Secondo l'ex consigliere di Stato ticinese Pietro Martinelli, il sistema LAMal ha raggiunto i suoi limiti ed è giunto il momento di cambiare.
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tvsvizzera.it/mrj
Gli aumenti dei premi dell’assicurazione malattia annunciati martedì fanno discutere. La media Svizzera è dell’8,7%, ma il picco massimo è stato toccato dal Ticino, con il +10,5%. E il malcontento dilaga: “Così non si può andare avanti! È una vera vergogna!”, “La salute non dovrebbe essere appannaggio di società che ci guadagnano sopra!” sono solo alcune delle testimonianze raccolte dalla Radiotelevisione della Svizzera italiana.
Da più parti, poi, gli anziani vengono indicati come i principali responsabili di questo aumento dei costi.
“Cercare la colpa negli anziani è un po’ populista, nel senso che quando si devono affrontare problemi difficili si cerca un capro espiatorio”, dice il già consigliere di Stato ticinese e già direttore del Dipartimento della sanità Pietro Martinelli.
“Credo che la LAMalCollegamento esterno – la Legge federale sull’assicurazione malattie introdotta proprio quando lui era in carica, ndr – sia una buona legge”, con la sua obbligatorietà, la possibilità di ottenere sussidi e la garanzia di parità di trattamento medico-ospedaliero indipendentemente dai guadagni di una persona. “Una scelta cara che però un Paese ricco come la Svizzera può permettersi”, aggiunge.
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La questione che ci si deve porre ora, secondo Martinelli è se non sia giunto il momento di creare una cassa malati unica e statale e stabilirne il metodo di finanziamento. Agli assicuratori privati, dice, si può lasciare la gestione delle assicurazioni facoltative.
Qualcosa, insomma, nell’opinione pubblica sta cambiando, lo dimostra anche un recente sondaggio, citato da Martinelli, che dice che l’80% della popolazione elvetica sarebbe favorevole a una cassa malati unica. Dove trovare i mezzi finanziari? “Non possiamo mantenere questo tipo ‘generoso’ di assicurazione malattia se non introduciamo dei premi proporzionali al reddito”. E le cause degli aumenti sono da cercare proprio in questa generosità: “È un’assicurazione malattia generosa, ma equa”. Il problema principale, anche del malcontento dilagante, è forse proprio il fatto che “i premi li pagano tutti, ma i guadagni li fanno in pochi”.
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