloqui esplorativi sarebbero in dirittura d’arrivo. Fino alla fine dell’anno appena concluso i colloqui a livello tecnico con l’UE hanno compiuto buoni progressi, ha affermato il ticinese. “Ora si tratta di stabilire un fondamento sulla cui base il Consiglio federale potrà decidere in merito a un nuovo mandato di negoziazione”, ha aggiunto senza precisare entro quando ciò dovrebbe accadere.

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