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Più soldi per l’esercito e più cooperazione con la NATO

soldato
Un gruppo di esperti istituito dal Consiglio federale ha formulato una serie di raccomandazioni destinate ad arricchire la Strategia di politica di sicurezza 2025. Keystone / Peter Schneider

Più soldi per l'esercito, maggiore cooperazione in materia di difesa con la NATO e revisione della politica di neutralità: sono queste le raccomandazioni principali formulate in un rapporto presentato giovedì da un gruppo di esperti istituito dal Consiglio federale.

La commissione di studio, creata un anno fa dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), ha pubblicato il frutto delle proprie riflessioni, destinate ad arricchire la Strategia di politica di sicurezza 2025, per la quale la Segreteria di Stato per la politica di sicurezza (SEPOS) ha appena iniziato a lavorare.

Nelle 68 pagine del rapporto, la commissione formula un centinaio di raccomandazioni che interessano sette ambiti allo scopo di progettare una politica di sicurezza orientata al futuro. Ciò significa che l’esercito si dovrebbe concentrare maggiormente sulle sue capacità di difesa e che il bilancio per la difesa venga aumentato fino all’1% del prodotto interno lordo entro il 2030.

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La politica di neutralità va rivista

Nel corso dei suoi lavori, la commissione è giunta alla conclusione che l’attuale politica di neutralità andrebbe rivista. In particolare, la maggioranza raccomanda di allineare la politica di neutralità alla Carta dell’ONU e di tenere maggiormente conto della distinzione tra aggressore e vittima.

Un’ampia maggioranza si è detta inoltre a favore di una revisione sostanziale della legge sul materiale bellico per poter tenere il passo di questo ulteriore sviluppo della politica di neutralità.

Servizio civile e protezione civile da raggruppare

La politica economica e la politica economica esterna dovrebbero essere considerate elementi dell’approvvigionamento economico del Paese. La maggioranza raccomanda inoltre di raggruppare il servizio civile e la protezione civile, opzione attualmente in fase di elaborazione nel quadro dei lavori di approfondimento del sistema di servizio obbligatorio. Si raccomanda inoltre che la protezione della popolazione venga organizzata tenendo conto dell’inasprimento della situazione in materia di sicurezza dei suo compiti in caso di guerra.

Cooperazione con la NATO

Per la commissione, la cooperazione con la NATO e l’UE andrebbe ulteriormente approfondita con l’obiettivo di una capacità di difesa congiunta e strutturata in una vera e propria cooperazione in materia di difesa.

A tale scopo occorre definire le aspettative per quanto riguarda la capacità di difesa come pure le controprestazioni che la Svizzera potrebbe fornire nei confronti di un futuro partner. In tale contesto anche la promozione militare della pace andrebbe ampliata.

Inoltre la cooperazione andrebbe approfondita non soltanto a livello militare, ma anche a livello diplomatico, ad esempio per quanto riguarda gli sforzi per il controllo degli armamenti a livello internazionale e la regolamentazione delle nuove tecnologie.

Industria degli armamenti da rafforzare

A parere della commissione, l’industria nazionale degli armamenti dev’essere rafforzata e maggiormente orientata alla situazione di minaccia.

A tale scopo occorre promuovere l’innovazione e garantire l’accesso ai progetti di cooperazione dell’UE e della NATO.

La commissione

La commissione è stata presieduta da Valentin Vogt, ex presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori, mentre il documento finale è stato redatto dalla filosofa politica Katja Gentinetta. Ne hanno fatto parte anche professori di diritto internazionale e di relazioni internazionali, nonché esperti indipendenti di politica di sicurezza. Erano inoltre rappresentati i sei gruppi parlamentari, le diverse generazioni e regioni linguistiche.

Il gruppo ha votato su ogni singola raccomandazione. Nella maggior parte dei casi non c’è stata unanimità. La diversità di queste opinioni si riflette nel rapporto.

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