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Festa nazionale all’insegna del dialogo

Una ragazzina con due lanterne con le bandiere della Svizzera
"Capacità di compromesso e lo spirito di coesione hanno reso forte la Svizzera". Queste le parole del presidente della Confedearzione Ignaio Cassis. © Keystone/ Valentin Flauraud

"Sono convinto che il mondo di oggi abbia bisogno di più svizzeritudine". Così si è espresso il presidente della Confederazione Ignazio Cassis a Losanna, ultima tappa del suo viaggio attraverso la Svizzera in occasione della Festa nazionale di lunedì primo agosto.

Un itinerario che è stato “un omaggio alla nostra favolosa capacità di dialogo e di compromesso”, “risorsa inestimabile, soprattutto in questi tempi di incertezza”. “Ho voluto collegare luoghi simbolici che hanno visto crisi e soprattutto riconciliazioni in tempi diversi. Attraverso questo viaggio, ho voluto ricordare l’incredibile capacità di compromesso e lo spirito di coesione che hanno reso forte la Svizzera e che contribuiscono ancora oggi al nostro modo unico di vivere insieme”, ha spiegato Cassis.

Partito da Lugano, accompagnato da un gruppo di giovani, il presidente ha condiviso con circa 350 persone un brunch in fattoria a Knonau, nel canton Zurigo, terra storica delle guerre di (1529 e 1531) e del Sonderbund (1847), “luoghi di grandi lotte e solide alleanze su cui si fonda la Svizzera moderna”, ha spiegato. “Ci è permesso discutere e anche ad alta voce”, ha proseguito Cassis. “Ma è anche importante reimparare la capacità di riconciliazione”.

A Grenchen (canton Soletta), seconda tappa del viaggio, è stata scelta per via dello sciopero generale del 1918, “una delle principali crisi politiche e sociali del nostro Stato federale”. “Dalle tensioni ai compromessi, questo episodio portò (nel 1937) alla pace del lavoro, altro elemento forte dell’identità svizzera!”, ha ricordato il ticinese.

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Restare uniti

“Questi momenti cruciali della storia svizzera ci ricordano che la pace e la stabilità sono fragili e devono essere alimentate, anche in patria.(…) E che la difesa dei nostri valori e del nostro modello di società richiede impegno e dialogo, come abbiamo saputo fare per secoli”, ha detto ancora sottolineando che il bisogno di riconciliazione è ancora più importante visto il difficile periodo che stiamo attraversando, segnato da due anni di pandemia, dal ritorno della guerra in Europa e, oggi, dal rischio di una crisi di approvvigionamento energetico che ci costringerà a rivedere le nostre abitudini.

“Restare uniti è ciò che abbiamo imparato a fare nel cuore dell’Europa, sul nostro territorio, punto di incontro di quattro lingue e altrettante culture. È questo che voglio celebrare quest’anno come Presidente della Confederazione: la nostra capacità di vivere insieme e a volte anche di andare incontro agli altri”, ha concluso il Presidente.

Appello ai giovani

Prima di finire la giornata con una grande festa popolare con fuochi d’artificio a Losanna, Cassis ha fatto tappa a Yverdon-les-Bains che quest’anno ha deciso di festeggiare il 1° agosto sul tema dell’italianità. “In questo 1° agosto 2022 e in questo contesto di incertezza, vorrei ricordarvi quanto siamo fortunati a vivere in una Svizzera innovativa”, ha detto ricordando che Yverdon ha avuto la prima stazione ferroviaria della Svizzera romanda nel 1855 e che oggi è sede del Swiss Technopole.

“Sono convinto che il mondo di oggi abbia bisogno di più svizzeritudine”. È questo il messaggio che voglio trasmettere in questi tempi incerti, soprattutto a voi. Conto su di voi, sui vostri giovani e sul vostro impegno, per sostenere questo slancio positivo oggi e soprattutto domani”.

Le tradizioni del Primo d’agosto

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Gli altri discorsi

Guy Parmelin dal Ticino ammette che il quadro che la Svizzera si trova a dover affrontare “può effettivamente risultare preoccupante” e “si prospettano tempi meno sereni, se non addirittura più turbolenti”, ma ciò non deve condurre all’inerzia o all’ansia. La paura va vinta e trasformata in risorsa per reagire alle difficoltà dando prova di “ottimismo e fermezza”. 

Viola Amherd nel suo discorso a Winterthur ha parlato in particolare del valore della democrazia e dello Stato di diritto nel corso del quale ha messo in guardia dal fatto che “ci sono sempre più Stati governati in modo autocratico” e che le tendenze antidemocratiche si avvertono anche in Europa. 

A Friburgo, Simonetta Sommaruga, ricordato che la Svizzera ha fatto affidamento sulle importazioni di energia per troppo tempo, ha insistito sulla fattibilità della transizione che ridurrà la dipendenza dall’estero e dalle fonti non rinnovabili.

Un richiamo all’indipendenza e alla libertà che sono stati al centro dell’allocuzione di Karin Keller-Sutter al Moléson: “dobbiamo difendere le nostre libertà, la nostra sicurezza, le nostre istituzioni, la nostra cultura politica”.

Da parte sua Alain Berset a Bellerive ha inviato a mettere da parte le polemiche e l’intransigenza per focalizzare l’attenzione su ciò che unisce.

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