Il Canton Grigioni vuole uccidere il branco di lupi nel Parco nazionale
Il Canton Grigioni vuole eliminare il branco di lupi che vive nel Parco nazionale. Il motivo è l'attacco a un bovino.
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Keystone-ATS
Martedì le autorità retiche hanno inoltrato la richiesta all’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).
Il direttore del Parco nazionale Ruedi Haller è critico verso le intenzioni del Cantone. Secondo quanto ha dichiarato a Keystone-ATS, non è ancora chiaro se il lupo che ha ucciso un bovino a fine agosto faccia parte del branco del Fuorn. Si tratta piuttosto di una supposizione delle autorità cantonali. Per fare chiarezza sarà necessaria un’analisi del DNA.
Richiesta inoltrata a Berna
L’Ufficio per la caccia e la pesca grigionese ha comunicato di aver inoltrato la richiesta per l’abbattimento del branco del Fuorn, che si è formato nel 2023 nella zona del Parco nazionale svizzero. Un punto sensibile per il parco che da oltre 100 anni s’impegna per la tutela della flora e della fauna. Per questo il direttore Ruedi Haller esclude qualsiasi tipo di intervento. La legge federale stabilisce che il Parco nazionale svizzero è una riserva, in cui la natura è protetta da ogni interferenza umana e, in particolare, l’intero mondo animale e vegetale è lasciato libero di svilupparsi in modo naturale. I lupi però non riconoscono il perimetro del parco o i confini cantonali.
Luce verde per l’uccisione di 35 lupi
L’ufficio della caccia e della pesca retico ha già ricevuto il benestare dall’UFAM per l’abbattimento dei cuccioli di lupo dei branchi dello Stagias, Moesola, Lenzerhorn, Calderas, Muchetta, Fuorn e Älpelti. Si tratta di 22 giovani esemplari. Inoltre Berna ha autorizzato l’eliminazione dell’intero branco del Vorab in Surselva. In questo caso e per l’abbattimento di due lupi solitari in Valposchiavo e nella regione dell’Hinterrhein verranno coinvolti anche i cacciatori e le cacciatrici autorizzati.
L’agricoltura vuole di più
In un comunicato odierno l’Unione svizzera dei contadini ha chiesto di ridurre le soglie di danno per le mandrie di bestiame protette, consentendo ad esempio agli agricoltori di sparare dei colpi difensivi. Inoltre ha chiesto l’autorizzazione per ulteriori razze canine da impiegare come cani da protezione e un indennizzo per il bestiame ucciso sui pascoli alpini che non possono essere protetti simile a quello previsto per le mandrie protette.
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