Difficoltà economiche per il Politecnico federale di Zurigo
Il "Poli" di Zurigo è vittima del suo successo.
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Il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) ritiene che la sua posizione di vertice nelle classifiche universitarie sia compromessa poiché il budget non sarà in grado di tenere il passo con il continuo aumento del numero di studenti e studentesse in futuro.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
L’ETHZ è vittima del suo successo: la sua continua presenza nella Top 10 delle migliori università al mondo fa sì che un numero sempre maggiore di studenti e studentesse voglia studiare sulle sponde del Lago di Zurigo. Nei prossimi anni, però, il bugdet a sua disposizione non basterà, lamenta l’istituto, che anticipa possibili misure drastiche.
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Per gli anni a venire i finanziamenti della Confederazione saranno insufficienti, ha avvertito giovedì l’ETHZ in occasione della presentazione del suo rapporto per il 2023. Se ciò non cambierà, potrebbero rendersi necessari provvedimenti volti al risparmio.
Tra le varie cose, si sta valutando la possibilità di limitare la crescita del numero d’iscritti (introducendo un tetto massimo al numero di posti) o di congelare le assunzioni nei settori della ricerca e dell’insegnamento. Al vaglio anche la sospensione di corsi di laurea e la chiusura d’interi ambiti di ricerca.
Non è una novità
Già lo scorso anno il politecnico ha dovuto affrontare grandi sfide finanziarie. Solo grazie alla disciplina dei costi, all’andamento positivo delle donazioni e a un risultato finanziario favorevole è stato possibile ottenere un’eccedenza di 50 milioni di franchi. Nel 2022 aveva invece accusato una perdita di 73 milioni.
Secondo il comunicato Collegamento esternoche accompagna il rapporto, la liquidità dell’ETHZ è in costante calo dal 2020. “Attualmente viviamo grazie a riserve libere che saranno completamente esaurite entro la fine del 2025”, afferma, citato nella nota, il vicepresidente per le finanze e il controlling Stefan Spiegel. Per mantenere la qualità e la portata dei servizi, il politecnico stima che servirebbe una crescita annuale reale del budget del 2,5%.
Negli ultimi 20 anni, le iscrizioni all’alta scuola sono più che raddoppiate. D’altro canto, i contributi federali sono cresciuti a un ritmo inferiore (50%). E, stando alla direzione, il messaggio sulla promozione dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione negli anni 2025-2028 (Messaggio ERICollegamento esterno) del Consiglio federale non farà che aggravare la situazione.
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