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Condannato “l’Emiro di Winterthur”

Ritratto dell imputato condannato
L'imputato principale nel corso del processo si è detto pentito parlando del "più grosso errore della mia vita". Keystone / Linda Graedel

Accusato di aver partecipato ad azioni belliche dell'Isis in Siria, un 34enne è stato oggi condannato a 4 anni e due mesi di detenzione. Lo ha deciso il Tribunale penale federale (Tpf) di Bellinzona.

La corte ha giudicato il cosiddetto “emiro di Winterthur” colpevole di coinvolgimento in un’organizzazione criminale e di rappresentazione di immagini violente.

All’altro imputato, un 37enne accusato tra l’altro di avere avuto una relazione con una minorenne, è stata invece inflitta una pena pecuniaria sospesa condizionalmente. È stato assolto dalle accuse di atti sessuali con fanciulli, rappresentazione di immagini violente e pornografia. È stato condannato solo per aver partecipato a un’organizzazione criminale.

Il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) aveva in agosto chiesto tre anni e sei mesi di detenzione per l'”emiro di Winterthur” e 34 mesi per il 37enne. La difesa aveva invece chiesto la piena assoluzione dei due presunti islamisti.

Addestrato guardie armate

L’imputato principale – che nel corso del processo si è detto pentito parlando del “più grosso errore della mia vita” – ha soggiornato in Siria nel novembre e dicembre del 2013, periodo durante il quale avrebbe addestrato guardie armate e partecipato ad azioni belliche di un gruppo legato al sedicente Stato islamico (Isis).

Al suo rientro in Svizzera, l’imputato ha fondato, assieme al campione del mondo di boxe thailandese Valdet Gashi, la scuola di arti marziali “MMA Sunna” a Winterthur. Ha inoltre diretto l’organizzazione “Lies” (Leggi!), che si è fatta conoscere nella Svizzera tedesca per la distribuzione gratuita del Corano in luoghi pubblici.

Reclutatore di giovani

Secondo la procura, queste attività servivano in effetti a reclutare giovani da mandare a combattere in Siria. Quando si trovava nel paese mediorientale, l’uomo scrisse alla moglie che entrambi avrebbero avuto un futuro nel Paese levantino. La donna ne parlava con orgoglio alle sue amiche, affermando che il marito era stato formato in un campo di addestramento e che la situazione era molto difficile a causa dei bombardamenti.

Il suo impegno in Siria è servito a rafforzare la sua reputazione e la sua posizione in Svizzera e quindi ad acquisire maggiore influenza. Le foto che lo ritraggono con l’equipaggiamento da combattimento dimostrano che in Siria ha ricevuto un addestramento militare ed ha anche partecipato a missioni di combattimento.

Il servizio del telegiornale:

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tvsvizzera.it/fra con RSI


 

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