Chiesa, in caso di abusi sono vietati i trasferimenti di persona
È stato presentato lunedì un rapporto intermedio sulle nuove misure per combattere gli abusi sessuali in seno alla Chiesa cattolica in Svizzera.
In futuro, le vittime di abusi sessuali avvenuti in ambito ecclesiastico dovranno ricevere ovunque consulenza professionale e indipendente, i colpevoli dovranno essere giudicati e si dovranno ridurre al minimo i rischi di ulteriori abusi a tutti i livelli istituzionali. Lo hanno annunciato lunedì a Zurigo la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ) e la Conferenza delle unioni degli ordini religiosi e delle altre comunità di vita consacrata (KOVOS) durante una tavola rotonda in cui è stato presentato un rapporto intermedioCollegamento esterno sull’attuazione di nuove misure per combattere gli abusi e il loro occultamento.
In particolare, in futuro dovranno essere introdotti “standard uniformi” per garantire che “solo persone idonee” servano la Chiesa cattolica. Inoltre, saranno vietati i trasferimenti di persone che hanno commesso abusi e sarà disciplinato lo scambio di informazioni tra i diversi datori di lavori ecclesiastici.
Tra le misure presentate nel rapporto, anche un cambiamento nella selezione di sacerdoti e alti operatori pastorali: “Per la loro formazione – si legge nel rapporto – vengono già effettuati colloqui psicologici. Tuttavia, il modo di attuare tali colloqui e di gestirne i risultati non è uniforme a livello nazionale. Inoltre, non vengono esaminati altri collaboratori ecclesiastici che lavorano a contatto con le persone in ambienti sensibili della Chiesa”. L’obiettivo è quello di standardizzare queste operazioni, affinché si proceda in maniera uniforme in tutti i Cantoni. L’analisi psicologica mira a valutare l’idoneità di questi individui al servizio pastorale. “Ciò contribuirà a ridurre i rischi, a identificare tempestivamente personalità problematiche e ad adottare provvedimenti idonei”, prosegue il testo.
“La cooperazione fra le tre organizzazioni ecclesiastiche non ha precedenti in Svizzera. Lo sforzo concertato è importante, ma solo così saremo in grado di combattere sistematicamente gli abusi”, ha dichiarato davanti ai media il vescovo di Coira, Joseph Bonnemain, incaricato dal Vaticano d’indagare sulle accuse nei confronti degli ecclesiastici.
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Le prime decisioni della Chiesa cattolica sul previsto centro di contatto per le vittime di abusi verranno prese a giugno. Sono in corso trattative con gli enti di consulenza per le vittime riconosciute e con la Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS).
La richiesta di un punto di contatto indipendente è scaturita da uno studio reso pubblico nel settembre dello scorso annoCollegamento esterno dal quale è emerso che i sacerdoti e i membri degli ordini religiosi in Svizzera hanno commesso oltre 1’000 abusi sessuali dal 1950, anche se è probabile che il numero di casi non denunciati sia più elevato, poiché non tutte le vittime hanno parlato di quanto è loro successo.
Nel mese di gennaio di quest’anno, un altro progetto pilota storico per far luce sugli abusi è stato prolungato per tre anni e finanziato dalla Chiesa con 1,5 milioni di franchi. I risultati saranno pubblicati nel primo semestre del 2027. Si auspica pure una buona collaborazione tra i gruppi di ricerca e le Chiese, qualora anche il sinodo di quella evangelica riformata in Svizzera (CERiS) acconsentirà all’esecuzione di uno studio scientifico integrativo, è stato sottolineato.
I responsabili delle diocesi e delle chiese locali hanno inoltre firmato una dichiarazione in cui si impegnano, contrariamente alle disposizioni di diritto ecclesiastico, a non distruggere in futuro più alcun atto relativo ai casi di abuso.
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Infine, un tribunale nazionale ecclesiastico penale e disciplinare dovrà garantire l’applicazione corretta e unitaria delle direttive proprie alla Chiesa in tutta la Svizzera e delle norme penali relative agli autori degli abusi. Le vittime devono beneficiare di protezione, informazione e diritti processuali e il tribunale deve comprendere anche giuristi esterni alla Chiesa, è stato rilevato.
Alcuni rappresentanti della CVS hanno avuto i primi colloqui con il Vaticano. L’obiettivo è quello di presentare un progetto ai responsabili a Roma entro la fine del 2024. “Naturalmente questo pacchetto di misure è ben lungi dal risolvere tutti i problemi, dunque seguiranno altri provvedimenti”, ha affermato il presidente della RKZ, Roland Loos. “Ci impegniamo affinché si affrontino tempestivamente la questione dell’esercizio del potere, della morale sessuale e della posizione delle donne”.
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