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Fuori dal tunnel che collega Genova e Lugano

Tavolata durante il convegno con a sinistra Paolo Emilio Signorini, presidente del sistema portuale della liguria occidentale
Un momento dell'incontro luganese "Un mare di Svizzera", con a sinistra Paolo Emilio Signorini, presidente dell'Autorità di sistema portuale del mar ligure occidentale. Bruno

La Svizzera ha investito in questi ultimi anni 23 miliardi di franchi nello sviluppo di infrastrutture ferroviarie. La Liguria, da parte sua, sta ingrandendo il porto di Genova e costruendo il Terzo Valico, la linea ferroviaria ad alta velocità che potenzierà i collegamenti tra Genova e Rotterdam, passando dal Ticino e dalla Svizzera, dando un senso alle gallerie ferroviarie di base elvetiche.

Svizzera e Italia scambiano ogni settimana beni per un miliardo di franchi. Sarebbe sufficiente questo dato, per capire che il Canton Ticino e la Svizzera non possono più ignorare il Mediterraneo nella loro pianificazione di sviluppo. Un messaggio lanciato dalla quarta edizione del convegno “Un mare di Svizzera” tenutosi mercoledì a Lugano dall’emblematico titolo “Fuori dal tunnel”.

Lo ha sostenuto con forza anche il sindaco di Genova, Marco Bucci, annunciando come su Genova confluiranno a inizio anno 8 miliardi di euro dal Recovery Plan, il 95% dei quali destinati proprio alle infrastrutture di trasporto. Una specie di Piano Marshall 2.0 – come lo ha chiamato Marco Bucci – che dovrebbe, tra l’altro, trasformare il porto di Genova in uno dei più importanti scali marittimi del mondo.

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Fuori dal tunnel, dicevamo. La Svizzera da tempo spinge sull’acceleratore delle infrastrutture ferroviarie. Con le sue gallerie di baseCollegamento esterno del Lötschberg, inaugurata nel 2007, del San Gottardo (2016) e del Ceneri (2020), costate circa 23 miliardi di franchi, ha contribuito in modo decisivo ad accorciare le distanze tra il Nord e il Sud d’Europa. Per la Confederazione, con l’apertura della galleria di base del Ceneri (a nord di Lugano), le grandi infrastrutture ferroviarie sull’asse nord-sud sono considerate concluse.

“Occorre completare i collegamenti a sud di Lugano per far fruttare gli enormi investimenti effettuati dalla Confederazione”.

Remigio Ratti, professore di economia

Non a caso, dopo aver investito massicciamente sul trasporto ferroviario, la Confederazione si concentra ora sulla costruzione del secondo tunnel autostradaleCollegamento esterno sotto il massiccio del San Gottardo. Votata dal popolo nel febbraio 2016, la galleria lunga 17 Km costerà poco più di 2 miliardi di franchi. L’opera dovrebbe contribuire in modo significante a migliorare la sicurezza del traffico di mezzi pesanti sull’asse nord-sud.

Remigio Ratti, professore ed esperto di economia regionale e di trasporti, sostiene da sempre però la necessità di completare i collegamenti ferroviari a sud di Lugano, per raggiungere l’Italia, la Lombardia e la Liguria con i suoi porti e per far fruttare così davvero gli enormi investimenti effettuati dalla Confederazione.

Con questo auspicato completamento a sud della nuova ferrovia transalpina (per ora non pianificato dalla Confederazione), Lugano si troverebbe a circa mezz’ora di treno da Milano e fra Lugano e Genova il tempo di percorrenza (con il Terzo Valico completato) scenderebbe al di sotto di un’ora e mezza. Rendendo di fatto il trasporto su rotaia assolutamente concorrenziale.

In questo senso, durante il convegno è stato annunciato che il primo dicembre prossimo, nascerà SwissRailvolutionCollegamento esterno, un’associazione che verrà a sostegno di alcuni progetti ferroviari strategici, primo fra tutti quello relativo alla prosecuzione della linea ferroviaria verso sud con la realizzazione della tratta veloce Lugano-Chiasso e il congiungimento alla rete italiana.

Genova e i suoi porti

Ma i porti liguri come rispondono? Secondo Paolo Emilio Signorini, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale, c’è un interesse commerciale, relazionale e produttivo tra il Ticino e la Liguria. Non per nulla – ha aggiunto Signorini – queste regioni fanno parte della più importante area economia d’Europa, quella denominata Corridoio Reno-Alpi.

“Il trasporto su rotaia potrebbe costituire uno strumento importante per una gestione ottimale dei volumi di merce”.

Paolo Emilio Signorini, Pres. Autorità Portuale Mar Ligure Occidentale

In generale – come racconta Signorini concentrandosi sul porto ligure – la crescita della domanda dei trasporti nel settore marittimo si è rafforzata durante tutto il 2021. A livelli superiori rispetto all’era pre-pandemica. E la tendenza è al rialzo. Questo significa – continua Signorini – che ci sarà una mancanza di capacità sulle rotte principali, un ritardo nell’imbarco, una congestione nei porti di destinazione con la conseguente riduzione della qualità del servizio marittimo e terrestre.

In questo contesto di difficoltà diffuse, per Signorini il trasporto ferroviario potrebbe costituire uno strumento importante per una gestione ottimale dei volumi di merce.

Nei primi dieci mesi del 2021, il traffico commerciale complessivo al porto di Genova (54 milioni di tonnellate di merce) è cresciuto dell’11.4% rispetto al 2020. Di questa merce, circa il 15.5% è caricata su rotaie. (Un dato per un paragone: lo scorso anno sono passate sotto le Alpi circa 35 milioni di tonnellate di merci, 72% delle quali su rotaia. Potenzialmente dalle gallerie ferroviarie di base elvetiche possono transitare fino a 60 milioni di tonnellate di merci all’anno. Le risorse sono dunque ancora enormi).

Dopo il crollo del Ponte Morandi, nel programma di investimenti approvato dallo Stato italiano per rafforzare la competitività del Porto di Genova, sono stati stanziati 2,3 miliardi di euro, 1,3 miliardi dei quali concentrati sulla nuova digaCollegamento esterno (allargamento del porto genovese) di cui si attende l’apertura del cantiere entro il primo trimestre dell’anno prossimo, La nuova infrastruttura marittima permetterà l’accesso alle navi di nuova generazione separando nel contempo i traffici commerciali da quello passeggeri. La diga, secondo i piani, sarà operativa a partire dal 2028.

Terzo Valico

L’altra parte dei fondi è destinata al potenziamento del trasporto ferroviario. In particolare, investimenti che puntano sull’accessibilità ferroviaria del porto.

Per incrementare il traffico merci su rotaia a partire dai porti di Genova – rilancia Signorini – si punterà anche su una maggiore penetrazione dell’offerta a nord delle Alpi. In questo senso si è già fatto molto, stabilendo un collegamento attivo tre volte alla settimana tra Genova Prà e Basilea. 

Qui entra il gioco il Terzo ValicoCollegamento esterno. Una priorità per la Liguria come ha sottolineato il presidente della Regione, Giovanni Toti, La nuova linea ferroviaria ad alta velocità potenzierà e faciliterà i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d’Europa.

“Il Terzo Valico è la nostra priorità per il trasporto delle merci lungo l’asse Nord-Sud”

Giovanni Toti, presidente Regione Liguria

L’opera, come detto, si inserisce nel Corridoio Reno-Alpi, che collega le regioni europee più densamente popolate e a maggior vocazione industriale. Si tratta di una tratta ferroviaria di 53 Km, tra Genova e Tortona, 37 dei quali in galleria. Il costo si aggira attorno ai 7 miliardi di euro e l’attivazione è prevista per il 2024.

Una volta che il nuovo porto sarà in piena funzione e Genova disporrà del Terzo Valico, con le tre gallerie di base in Svizzera avremo un collegamento veloce tra i due grandi porti europei di Genova e Rotterdam. E la Svizzera si troverà al centro di questo corridoio.

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